lunedì 13 aprile 2015

COLPO DI SCENA! Qualcuno ha omesso un piccolo particolare della sua vita privata!



Buonasera, sudditi!

Il Bardo avrebbe voluto essere qui, oggi, per potersi prostrare davanti a voi con il capo cosparso di cenere. Aveva giurato e spergiurato che avrebbe ripreso a pubblicare sul Bardo Doloroso con frequenza e costanza e invece... ohibò, l'ultimo post risale nientemeno che a febbraio. Bravo, insulso scribacchino, tu sì che sei uno che mantiene le promesse.
Mah, alla fine non sono certo io che dovrei lamentarmi. Se non scrive per me è meglio.
Dopo che l'onda anomala provocata dal titanico Gburhulg ha distrutto Puerto del Muerto e mandato i nostri eroi a dormire con i pesci io un po' ci speravo, che questa stupida avventura fosse finita. Invece no. Mai una gioia come si dice.
Perciò non vi trattengo oltre, godetevi questo ulteriore parto della mente malata del Bardo. Io ho affari di Stato da sbrigare, non sono certo un servo della gleba come voi. Bello, eh, oziare tutto il giorno?

Vostro caustico e irrealistico,

Archibald Lecter, Segretario Particolare del Re



dai Canti del Bardo 


Ferianthalas riapre gli occhi in un ambiente molto luminoso, vagamente lattescente. Gli sembra di esserci già stato, di averlo già visto. All'improvviso scatta a sedere e mette a fuoco la fila chilometrica, in attesa allo sportello del purgatorio.
- Amico, ti conviene metterti in fila - dice un guerriero con l'aria annoiata e due occhiaie tremende - Ti sono già passate davanti settemila anime... no, aspetta... Settemilacinquecento... ottomila...
Ferianthalas lancia un grido lancinante e si riveglia. Per la seconda volta.
E in un nuovo incubo.
- Buongiorno, Val-Shari - sussurrano le labbra piene di un'elfa nera, sopra di lui. I suoi grandi e profondi occhi viola lo scrutano come un bulimico farebbe con un bigné. La sua bellezza sconcertante e l'aura felina che traspaiono da ogni suo movimento, compreso lo sbattere delle palpebre, è sempre stato il debole di Ferianthalas, la sua droga. È riuscito a uscirne solo allontanandosi per sempre da lei, ma ora eccola lì, sopra di lui, con il forte profumo di vaniglia che gli invade le narici, stordendolo.
Ferianthalas spalanca gli occhi, poi li richiude, stringendoli forte. Forse se si concentra abbastanza fa ancora in tempo a tornare nel purgatorio. Un morte veloce sarebbe preferibile, ma tutto pur di non finire nelle mani sadiche di quella donna.
Esthiari.
- Allora, non dici niente? Ho fatto migliaia di chilometri per vederti...
- Miglia - sbotta la voce di DarkShield, fuori campo - siamo in un maledetto fantasy. Ci sono le miglia, non i chilometri. Quante volte lo devo dire?
- Chilometri facili. Miglia complicate - risponde la voce profonda di Mohamet.
- Mpf. Per te è tutto complicato.
Ferianthalas aggrotta le sopracciglia, riapre gli occhi e rotola via da Esthiari, che lo osserva divertita.
Si trovano in una capanna di bambù e palme. Fuori l'oscurità opprimente e le nuvole rossastre gli rivelano che si trovano ancora nel Lato Buio, il dominio di Mors Tua. Una versione tropicale, per lo meno.
Esthiari si alza in piedi e si muove verso la porta, ancheggiando come una gatta. La capanna è semplice, ma è arredata come se qualcuno ci vivesse da anni. Seduto al tavolo, DarkShield è intento a sbucciare un ananasso demoniaco con il coltello, mentre Rowena osserva ai suoi goffi tentativi con lo sguardo sognante.
Mohamet non si vede da nessuna parte, ma c'è una scimmietta con un colorito malsano che saltella tra le travi del tetto, armeggiando con una banana demoniaca.
- Dov'è l'elfa malefica? - borbotta Ferianthalas, guardandosi cupamente in giro.
- Eccomi - dice Esthiari, sorridendo e facendo oscillare i lunghi capelli bianchi.
- Intendevo l'altra - puntualizza, senza riuscire a nascondere la nota di paura nella propria voce - quella rompiballe, non la sadica assassina.
Alle parole "sadica assassina" il coltello di DarkShield gli scivola dalle mani e per poco non gli taglia un dito di netto.
- Piccioncino, ti sei fatto la bua? - Rowena si precipita immediatamente in suo soccorso, agitando la coda. Il mago fa una smorfia e nasconde la mano lontano da lei.
- No, ma potrei farne a te, se non la smetti di starmi appiccicata. - ringhia.
- È mio dovere occuparmi di te, siamo sposati - protesta lei.
- No, tu sei sposata con me. Unilateralmente. - poi si volta verso Ferianthalas e aggrotta le sopracciglia, occhieggiando nervosamente verso l'elfa nera.
- Scusa, forse ho sentito male. Hai detto forse "sadica assassina"?
- No scusa, ho sbagliato, volevo dire "maledetta assassina, sadica e psicopatica".
Esthiari porta le mani ai fianchi e finge il broncio. - Non sta bene parlare così di tua moglie, Val-Shari.
Questa volta il coltello di DarkShield cade sul pavimento, infilzandosi a un centimetro dal suo alluce, Mohamet perde la banana, che si spiaccica sul pavimento seguita immediatamente da Mohamet stesso e Rowena spalanca la bocca, esterrefatta ed eccitata come una single quarantenne ad una svendita.
- Moglie? - gridano tutti e tre insieme.
Ferianthalas scorre i loro sguardi scioccati e si acciglia. - E allora? Cosa sono quelle facce? Anche noi elfi neri ci sposiamo.
- Non mi sorprende che gli elfi neri si sposino - dice DarkShield, acido - mi sorprende che ci sia riuscito tu.
- Senti da che pulpito - borbotta l'altro - ad ogni modo è una storia conclusa. Finita. Quarant'anni fa ho lasciato Malallapanzan proprio per sfuggire a quella donna.
Rowena giunge le mani al petto, sporgendosi in avanti come una comare di paese.
- Un divorzio non consensuale?
Ferianthalas si affretta a troncare il discorso. - Sentite, lasciamo perdere, d'accordo? Non importa quale fosse il legame che avevo con questa donna, ora io sono diverso. Non intendo tornare sui miei passi. - fa una pausa - nessuno sano di mente lo farebbe.
- È veramente scortese parlare così a tua moglie - scosse il capo DarkShield, con studiata disapprovazione.
- Tu lo fai di continuo - borbotta Ferianthalas.
- Sì, ma a me piace - trilla Rowena.
- Anche a me, vero? - geme Esthiari, aggrappandosi al braccio dell'elfo.
Ferianthalas sbianca e si paralizza, fissandola come se avesse un cobra arrotolato intorno al bicipite.
- Chi diavolo è quella donna? - sbotta una voce.
Bajyna è appoggiata allo stipite della porta che dà sulla stanza adiacente. Sembra pallida e provata, ma non è quella la cosa preoccupante. È lo sguardo nei suoi occhi.
Esthiari la fissa, poi sposta l'attenzione sull'elfo - Oh? - dice, divertita - Vuoi vedere che il mio dolce maritino si è fatto un'amante? - poi si concentra su Bajyna - vedo che ti sei ripresa. Eri quella messa peggio, hai delirato per giorni...

Ferianthalas si libera dalla sua stretta. - vuoi... vuoi farmi credere che tu ci avresti salvato? Tu?
- Non è molto carino farglielo pesare così tanto - mugugna Rowena - a me fa piacere essere viva.
- Già, per una volta sono d'accordo con la tardona. - annuisce DarkShield.
- Chi sarebbe la tardona? - sbotta la demonessa, scandalizzata.
- Vedi qualcun'altro, qui, che è vecchio di secoli?
Esthiari, Ferianthalas e Bajyna alzano contemporaneamente la mano e il mago sbianca.
- Un momento... volete dire che io e lo zombie intellettuale siamo quelli più giovani, qui?
Gli altri si scambiano un'occhiata e annuiscono. - Beh, sì. E di parecchio, anche. - dice Ferianthalas.
- Certo, io dimostro comunque diversi decenni di meno - dice Bajyna, nel suo consueto trionfo di modestia - Almeno rispetto a questa vecchia dalla pelle scura - indica Esthiari, che la guarda con uno strano sorriso, senza replicare. 
- Io ho sempre sognato di avere un Toy Boy - trilla Rowena, aggrappandosi al braccio di DarkShield come una piovra.
- Un Toy che? - sospira il mago - Bah, a ogni modo ti ringrazio, elfa. E credimi, non lo faccio spesso.
L'elfa nera sorride e fa un mezzo inchino. - Non vi ho ancora detto il mio nome. Mi chiamo Esthiari Lil' Rasey e sono una... - fissa l'elfa nobile con uno strano luccichio negli occhi - sono la moglie di Ferianthalas.
Bajyna barcolla, come se qualcuno le avesse dato un pugno nello stomaco. - La mo... la momo... - rantola.
- Esatto - Esthiari afferra il braccio dell'arciere alla maniera di Rowena - proprio così, sono sua moglie. Siamo stati sposati dall'alta sacerdotessa di Malallapanzan. Mia madre, per la precisione. - sorride, traendo un evidente piacere da ogni grammo di sofferenza che traspare dalla povera Bajyna.
- Quando Ferry si è perso ho deciso di partire per cercarlo, ed eccomi qui.
Ferianthalas si libera dalla sua presa, strattonando il braccio. - Guarda che non mi sono perso, sono scappato. E ti ho detto mille volte di non chiamarmi Ferry. - poi si volta verso gli altri, sollevando un dito - Ragazzi, non abbassate mai la guardia, con lei. Capito? Sembra carina e gentile, ma è una sadica e una pazza. E non sto esagerando, dico proprio nel senso clinico del termine.
- Dov'è che sembrerebbe carina e gentile? - mugugna Bajyna, fissandolo in cagnesco - E comunque avresti potuto dirmelo che eri sposato.
Lui si ritrae, sulla difensiva. - E perché avrei dovuto? Non mi ritengo più sposato da almeno trent'anni.
- Tecnicamente il matrimonio non è mai stato annullato, tesoro. - sorride Esthiari, sorniona.
- Non chiamarmi tesoro. 
- Uffa... Ferry non ti posso chiamare, tesoro neppure. Come dovrei... ?
- Signor Ferianthalas. Anzi, solo signore. Anzi non parlarmi proprio, è la soluzione migliore. - sbotta lui - Venite, ragazzi, andiamocene via. Stanotte alla signorina, qui, potrebbe venire voglia di tagliarci la gola mentre dormiamo.
L'elfo esce fuori a passo spedito. Dopo qualche istante ritorna dentro, tradendo un certo imbarazzo misto a incredulità.
- Ma dove diavolo siamo, qui?
Esthiari ancheggia verso la porta, gli passa accanto come se lui fosse il palo e lei la ballerina di lap dance ed esce. Gli altri la seguono, affondando i piedi in una meravigliosa spiaggia di sabbia, nera e finissima. Ovunque, a perdita d'occhio, una foresta di contorti palmizi segue la linea della sabbia e dietro di loro, oltre la capanna, il terreno si alza, diventando una collina e poi una montagna di nuda pietra bianchissima. A forma di teschio.
- Per tutti gli dèi... - mormora Ferianthalas.
Mohamet gli sale su una spalla in forma di scimmietta. - Foresta piena di banane - trilla felice.
- Questa è Isla Calavera... - mormora l'elfo.
- Eh, già. - sospira DarkShield - Dalla padella alla brace, come si dice.
- Che diavolo è Isla Calba... Calda... Caliave... - domanda Bajyna, infastidita dal dover mostrare la propria ignoranza geografica davanti alla rivale.
- Isla Calavera. - ripete Ferianthalas, massaggiandosi la bocca.
- D'accordo, ma che significa? - chiede lei, spazientendosi.
- Che siamo fottuti.

Ma non dobbiamo disperare. I nostri eroi sono stati fottuti un sacco di volte, sono persino morti e ritornati dall'aldilà. Affrontare la terribile e sensualissima Vanilla Death (vedi la scheda "personaggi") nel suo piccolo regno non sarà più terribile di questo. Cosa faranno ora?

1. Su consiglio di Ferianthalas, cercheranno di mettere più strada possibile tra loro ed Esthiari.  Bajyna appoggerà con un discreto entusiasmo questa mozione. Attenzione, perché l'elfa nera potrebbe non prenderla bene.

2. Su consiglio di DarkShield manterranno un profilo basso e proseguiranno lungo la spiaggia ma al riparo degli alberi, cercando di percorrere l'intero perimetro dell'isola per capire dove si trovano. Passando troppo vicino alla montagna potrebbero essere notati da Vanilla Death o da una delle sue guardie.

3. Su consiglio di Mohamet (che, ricordiamolo, è lo zombie intellettuale) attenderanno alla capanna mentre lui si trasforma in un pappagallo zombie e vola sulla cima della montagna a forma di teschio, per orientarsi meglio. Nessuno noterà un pappagallo zombie, su Isla Calavera.

Scegliete!


"Sarà, ma a me una così va bene anche sadica e psicopatica..." (cit.)