sabato 14 luglio 2012

Perché i morti viaggiano veloci! E non pagano il casello!

Eccoci qui, pronti per proseguire con la nostra fantastica cronaca del Regno e con le lezioni di Predizione! Sono Maestro Thunderbolt e come prima cosa vi ragguaglierò sui risultati della votazione precedente:


SOLUZIONE 1: 3 VOTI


SOLUZIONE 2: 3 VOTI


SOLUZIONE 3: 1 VOTO


Cosa?! Un pareggio?! La prima voltaaa!?? Ma allora questa divinazione è una fregatura, una pagliacciata senza alcun fondo di verità, direte voi! Assolutamente no, vi rispondo io! La divinazione ha solide basi scientifiche e il fatto che la scienza nel nostro mondo sia totalmente subordinata alla magia non deve portarvi a conclusioni affrettate. Ovviamente il fatto che possano esistere due futuri è un'ipotesi interessante, ma non è il nostro caso, qui. volete sapere come andrà avanti la storia della nostra bella e svampita Cleofelia (senza offesa, ovviamente)? Leggete e meravigliatevi di come l'universo e lo spazio-tempo sappiano farsi gioco anche dei veggenti più affermati!

Odetta aspetta sotto il portico delle stalle Reali da un'ora, ormai. E' di pessimo umore e il motivo di tutta questa allegrezza non risiede nel clima lupino, che da tempo, ormai, rovescia sulla regione ettolitri di acqua con contorno di lampi e fulmini. No. E' arrabbiata con sé stessa per aver ceduto alle assurde fantasie di un'adolescente con il cervello di una nutria e per essersi fatta trascinare in un'avventura assurda che probabilmente, nella migliore delle ipotesi, procurerà loro solo una brutta polmonite, uno o più stupri da raccontare alle amiche e una lavata di capo da parte del Re che porterà quasi sicuramente al suo licenziamento.
Mentre la servetta rimurgina rabbiosamente sulla propria stupidità e su quella ancor più sconcertante della Principessa, Cleofelia trotterella verso di lei correndo lungo il muro sud con un cappuccio sulla testa, l'aria cospiratoria di una spia e uno zaino da viaggio rosa in spalla, che sembra pesare come la coscienza di Mors Tua.
- Odetta, hai fatto sellare i cavalli? - sussurra.
L'altra solleva un sopracciglio, perplessa. - Naturalmente, milady. E' stato facile. Ho detto allo stalliere che doveva sellarci i cavalli perché sentivamo il bisogno impellente di farci una gita di mezzanotte sotto una valanga d'acqua e senza scorta.
- E lui che ha detto?
Odetta sospira. - Era sarcasmo, altezza. E no, non ho FATTO sellare i cavalli. Li ho sellati io stessa. - tossicchia nervosamente - Più o meno. Insomma, non è che sia proprio il mio lavoro, perciò...
Lei le prende le mani e le stringe tra le sue, eccitata. - Non sei felice, Odetta? Stiamo per imbarcarci in un'avventura che ci porterà fama, fortuna e bei ragazzi!
- Già... soprattutto bei ragazzi... probabilmente ubriachi e in gruppo.
La principessa si accosta al suo cavallo bianco e solleva una gamba, rimanendo in attesa. Odetta sospira, poi si avvicina e si abbassa per fare da gradino.
In pochi minuti le due figure incappucciate escono dalle stalle e iniziano a trottare verso l'uscita meridionale del palazzo, quella meno sorvegliata. Il piano di fuga dal Castello è stato studiato da Cleofelia nei minimi particolari. O almeno questo è quello che crede lei.
- Sei sicura che non ci sia nessuno al cancello, Odetta? - chiede la principessa, rallentando l'andatura in vista del posto di guardia.
La serva annuisce con convinzione. In teoria l'assurdo piano partorito dalla giovane nobile consisteva nell'usare del sonnifero su un cestino di provviste da portare con aria ammiccante al posto di guardia poco prima del tramonto, così da avere campo libero qualche ora dopo, durante la fuga. Quello che la Principessa non sa, tuttavia, è che Odetta non ha nessuna intenzione di andare con lei a caccia di un tesoro (e con ogni probabilità di una morte prematura) e che perciò ha pensato bene di mettere qualche innocente bastoncino tra le ruote della sua padrona.
Perché Odetta è una vera donna di mondo, non come il Bardo. Sa che se il piano di Cleofelia avesse successo l'unica a rimetterci sarebbe lei. E se venissero catturate mentre vagano nelle boscaglie del Regno e riportate al cospetto del Re, qualcuno potrebbe indagare sul suo passato non proprio... irreprensibile... e arrivare a concludere che la colpa di tutto sia sua. Perché le Principesse non pagano mai per i loro errori, mentre i servi hanno la disdicevole tendenza ad accollarsi spesso colpe non loro. E Odetta non ha nessuna voglia di incontrare Brannigan il Cupo, il boia di corte.
Perciò aveva sì portato a destinazione il cestino ripieno di manicaretti anestetizzanti, ma ci aveva anche aggiunto un biglietto anonimo che recitava: "Questo cibo è avvelenato! Non mangiatelo, idioti!"
Più chiara di così non poteva essere...
Tuttavia, mentre si avvicinano alla torre di guardia della porta meridionale, la serva comincia a chiedersi se forse non avrebbe dovuto sottolineare più volte la parola "idioti". Eh, già, perché a sbarrar loro la strada non c'è nessuno. Ma proprio nessuno. Né una guardia, né un soldatino, né un ufficiale, né una recluta alle prime armi. Nessuno. Eppure dalla finestra si vede chiaramente la luce proiettata dal caminetto acceso.
- Evviva, Odetta! Brava! Grazie a te il mio piano geniale ha funzionato alla perfezione!
La servetta risponde con un rantolo e un ghigno, ma con ben poco entusiasmo.
Le due smontano da sella e conducono i loro cavalli per le briglie, quatte quatte. Il rumore della pioggia copre i loro passi, ma le bestie sono stranamente nervose e più di una volta nitriscono e s'impennano, sgranando gli occhi in preda alla paura.
- Ma che hanno questi ronzini? - protesta sottovoce Odetta, che a questo punto non sa più che pesci pigliare.
- Beh, il tuo è un ronzino, Odetta. Il mio è uno splendido purosangue. - puntualizza la Principessa, sempre attenta a centrare il punto fondamentale del problema.
Mentre passano davanti alla finestra del posto di guardia, Odetta s'arrischia a gettare uno sguardo all'interno, ma da quell'angolo non riesce a cogliere che ombre e vaghi movimenti accompagnati da gemiti di lascivia.
Poi intravede la figura alta e snella di una donna bellissima, diafana e con lunghi capelli neri, lisci come seta, china su un tavolo sopra il corpo riverso di un soldato. Nel medesimo istante e all'improvviso, come se avesse percepito la presenza della serva, la donna si volta e fissa Odetta negli occhi con uno sguardo ferale, le pupille rosse come quelle di un lupo e una tonnellata di rossetto sbaffato sulla guancia.
Sussultando, Odetta accelera il passo e raggiunge la Principessa in un moto d'imbarazzo e stizza.
"Ecco dov'erano quei soldatacci immorali!", pensa con rabbia, "non li ha stesi il narcotico ma qualche donna che la principessa non esiterebbe a definire "passionale", secondo il suo discutibile e adolescenziale metro di giudizio".
- I soldati dormono, Odetta? - chiede Cleofelia, gonfia d'orgoglio.
- Non proprio, milady. Non proprio. Ma di sicuro saranno fuori combattimento per un po', quei maiali.
La Principessa annuisce saggiamente, facendo finta di capire. Lo fa spesso ultimamente.
Le due procedono lungo la strada che attraversa i bassifondi della Capitale. La pioggia battente e il freddo coprono la loro fuga e nessun manigoldo si fa avanti per attentare alla loro borsa o alla loro virtù, la prima abbondante nella Principessa e la seconda carente nella serva.
Il muro di cinta della Capitale a sud è come una forma di groviera, piena di buchi non sorvegliati attraverso i quali passano i topi. Qui al posto dei roditori ci sono contrabbandieri, agenti stranieri, spie e malvagi negromanti che di solito cercano di entrare per seminare zizzania. Ma questa notte nessuno fa caso a due topolini fradici che cercano di uscire, tanto per cambiare.
Una volta fuori dalle mura la Principessa è tutta brividi e gridolini.
- Oh, déi! Cosa abbiamo fatto? - ripete continuamente la fanciulla, su di giri - Quando lo scoprirà mio padre, lui... lui...
- ... vi chiuderà in camera vostra per una settimana e mi farà impiccare. - finisce Odetta, depressa.
- Impiccare, Odetta? - ripete lei, accigliandosi - Non essere sciocca! Il mio papino è un Re e i Re sono buoni e misericordiosi, lo sanno tutti.
- Buoni e misericordiosi, eh? Avete visto le forche nei bassifondi? A che scopo le ha fatte costruire il buon Re vostro padre, secondo voi? Per essiccare i prosciutti?
- Che orrore, Odetta, ti prego! Ti proibisco di parlare ancora di questo argomento! - sbotta la principessa con espressione disgustata - Lo sai che ODIO il prosciutto.
- Perdonatemi, altezza. Sono stata una sconsiderata. - sospira la serva, sprofondando sulla sella in preda un umore sempre più nero.
Dopo un'ora di viaggio anche la garrula allegria di Cleofelia comincia a venir meno, e di contro aumentano fame, sete e freddo. Mentre i cavalli s'inerpicano faticosamente su per una collina, improvvisamente il sentiero si biforca e sopra un palo illuminato da una lanterna schermata le due intravedono una scritta: "Ebanon" e una freccia a sinistra. Poco più in là, sulla strada per la grande città costiera s'intravedono le luci di un robusto edificio di legno e pietra, circondato dai boschi. Una locanda.
- Ebanon è a Est della Capitale, vero? - domanda la principessa, posandosi un indice sul labbro inferiore.
- Sì, milady. E' a Est. Posso suggerire di pernottare in quella locanda laggiù? Credo che una coppia di ranocchie abbia fatto una nidiata di girini nei miei stivali...
Le due fanno voltare i cavalli e imboccano lo svincolo per la locanda, quando all'improvviso la Principessa si ferma e fissa lo sguardo poco più avanti, sotto il riparo di un gigantesco olmo centenario.
C'è una carrozza. Ferma.
Le due proseguono al passo, scambiandosi un'occhiata. La carrozza sembra quella di un nobile. E' riccamente adornata d'oro ma è completamente nera e una strana luce rossa proviene dal suo interno. Una quadriglia di cavalli smunti all'inverosimile aspetta pazientemente davanti al cocchio e un misterioso conducente se ne sta seduto in cassetta, a fissare il vuoto davanti a sé con il bavero alzato e il cilindro pesantemente calcato sulla testa. Appena si avvicinano al sinistro mezzo di trasporto, i cavalli delle due dame iniziano nuovamente a fare le bizze, al punto che Odetta e Cleofelia si vedono costrette a smontare, per paura di essere disarcionate.
A quel punto il cocchiere drizza la testa, come se avesse udito un richiamo lontano, poi si volta verso di loro. L'ombra nasconde quasi del tutto il suo volto. Le nostre due eroine si avvicinano l'una all'altra per trovare l'effimero conforto che cercano le pecore al mattatoio. Da quando sono fuggite quello è il primo, vero contatto con un altro essere... ahem... vivente. Da quel punto in avanti non si torna indietro. Letteralmente.
A pochi metri di distanza, il cocchiere si inchina e apre lo sportello della carrozza, facendo loro cenno di salire.
Cleofelia scambia un'occhiata con Odetta, la quale scuote vigorosamente il capo, atterrita, poi lancia uno sguardo colmo di desiderio alla locanda, che dista da loro poco più di una cinquantina di passi. La voglia di avere un tetto sopra la testa è tanta, ma altrettanta è la curiosità bruciante della giovane e irrequieta principessa. E poi il galateo nobiliare impone di accettare sempre con garbo gli inviti di un nobile. Sempre che di nobile si tratti. E di contro il buon senso impone di non accettare passaggi dagli sconosciuti. Che fare?


ED ORA E' IL MOMENTO DELLE VOSTRE PREVISIONI!!


Cosa faranno Cleofelia e Odetta?

  1. Il galateo nobiliare è importante, maledizione! E poi il nobile che si nasconde sotto un olmo secolare per ripararsi dalla pioggia invece di pernottare alla locanda trenta metri più avanti dev'essere necessariamente un romanticone! Magari un romanticone con un pessimo gusto in quanto a decorazioni, ma...diamine! Solo perché uno ha una carrozza nera con gli interni rosso sangue non vuol dire che sia pericoloso, no? Cleofelia sale sulla carrozza e ci trascina pure Odetta!
  2. Al diavolo il galateo! Benvenuto caro, vecchio, spirito di autoconservazione! Odetta e Cleofelia tentano il tutto per tutto e fuggono verso la locanda! Magari il nobile non ha cattive intenzioni, ma se ne avesse è altamente improbabile che quei quattro ronzini ossuti possano tenere testa ai loro destrieri! Verso la locanda per un pasto caldo, un po' di compagnia e una notte di sonno sereno(?!)

Stavolta solo due opzioni, poche ma estremamente succose! VOTATE QUI SOTTO NEI COMMENTI, come al solito! LA SCELTA SPETTA A VOI!!

Denn die Todten Reiten Schnell

4 commenti:

  1. Assolutamente la 1.
    Le voglio vedere a Passo Borgo LOL

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  2. Dubbio atroceeeee é_é
    Sono molto tentato per il 2, se non altro per risparmiare ulteriori pene alla povera e sempre + disperata Odetta, ma lo spirito di avventura mi porta dire inevitabilmente: 1! Non volermene Ody ^_^

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Leali sudditi!
I commenti alla bacheca Reale sono assolutamente liberi, ma il Re ha ordinato espressamente che, qualora il o gli imbecilli di turno dovessero affiggere commenti inutili o lesivi dell'onore della corona, essi verranno immantinente rimossi insieme alla a testa del o degli autori, che in ogni caso non sentiranno molto la mancanza di un organo che non hanno mai utilizzato.

Con velenosa franchezza,

Archibald Lecter, segretario particolare del Re