lunedì 25 novembre 2013

Mi scusi... ha un attimo per ascoltare la parola di Gburhulg?



Bentrovati, disordinati ammassi di materia grigia malfunzionante altrimenti noti come "sudditi". Qui è il vostro Lecter che parla. Sono state settimane convulse, tra il progetto con la scuola media di Mortara e lo speciale per il Cinquantesimo di Doctor Who, ma ora siamo tornati all'insulsa programmazione ufficiale di questo blog e per la precisione ad un nuovo capitolo della più divertente saga fantasy dopo i libri di Melissa P.
I nostri "eroi" sono giunti a Puerto del Muerto e si stanno confrontando con il tradizionale benvenuto locale. Avete optato per una soluzione pacifica (una volta tanto) e per l'uso della magica moneta d'oro che torna sempre dal suo possessore. Rimango di volta in volta sempre più stupito di fronte al netto miglioramento delle vostra capacità cerebrali e vi promuovo seduta stante da protozoi a organismi pluricellulari.

dai Canti del Bardo

- Signori, per favore - sorride Bajyna, ancheggiando sinuosamente verso il funzionario portuale, come un gatto che si struscia contro la gamba del padrone per ottenere dei crocchini extra. Con una mano sposta la spada di Ferianthalas mentre l'elfo si fa indietro di malavoglia - che ne dite di abbassare il livello di testosterone nell'aria?
- A chi hai dato del testone, schiava elfica? - ringhia uno dei pirati, avvicinandosi minacciosamente con il coltello in pugno.
- Testosterone - puntualizza lei, irritata - è l'ormone della stupidità. E per tua informazione non sono una schiava, ma un'elfa libera, indipendente e bellissima, a tratti letteralmente irresistibile.
I ringhiosi lupi di mare si scambiano un'occhiata scettica riguardo l'essere libera e indipendente, ma paiono concordare visibilmente e ostentatamente riguardo la parte estetica.
- Siete stati voi a cominciare, orecchie a punta - dice il funzionario, sputando a terra.
DarkShield arriccia il naso, orripilato. - Comincio a capire il linguaggio locale. - geme - Emettere effluvi corporei è l'equivalente della nostra punteggiatura...
- A quanto pare... - mormora Bajyna, sforzandosi di non concentrarsi troppo sul rivoletto di bava rimasto a penzolare lungo il mento del pirata. - Quello che voglio dire è che non ha senso ricorrere alle armi quando possiamo pagare la tariffa, giusto?
Ferianthalas si acciglia. - Ah, sì? Possiamo? E da quando?
Bajyna s'infila due dita nel decolleté, suscitando un elegante coro di fischi da parte dell'auditorio, per poi sollevare una grossa moneta d'oro. I fischi si intensificano.
- Ma quella è la moneta con cui abbiamo tirato a sorte quella volta - nota Ferianthalas - sei pazza? È oro vero, non puoi consegnarlo a questi bifolchi.
Lei lo fulmina con lo sguardo. - É la mia moneta e la do a chi mi pare e piace, capito?
Il funzionario sogghigna ferocemente e si avvicina all'elfo, baldanzoso, puntandogli un dito contro.
- Ti conviene ascoltare la signora, nero di seppia. O preferisci pagare con un paio di testicoli? E guarda che intendo i tuoi, stavolta...
L'elfo socchiude minacciosamente gli occhi. - Provaci pure, vecchio rudere. Finirai sbudellato prima di rendertene conto.
- Vuoi tacere, Ferianthalas? - sbotta Bajyna, allungando una mano con la moneta verso il pirata - E tu, smettila di fare il gradasso e prendi il tuo pedaggio. E ti avverto che se stai pensando di rapinarci comunque per vedere se abbiamo altro addosso sprechi il tuo tempo. Non abbiamo altri soldi all'infuori di questa.
Il funzionario la fissa negli occhi per un lungo istante, poi fa spallucce e agguanta la grossa moneta, soppesandola.
- Bene - dice infine - potete andare. Ma non causate guai, o non posso garantire che uscirete vivi da qui.
I pirati abbassano le sciabole e i coltelli, delusi dal mancato spargimento di sangue ma ansiosi di dividere il bottino con il loro capo. Una moneta d'oro vero è più di quanto abbiano mai visto in tutta la loro vita.
I nostri eroi superano il blocco e si dirigono cupamente verso il fondo del molo, dove si apre la prima caverna.
- Si può sapere cosa c'è sotto? - mormora l'elfo a Bajyna, mentre si allontanano.
- Non capisco di che parli. Dev'esserci per forza sotto qualcosa? - replica lei, infastidita.
Lui sbuffa, soffocando una risata. - Andiamo, tu che paghi una cifra simile senza fiatare? - poi torna serio - E poi non mi hai mai chiamato per nome, prima d'ora.
Lei avvampa, ma non risponde.
Sebbene a prima vista non sembrino molto popolate, le caverne di Puerto del Muerto sono brulicanti di vita, anche se non sempre esattamente intelligente o gradevole alla vista. L'interno della scogliera è illuminato da miriadi di torce e lampade ad olio, ed è percorso da migliaia di caverne naturali, artificiali, passerelle, impalcature, soppalchi, ponti di legno e di corda, reti da pesca e funi sistemate strategicamente per raggiungere posti altrmenti inaccessibili: negozi, case, taverne, cantieri navali, piazze e intere vie sospese. Puerto del Muerto è un capolavoro di ingegneria, ancor più sorprendente se si pensa che la città è abitata quasi esclusivamente da pirati e tagliagole con il quoziente intellettivo di una murena.
- Questo posto è... fantastico... - mormora Rowena, guardando per aria come una bambina a un luna park.
- Non ci vedo niente di eccezionale - commenta Ferianthalas, molto più abituato a vedere meraviglie architettoniche sotterranee - sembra il quartiere dei pezzenti di Malallapanzan.
- Una diavolessa di mondo come te che non ha mai visto una squallida accozzaglia di rifiuti come questa in vita sua? - ridacchia Bajyna, punzecchiando la succube - Da non credere...
- Sembra cimitero di navi... - fa notare Mohamet, indicando distrattamente il paesaggio davanti a loro - come se centinaia di galloni sbattuto uno contro l'altro e rimasti incastrati.
- Galeoni. - lo corregge DarkShield, piatto - E non credo che tu sia poi così lontano dalla verità. Da quello che so Puerto del Muerto è stata costruita negli anni con il materiale recuperato dai relitti e dalle navi saccheggiate. In un certo senso questa città è un'accozzaglia di navi incastrate insieme.
Ferianthalas si guarda intorno, sospettoso. Ci sono moltissime persone che lavorano, indaffarate, ma diverse paia di occhi sono fissi su di loro e molte fanno parte della stessa creatura. Sembrano essere tutti interessati all'unico membro del gruppo che, oltre a risaltare come un diamante tra i sassi, è anche l'unico con il culo tatuato.
- Mmm. Forse avremmo dovuto coprire l'oca giuliva - mormora - almeno le parti più provocanti. Se i soldati dell'Imperium dovessero accorgersi che c'è un'Elfa Nobile in città per noi sarebbero guai.
- Tu è geloso? - lo canzona Mohamet, sornione.
- Vuoi morire? - lo minaccia l'elfo, rendendosi conto immediatamente della stupidità di quella domanda.
DarkShield si dà un'occhiata in giro, poi scrolla le spalle. - Non credo che corriamo pericoli immediati, almeno per ora. Puerto del Muerto è una città indipendente. Mors Tua non mette mano nelle questioni di ordine pubblico e il Consiglio dei Sette gli fornisce navi per il suo esercito.
- Il Consiglio... dei Sette?
- Sì, ne ho sentito parlare - Rowena spalanca gli occhi - è un gruppo di capitani leggendari che governa su questo posto. Anche se Mors Tua venisse a sapere che c'è un'Elfa Nobile in città dovrebbe attendere che metta piede fuori dalla giurisdizione di Puerto del Muerto per intervenire.
- Detto questo sono convinto che ci siano comunque abbastanza pericoli per tutti, in questa fogna - osserva il necromante - perciò fate molta attenzione. Qui i fessacchiotti come voi se li mangiano a colazione.
- ... disse il furbastro che si è trovato sposato a una succube - conclude Ferianthalas con un sogghigno.
Il mago gli riserva un'occhiata che in alcuni mondi è effettivamente in grado di uccidere sul colpo.
- Matrimonio unilaterale, prego. Non ho mai voluto prender moglie e se anche fosse di certo non lo farei con una creatura in grado di uccidermi sul colpo.
- Oh, sì - geme Rowena, strusciandosi contro di lui - Adoro quando mi fai sentire sporca.
- Ehm... - DarkShield si scosta di colpo, facendola incespicare - Mi fa piacere che tu ti senta sporca, ma evita di pulirti contro di me ogni volta.
- Sei crudele... - ansima lei, felice.
- Mi sembra che tu ti sia messo nei guai piuttosto bene, caro il mio sapientone. - ride l'elfo.
Ferianthalas scurisce, l'equivalente tra gli elfi neri dell'imbarazzo. - Io... guarda che non hai capito. Noi non...
Un bambino trotterella verso di loro, agitando una sciabolina e salvando l'elfo in extremis da una figuraccia.
- Ehi, voi - li apostrofa il bambino. È vestito da pirata e ha quella che sembra una barba finta intorno al volto paffuto.
- Ciao piccolino - sorride dolcemente Bajyna, chinandosi in avanti verso di lui per accarezzargli la testolina.
Quello si scosta, squadrandola in malo modo. - Non sto parlando con te, sgualdrina. Mi chiamo Ray Golgotha e sto cercando uomini per la ciurma di Tiny Morgan. Tizi dalla crescita abnorme come la vostra, per raggiungere luoghi dove non riusciamo ad arrivare. Il Capitano ha in mente qualcosa di grandioso, un tesoro come non se ne sono mai visti, da qualche parte nell'Arcipelago Galleggiante. Se vi unirete a noi vi ricoprirà d'oro, parola mia. Allora, che ne dite?
- Sgualdrina? - ripete Bajyna, a denti stretti - Come ti permetti, ignobile nanetto?
Lui la fissa con disprezzo. - Dove hai gli occhi, femmina? Non sono uno di quei bastardi ipofisari scavabuche. Sono un piccolo uomo.
- Un Halfling - azzarda DarkShield, ricevendo un'occhiata altrettanto pungente.
- No. Un piccolo uomo. - insiste il piratino, cocciuto.
- Facciamo un tappo e non se ne parla più - grugnisce Ferianthalas, che ha già poca pazienza con i bambini, figurarsi con i piccoli uomini. - E adesso sparisci, a meno che tu non conosca qualcuno che possa farci attraversare il Mare senza Fondo gratis. O quantomeno un luogo dove possiamo dormire senza sborsare un centesimo, visto che un'elfa dalle mani bucate di mia conoscenza ha dato via l'unica moneta che avevamo.
Bajyna incrocia le braccia sul petto e inizia a mormorare una poco elegante sequenza di improperi appresi qua e là nei migliori salotti elfici di Caracas.
Ray Golgotha fissa Ferianthalas con una certa ammirazione e annuisce - Mi piace la tua lingua pungente, amico. Qui a Puerto del Muerto di gratis abbiamo solo la forca, ma se vi accontentate di una branda in una stiva puzzolente piena di piccoli uomini sudati allora noi potremmo aiutarvi. Ma come dice il vecchio adagio "non si fa mai niente per niente".
- Senti, siamo appena arrivati - sospira Ferianthalas - e siamo esausti a causa... del lungo viaggio. Vogliamo dare un'occhiata in giro, prima.
Il piccoletto fa una smorfia. - D'accordo, ma non metteteci troppo. A Tiny Morgan non piace aspettare.
- Non ce ne frega un fico secco di quello che piace o non piace al tuo capitano, bimbetto antipatico - sbotta Bajyna, di pessimo umore - e adesso smamma, prima che ti sculacci.
Ray Golgotha si acciglia, poi solleva un sopracciglio e la sua espressione si fa maliziosa. - Ci stai provando, bella?
- Sì - dice lei, piatta - sto provando a cacciarti via. Ma senza successo a quanto pare.
- Scusate, ma che fine ha fatto il Forrest? - domanda Rowena d'un tratto, guardandosi intorno.
Concentrati com'erano sul piccolo uomo, nessuno si è accorto che Mohamet non è più con loro.
- Eccolo là - dice Ferianthalas dopo un attimo, indicando un punto oltre la folla - sta parlando con degli strani tizi.
- Vi aspetterò al molo del Teschio Ridente, quando deciderete di unirvi a noi - grida Ray Golgotha, mentre si allontanano.
- Pirati in miniatura - borbotta DarkShield, scuotendo il capo - come minimo ci faranno viaggiare in una nave in bottiglia...

I quattro si fanno largo tra la folla, raggiungendo Mohamet proprio mentre uno dei tre strani individui che l'hanno fermato gli sta mostrando un opuscolo. Sono tutti impaludati in lunghe vesti verde alga, i volti smunti incorniciati dai tentacoli violacei e umidicci di un polpo vivo e pulsante, che sta avvinghiato al loro cranio come una piattola con carenza d'affetto.
- Ecco, signore - sta dicendo quello più vicino a Mohamet - come può leggere qui noi predichiamo il ritorno dell'uomo alle profondità marine cui appartiene.
- Me non sa leggere - taglia corto Mohamet.
- Oh, non importa - sorride l'altro, gelido - posso rispondere io a tutte le sue domande.
- Ma me non ha domande. Davvero.
- Per esempio, lei si chiederà quale grande Dio veneriamo - insiste l'uomo, senza batter ciglio.
- Veramente preferisce chiedere per quale motivo voi ha piovra in testa.
L'uomo sorride comprensivo e per un attimo Mohamet ha la netta sensazione che gli occhi del polpo lo stiano studiando come fosse una cavia sul tavolo operatorio.
- Naturalmente. Dunque, noi...
In quel momento Ferianthalas li raggiunge in tutta fretta, seguito dagli altri. - Che sta succedendo, qui? - domanda, sospettoso - Chi sono queste persone, Mohamet? Non avrai mica comprato qualcosa per corrispondenza, vero?
- Oh, me non capito esattamente. - spiega il druido con un gesto vago - Sa solo che puzzare di pesce e avere polpo su testa. Me trova buffi.
Il capo dei misteriosi individui fa un mezzo inchino, mentre i suoi due solerti compagni distribuiscono loro un opuscolo ciascuno.
- Come potete leggere non siamo venditori porta a porta, ma adepti di un culto.
- Posso averne un altro? - domanda Bajyna, aggrottando le sopracciglia - Il mio è stampato male. C'è scritto "I Testimoni di Gburhulg". - ridacchia - Ma non può esistere un dio con un nome così idiota.
I tre si scambiano un'occhiata imperscrutabile. - No, non è stampato male. Il Grande Gburhulg è a tutti gli effetti il nostro Dio. Colui che dorme sul fondo del Mare senza Fondo, attendendo in eterno il momento di svegliarsi e dominare questo mondo di insulsi e irrispettosi terricoli.
- Oh. - mormora Bajyna, imbarazzata - Beh, in fondo non è poi male come nome. È forte, altisonante. Ricorda un po'... beh... il vomito.
- Un culto. Lo sapevo. Possibile che tutti i pazzi finiamo per raccattarli noi? - sospira l'elfo, affranto.
Alle sue spalle DarkShield e Rowena sono impalliditi più del solito e si stanno scambiando un'occhiata preoccupata. Gli Occhi della Morte della Succube si attivano all'improvviso, illuminandosi di un tenue bagliore bluastro.
- Il vostro compagno Mohamet ci ha detto che necessitate di un ricovero gratuito per riprendervi dalle vostre fatiche - dice l'Adepto di Gburhulg - saremo felici di ospitarvi nella foresteria del nostro Tempio, se ce lo concederete.
- Sì, certo - dice Ferianthalas, scettico - e magari in cambio potremmo unirci al vostro culto, giusto? Scusate, ma ci hanno già informato che la morte qui è l'unica cosa distribuita gratuitamente.
I tre si irrigidiscono, e il loro sguardo si fa vacuo, come se all'improvviso ascoltassero voci lontane, voci da un altro mondo. Poi all'improvviso il sorriso torna a dipingersi sul volto scavato del loro capo.
- Vedo che siete uomini e donne di una certa intelligenza, me ne compiaccio. - dice - ebbene sì, lo ammettiamo. Speriamo che possiate unirvi a noi dopo aver visto le meraviglie riservate agli adepti del Grande Gburhulg. O che quantomeno possiate aiutarci con una situazione... diciamo... spinosa.
DarkShield si affretta ad intervenire. - Perdonateci, ma non credo che sia il caso. E poi noi stiamo cercando un modo per attraversare il mare. Non ci fermeremo qui a lungo. Ora, se volete scusarci...
- Perché continuare a cercare quando avete già trovato? - sorride l'adepto-capo - Il nostro è un culto antico e potente. Abbiamo i nostri mezzi per spostarci a piacimento attraverso il Mare senza Fondo. E rispetto agli altri capitani che bazzicano questo posto noi possiamo garantirvi un passaggio privo di pericoli, siano essi mostri marini, navi pirata o navi fantasma.
- Na... navi fantasma? - ripete Bajyna, ridacchiando nervosamente.
- Un classico della letteratura piratesca... - commenta DarkShield a mezza voce - sono normali, da queste parti.
- Forse io può trasformare in capodoglio e portare voi su dorso - suggerisce Mohamet.
Gli altri rabbrividiscono. - Per carità - commenta Ferianthalas - sono appena tornato dall'aldilà. Vorrei rimanere nell'aldiqua almeno mezza giornata, se permetti. - poi si rivolge ai tre adepti - Sentite, non vi promettiamo niente, ma ci penseremo. D'accordo?
Quelli fanno un inchino, i tre polpi che pulsano incessantemente intorno ai loro crani.
- Se deciderete di godere della leggendaria ospitalità dei Testimoni di Gburhulg ci troverete al Tempio Principale, galleria Merluzzo, terzo corridoio a destra, accanto alla darsena. Bleargh! Bleargh! Gburhulg ftaghn!
E dopo un altro inchino svaniscono tra la folla, lasciando i nostri eroi a bocca aperta.
- Persino quando parlano sembra un errore di battitura - mormora Bajyna, scioccata.
- Per essere un covo di pirati dove niente è gratis abbiamo incontrato un sacco di gente sorprendentemente disponibile... - commenta Ferianthalas, sospettoso.
- Quei tre... - DarkShield sembra preoccupato - Ho già sentito nominare questo Gburhulg da qualche parte, ma non ricordo dove...
- I loro impulsi vitali erano strani - aggiunge Rowena - ma non sono ancora molto abituata a questo nuovo potere e potrei sbagliarmi. Certo, attraversare il Mare non visti sarebbe un vantaggio non indifferente, soprattutto considerando che ci stiamo avvicinando pericolosamente a Necropolis. Mors Tua ha occhi e orecchie dappertutto, fuori da questa città, e terribili creature al suo comando.
Ferianthalas rabbrividisce. - Per la Dea. Ma li hai visti? Quelli hanno scritto "psicopatici" in fronte a lettere dorate. - sbotta - E quei polpi, poi... li avete visti i polpi?
- Era difficile non notarli - commenta Bajyna, piatta.
In quel momento un normale ragazzo vestito da mozzo si avvicina e consegna un volantino a DarkShield che si ritrae immediatamente per evitare il contatto. Rowena si frappone tra loro e afferra il volantino. Il ragazzo si allontana subito tra la folla.
- Che c'è scritto? - domanda il necromante.
- Sembra un'offerta di lavoro - Rowena si schiarisce la voce e legge - "Siete combattenti esperti? Non temete nulla o quasi? Capitan Fintus sta cercando proprio voi. Imbarcatevi con noi sul Merluzzo da Sfondamento e aiutateci a proteggere l'oro del Capitano. Quello stesso oro verrà usato per pagare i vostri servigi. Rivolgersi presso il molo Narvalo, ore pasti."
Ferianthalas si gratta il mento. - Per lo meno sembra una normale offerta di lavoro. Cosa vogliamo fare?

Cosa faranno i nostri eroi?

1) La mini-ciurma di Tiny Morgan sta per salpare verso chissà quali mirabolanti e minuscole avventure. Meglio andare con i piccoli uomini e raggiungere sani e salvi (forse) l'altra sponda del Mare. Magari dopo aver esplorato un po' l'Arcipelago Galleggiante e aver scovato quel misterioso e quasi certamente maledetto tesoro che i nostri piccoli amici stanno cercando.

2) I Testimoni di Gburhulg sembrano persone a posto (ahahaha) e certamente saranno in grado di procurare loro un passaggio comodo e sicuro per l'altra sponda (del Mare, ovviamente). Bisogna solo mettersi d'accordo sul prezzo. Certo, i cultisti sono inquetanti e hanno dei polipi avvinghiati al cranio, ma come diceva il saggio Nyarlatothep "chi non risica non rosica"!

3) Questo Capitan Fintus è un nome conosciuto e a differenza di Tiny Morgan l'oro con cui promette di pagarli sembra già in mano sua. Solido. Concreto. E considerato che i nostri eroi sono in bolletta dall'inizio di questa avventura non sarebbe male se arrivassero un po' di soldi. Non si vive di sola aria, a questo mondo.


4) Piratini? Testimoni di Gburhulg? Merluzzo da Sfondamento? Andiamoci piano! Laggiù, in fondo alla caverna, c'è un mercato e si vede chiaramente la tenda di una cartomante. È il momento di interrogare gli astri sulla cosa migliore da fare, prima di buttarsi a capofitto in un'altro stupido casino.


"Arrrr! Prenda bene la mira, signor Threepwood, poi pianti una bella palla nello scafo di quelle carogne. Questa sera ci scoleremo Rhum come se non ci fosse un domani, parola mia!"

Captain Tiny Morgan


Se volete leggere l'episodio precedente lo trovate QUI o nell'Indice

sabato 23 novembre 2013

Il Bardo Doloroso presenta: The Day of the Doctor! Giornata Speciale per il Cinquantenario di Doctor Who.

The 5th Doctor by Kilwillae

Udite, udite!

Come preannunciato ai quattro venti nei giorni addietro, oggi, 23 Novembre 2013 (nel calendario dell'Altrove) ricorre il Cinquantesimo Anniversario della nascita di un eroe che viaggia tra i mondi per portare speranza e salvezza. Qui da noi passa di rado, come si può notare dalla generale situazione in cui viviamo tutti, ma ciò nondimeno è innegabile che il Dottore ci abbia onorati della sua presenza, di tanto in tanto. 
Il Dottore chi? Chiederete voi. Dottore e basta, risponderebbe lui.

Oggi il Bardo Doloroso indosserà il suo abito migliore. Un abito del colore del TARDIS, la nave del Dottore. Per l'occasione il Bardo e Clara hanno recuperato e messo in prosa alcune cronache e dicerie sulla venuta del Dottore nel nostro mondo, cosicché possiate goderne anche voi. I pezzi saranno impreziositi dai bellissimi capolavori di Michele Pala e Kiley Johnson (a.k.a. Kilwillae), rispettivamente il disegnatore e la colorista del logo ufficiale di questo blog, che si sono ispirati a Doctor Who per regalare un tocco artistico a queste pagine.
Ringraziamo anche Raffaele D'Angelo, per aver ritoccato il logo in modo da renderlo più adatto a questa giornata!

Alla fine delle storie troverete le musiche dei Chameleon Circuit, una band inglese che compone canzoni ispirate alle avventure del Dottore tra le stelle e nel vortice del tempo. A voi la scelta se usarle come titoli di coda o come accompagnamento per la lettura.

E ora andate e leggete, cari sudditi. Il Bardo e i suoi collaboratori sperano che le loro creazioni sappiano divertirvi come loro si sono divertiti nel realizzarle.

YOWZAH!

Archibald Lecter, Segretario Particolare del Re


Don't Blink!

THE DAY OF THE DOCTOR SPECIAL


EVERYBODY NEEDS SOME Tardis TO LOVE 
 
DAI CANTI DEL BARDO


Il Necromago Imperiale Capo, Abioticus Secretius, tira la leva di ossa ridendo come un folle. La crepitante energia magica si scarica lungo i circuiti d'argento, fin nella grossa sfera lattiginosa al centro della stanza. Una debole luce comincia a pulsare nelle sue profondità, la nebbia si contorce, si condensa, acquisisce contorni precisi.
- Pedalate più velocemente, razza di sfaticati - ruggisce Mors Tua, fissando avidamente la superficie di cristallo - non si vede ancora un fico secco.
Nell'affollatissima Sala Divinatoria, in mezzo al caos dell'andirivieni di servitori, adepti, goblin e spiritelli maligni, i necromaghi, già più morti che vivi per loro stessa natura, si piegano in avanti sulle cyclette e con un grugnito iniziano a pedalare come se avessero l'inferno alle calcagna.
- Eccolo - urla Mors Tua - trionfante - eccolo là. Il mago nella cabina blu è tornato. Più energia, inutili mucchi d'ossa, non è possibile che al giorno d'oggi non si riesca ad ottenere un'immagine in alta definizione con l'attrezzatura che vi ho pagato.
Abioticus Secretius saltella per la stanza, tirando leve e pronunciando oscuri incantamenti. - Ecco, mio signore - annuncia, trionfante - ho aumentato la risoluzione a 14 Megapixie. È strano, però, ricevo alcune letture sfalsate... una specie di eco. Non capisco a cosa sia dovuto.
Mors Tua sbatte le mani sulla tavola, facendo traballare la sfera. L'immagine sfarfalla, fluttua, si riassesta ed ecco che all'improvviso appare una curiosa cabina blu con una luce lampeggiante sul tetto. È una cabina piccola, strana e se ne sta incastrata in cima al Monte della Strega, appollaiata lì come se niente fosse.
Mors Tua sogghigna, malefico. Lui quella cabina la conosce, ha visto di cosa è capace e farebbe di tutto per metterci gli artigli sopra. Di tutto.
- È lui, Abioticus - tuona - è tornato. Il Dottore è qui. - poi si volta e urla - Generale Valmorta.
Still Life with Doctor Hats by Michele Pala
Un Oscuro inscatolato come una sardina in un'armatura completa di 120 chili, si fa avanti baldanzoso, scattando sull'attenti. Il rumore che ne deriva sembra prodotto da una batteria di pentole da dodici pezzi che cade sul pavimento dal terzo piano.
- Sì, mio Imperatore.
- Prendi tre battaglioni e rimani in attesa nella Sala dei Portali. Io arriverò a breve.
L'Oscuro scatta nuovamente sull'attenti. - Signorsì.
Il Necromago Capo volteggia abilmente tra strani macchinari magici, spinge interruttori, abbassa manopole, regola manovelle. Alcune scariche di energia percorrono i cavi di capelli di fata, fulminando per errore un paio di troll.
- È come l'ultima volta, mio signore - gracchia Abioticus - la cabina blu sta assorbendo energia dal Monte della Strega. Dovrebbe necessitare di un'ora per completare il trasferimento.
- Stupefacente - mormora Mors - mai visto nessun mago assorbire energia così velocemente da un Luogo di Potere. Abioticus, prendi il Bastone Necrostatico e seguimi. Questa volta quel furbastro salterino non mi sfuggirà.
Mentre il Necromago obbedisce agli ordini del suo padrone, lo sguardo di Mors Tua viene attratto nuovamente da qualcosa che si muove nella sfera.
La porticina della cabina blu si apre e una ragazza con lunghi capelli rossi ne emerge, guardandosi prudentemente intorno. È abbigliata in modo strano e sembra estremamente meravigliata da ciò che la circonda. Mors socchiude gli occhi. C'è qualcosa che non va in quell'immagine, ma è qualcosa che gli sfugge, che non riesce a mettere bene a fuoco.
Dopo un istante un maschio umano dall'aria insignificante la segue fuori dalla cabina, agitato. Di certo non si tratta del Dottore.
- Audio - urla l'Oscuro Signore, facendo morire di crepacuore un paio di Effimere.
Dopo un istante di panico tecno-magico, alcuni fusibili saltati e diverse ustioni di terzo grado sul corpo di un malcapitato folletto, la sfera gracchia e una voce maschile comincia a discernersi chiaramente tra il rumore di fondo.
- Amy, a... aspetta. Il Dottore ha detto di non allontanarci...
Ma la fanciulla non sembra intenzionata ad ascoltarlo e si porta a grandi passi fuori dalla portata visiva della sfera.
- Guarda che non mi sto allontanando, Rory. Mi guardo solo un po' intorno. - dice lei, in tono infastidito.
- Ecco, lo stai rifacendo - protesta il ragazzo, andandole dietro di malavoglia.
- Rifacendo cosa?
- Quello che fai di solito. Adesso ti allontanerai, poi sbucherà qualcosa di orribile che farà qualcosa di altrettanto orribile e sarà... beh... orribile.
The First Doctor by Michele Pala
Ma lei sembra decisa ad ignorarlo. - Rilassati per una volta. - sospira - Saremo bloccati qui per un'ora almeno, no? Tanto vale dare un'occhiata in giro finché il TARDIS non sarà pronto a ripartire. Guarda che paesaggio. Sembra di stare in una fiaba...
Il ragazzo sospira, prima di sparire dalla visuale. - Già... - mormora - di Edgar Allan Poe, però.

Il Monte della Strega ha un nome piuttosto altisonante, ma a dirla proprio tutta non è esattamente un monte. È più una grossa collina rocciosa, piena di anfratti erbosi, boscaglia e alcove nascoste alla vista. E per quanto riguarda le streghe... beh... diciamo che è più un luogo dove le suddette andavano a spassarsela con i mariti delle donne del villaggio vicino. La storia dei sabba è venuta dopo e le streghe non c'entrano affatto.
La vicinanza con lo Spacco e il Lato Chiaro mantengono il paesaggio che si può godere dalla sua cima in uno stato di vespro permanente. Molto romantico, se si è una streghetta giovane, allegra e in vena di innamoramenti. La sua fama sinistra iniziò a diffondersi quando le mogli tradite scoprirono che le maledizioni che lanciavano sui mariti fedifraghi, una volta scoperti a pomiciare nella boscaglia del Monte, andavano quasi sempre a buon fine. Una di loro teorizzò allora che la zona sorgesse su un Luogo di Potere da cui si può trarre energia magica invocando Belzebù, Aznoth o Melchior Gmorba. Oppure, eventualmente, assorbire energia spazio-temporale dalla Frattura nel tessuto dell'universo per alimentarci un motore per i viaggi nel tempo.
Questione di semantica.
- Heilà, Dottore - una voce profonda e gutturale rimbomba nella valle, rimbalza da una cengia ad un altra, fa vibrare le rocce granitiche e giunge sulla cima, dove la piccola cabina blu si staglia contro il cielo cremisi. La luce sul suo tetto si accende e si spegne con un ritmo sonnolento.
All'improvviso la porta si apre e la testa di un uomo con una strana pettinatura fa capolino dall'uscio, guardando in basso.
- Sì? Qualcuno mi ha chiamato? Rory, sei tu?
- Siamo quaggiù.
Il Dottore abbassa lo sguardo in fondo alla parete della collina e si trova faccia a faccia con un esercito di strane, orribili creature, capeggiate da una sua vecchia conoscienza, che lo saluta agitando una manona rosso sangue.
- Oh, no - sbotta, affranto - Non tu. Non di nuovo.
- Invece sì - sogghigna l'Oscuro Signore - Io. Di nuovo. Voglio la tua favolosa cabina, Mago del Tempo. La voglio adesso. E non provare nemmeno a fregarmi come l'ultima... - poi si acciglia - Aspetta... non mi sembri lo stesso Dottore dell'altra volta. Che è successo a quello con la giacca lunga e i capelli da galletto?
Il Dottore esce dal TARDIS, fregandosi le mani. - Oh, quello? Quello. Beh, sono successe delle cose nel frattempo. Tante cose, a dire il vero. Cose difficili, complicate, dubito che potresti capirle. - allarga le braccia - Ora, se vuoi scusarmi... rimarrei volentieri per il té, ma ho lasciato una nave Sontaran intrappolata nell'orizzonte degli eventi di un buco nero con un ordigno a interpolazione quantica a bordo. Se non torno in fretta potrebbe esplodere e spazzare via un paio di galassie. - fa una pausa per riflettere - Forse tre. - ci pensa ancora - D'accordo, diciamo quattro. Rory! Amy! - chiama, continuando a sorridere - Dove siete?
Another First Doctor by Michele Pala
Sotto di lui, Mors Tua sogghigna, malvagio. - Cerchi i tuoi amici, mago? Credo di averli trovati mentre curiosavano qua attorno...
Alcuni soldati in armatura si fanno avanti, scortando i due ragazzi e strattonandoli in malo modo.
- Dottore, mi dispiace - grida Amy, incespicando.
Il mago della cabina blu sospira - Amelia Pond, ti sei allontanata di nuovo, vero? Ti avevo detto di non perderla di vista, Rory.
Il ragazzo fa per rispondere, ma fatica a trovare le parole. - Gliel'ho detto, ma lo sai come fa...
- Come fa cosa? - protesta Amy.
Il Dottore fa una smorfia, comprensivo. - Sì, lo so, lo so. - poi si rivolge a Mors Tua - Dunque. Hai catturato i miei amici, bravo. Spero per te che tu non voglia far loro del male.
Mors Tua fa spallucce, fingendo innocenza. - Fare del male? Chi ha parlato di fare del male? Io li ho solo trovati, se li rivuoi sono tuoi. - sogghigna - per un modico prezzo.
Il Dottore inizia a muoversi nervosamente avanti e indietro. - Ancora? Certo che sei fissato. Ma a che ti serve il TARDIS? Guardati, sei un grosso... Signore del Male su un pianeta pazzoide fermo al medioevo. Non capiresti mai a che serve, figuriamoci usarlo. Non ci riusciresti neppure avendo a disposizione qualche migliaio di anni. Allora perché lo vuoi? Perché?
- Tu mi sottovaluti, Dottore. - sorride Mors - E sottovaluti la mia concupiscenza. Lo voglio proprio perché non lo capisco. Di sicuro quella piccola cabina blu racchiude poteri favolosi e il modo di viaggiare nel tempo, dico bene? Potrei conquistare l'universo con uno strumento simile. Non può essere altrimenti, visto che stai assorbendo abbastanza energia magica da scatenare una piccola apocalisse.
Il Dottore si acciglia. - Energia magica? - sgrana gli occhi - Oh, vuoi dire l'energia della Frattura. È così che la chiamate? Pazzesco. - sorride - E interessante. Interessante e pazzesco. Beh, ci vuole un sacco di energia per strappare una nave da guerra all'abbraccio di un buco nero, sai? - sogghigna, poi si fa serio - No che non lo sai, non puoi saperlo. - mormora tra sé, grattandosi distrattamente il mento.
Mors tua aggrotta le sopracciglia. - Ora basta con la tua parlantina sciolta, Mago del Tempo. Abioticus, vieni qui - chiama.
Il Necromago Capo caracolla verso di lui, reggendo un lungo bastone ritorto che crepita di energia.
Non appena il Dottore posa gli occhi su di esso la sua attenzione ne viene irrimediabilmente attirata.
- Uh, ma tu guarda - esclama, estraendo dalla tasca della giacca un piccolo oggetto lungo e metallico. Dopo averlo puntato verso il bastone Necrostatico preme un pulsante, una lucetta verde si accende sulla cima e uno strano suono ronzante attraversa l'aria.
- Forte, un dispositivo di negazione spazio-temporale - esclama, entusiasta - Era da un sacco che non ne vedevo uno. E non è alieno, è proprio vostro. Siete più evoluti di quanto pensassi, vivissime congratulazioni. - si umetta le labbra e solleva il dito indice - Ora, so cosa state per fare e so anche che qualsiasi cosa dirò non vi farà cambiare idea, MA... vi invito a considerare una cosa, prima...
The TARDIS by Michele Pala
- Di che diavolo parli? - sbotta Mors, afferrando il bastone e puntandolo verso il TARDIS.
- L'ombra - risponde il Dottore, con un sorriso furbo.
Mors si acciglia, mentre un familiare senso di inquietudine inizia ad insinuarsi lungo la sua spina dorsale. - L'ombra? Ma che...
Poi finalmente nota quel particolare che gli è sfuggito fin da quando ha visto il TARDIS nella sfera, capisce cosa non andava nell'immagine del Dottore e i suoi occhi si spalancano. Le ombre sono fuori posto rispetto all'illuminazione proveniente dall'orizzonte.
Il Dottore sorride, trionfante e solleva il cacciavite sonico verso di lui. Istintivamente Mors Tua attiva il bastone e un raggio di energia oscura saetta verso il TARDIS, avvolgendolo completamente.
- Ora sei bloccato qui per sempre, prigioniero del potere del bastone, Dottore - ride il Signore del Male.
- Tu dici?
Mors si volta appena in tempo per vedere le sue guardie tenersi le mani doloranti, dopo la forte scossa elettrostatica provocata dal cacciavite. I due ragazzi stanno fuggendo, ma verso la boscaglia poco distante e non verso il TARDIS.
- Ma cos...
All'improvviso Amy e Rory riappaiono magicamente accanto al Dottore, sulla cima del Monte.
- Cosa? Com'è possibile? Abioticus, che diavolo sta succedendo, per i mille inferni?
Ma il Necromago fa spallucce, affranto.
- Te lo dico io cosa succede, Morsy - ridacchia il Dottore, roteando su se stesso, mentre i coniugi Pond rientrano di corsa nel TARDIS - Filtro della percezione unito ad un po' di tecnologia olografica di base. In pratica il me stesso che vedi ora è solo una proiezione dislocata del vero me stesso e del TARDIS, che ho camuffato per non fartelo trovare. Le ombre erano sbagliate perché non sono mai stato qui. Credevi che sarei stato così ingenuo da mettermi in piena vista in cima ad una collina dopo l'ultima volta? Ora mi spiace ma devo proprio andare. - lo saluta agitando una mano - Ricordi? Ho una nave Sontaran che mi aspetta. Addio e non apettarmi alzato - e detto questo scappa nella cabina e chiude la porta.
- No - grida Mors - NOOOO.
Come se un gigantesco mantice fosse stato attivato, un ritmico ronzio attraversa l'aria e un forte vento spazza via le fronde della boscaglia vicina, rivelando la presenza di un'altra piccola cabina blu proprio lì, a pochi metri da loro. Il vero TARDIS.
Incredulo, Mors Tua inizia a sbraitare ordini ai suoi guerrieri e molti di essi si scagliano verso la cabina a terra. Ma è troppo tardi. L'immagine lampeggia e svanisce, i soldati vi passano attraverso, cozzando violentemente gli uni contro gli altri.
E mentre la cabina scompare, anche quella in cima al Monte si volatilizza, lasciando l'Oscuro Imperatore nuovamente a bocca asciutta.
- Maledizione, mi è sfuggito di nuovo, Abioticus - mormora il Signore del Male, rabbioso - È assurdo, quel tizio non può essere umano.
- Di certo lo sembra, signore.
- Dici bene, lo sembra. - sogghigna, guardando verso il cielo - Il Dottore e la sua piccola cabina blu. - mormora - Il Dottore. Già. Ma il Dottore... chi?
Affranto, Mors Tua fa spallucce e sospira. - Un giorno svelerò il suo mistero, Abioticus, ma per ora ha vinto lui. Andiamo a razziare un villaggio per rilassarci, ho bisogno di sfogare la frustrazione.
- Ottima idea, mio signore. - sorride il mago, mettendo in mostra tutta la dentatura.
Letteralmente.



SPECIAL SOUNDTRACK
CHAMELEON CIRCUIT - THE BIG BANG TWO

THE DAY OF THE DOCTOR SPECIAL



LA SERVA E IL DOTTORE

DI CLARA


- Principessa Cleofelia, avete sentito una sola parola di quello che ho appena letto?- indagò Odetta, spostando lo sguardo dalla pergamena che stava declamando alla sagoma drammaticamente accasciata su un tavolo. O almeno, Odetta supponeva che quella fosse l'idea di Cleofelia di essere drammaticamente accasciata, ma l'effetto finale era rovinato dal leggero russare della principessa.
La serva scosse la testa, arrotolando il foglio che teneva in mano. In realtà, che Cleofelia fosse sveglia o addormentata cambiava poco alla sua comprensione della storia del Regno, ed a difesa della ragazza si poteva dire che quell'elenco dinastico avrebbe fatto addormentare il più volenteroso degli studenti, anche se Odetta pensava lo stesso dei romanzetti che l'altra leggeva. In ogni caso, era inutile continuare. Avrebbero dovuto aspettare che il re assumesse un altro precettore per rimpiazzare il compianto Oldo de Vecchis, oppure che trovasse un marito, rendendo inutile o comunque fuori dalla sua responsabilità ogni altra istruzione per la figlia.
Odetta lasciò la stanza a passi silenziosi, ritrovando la maniglia della porta sotto l'arazzo del protagonista maschile dell'ultimo romanzo della Vampyre Love Edizioni, un belloccio dai denti appuntiti che stava ad un vero vampiro come un tagliacarte di cristallo sta ad una mazza ferrata, secondo la donna, ma farlo capire a Cleofelia era impossibile. Si diresse verso la biblioteca per rimettere il volume a riprendere polvere insieme agli altri capitoli della storia di Centria. Avrebbe anche potuto fare una deviazione in cucina e parlare con qualcuno che avesse un cervello funzionante, tanto per cambiare.
Due secondi dopo, stava osservando sconcertata il deserto di finissima sabbia grigio-bluastra che si estendeva intorno a lei, sotto un cielo violaceo in cui brillavano due immense lune.
- D'accordo...- borbottò, facendo un passo indietro verso la porta. Verso dove avrebbe dovuto esserci la porta, almeno. Non rimase del tutto stupita nel voltarsi e scoprire che anche dall'altra parte c'era soltanto deserto: sarebbe stato troppo semplice, altrimenti. Dopo essere sopravvissuta ai bassifondi della Capitale, Odetta aveva ritenuto che il Palazzo sarebbe stato un luogo sicuro, ma la varietà di situazioni assurde che capitavano lì dentro riusciva sempre a stupirla. Gran parte di esse era in qualche modo riconducibile all'idiozia di molti dei suoi occupanti, prima tra tutte la splendida svampita di cui doveva occuparsi.
Il deserto, doveva ammetterlo, era nuovo. Così come la grande ombra che stava emergendo all'orizzonte, oltre la barriera delle dune, oscurando il cielo con la sua mole. Odetta rimase per un attimo a bocca aperta di fronte all'enorme disco metallico che si alzava nel cielo sopra di lei.
Poi un portello si aprì sul lato inferiore del disco, ed una figura precipitò gridando:- Geronimo!-
Odetta calcolò in un attimo la traiettoria del corpo in caduta libera, poi si spostò precipitosamente di lato in tempo per evitare l'impatto. Un uomo affondò nella sabbia con un tonfo sordo e rimase immobile, disteso sulla schiena, mentre il disco continuava ad allontanarsi.
La serva esaminò con diffidenza l'individuo, poi si chinò ad assicurarsi che respirasse ancora. Pareva piuttosto giovane, portava una camicia bianca con un paio di bretelle rosse ed un farfallino al collo, un oggetto che era stato per breve tempo di moda anche nella Capitale. Stringeva in una mano una sorta di tozza bacchetta magica. L'altra mano saettò verso l'alto ad afferrare il vestito di Odetta. L'uomo spalancò due allarmati occhi azzurri, e si drizzò a sedere di scatto.
The 11th Doctor by Michele Pala
- Utilizzare un campo di distorsione dimensionale controllato come trappola per astronavi, intelligente. E cattivo. Mi piace quando i cattivi sono intelligenti, rende tutto più complicato, tu no? Oh, molto complicato. Tardis no, cacciavite sonico sì, Pond no, situazione nuova. A proposito, io sono il Dottore.-
Odetta aprì la bocca, la richiuse, tentò di formulare una frase coerente, poi lasciò perdere e si limitò a domandare:- Dottore chi?- 
L'uomo era già in piedi, il volto alzato a scandagliare il cielo e la sagoma lucente che si allontanava. Scosse la testa:- Impossibile tornare a bordo, impossibile fermare la nave in qualche modo. Li raggiungeremo alla loro base, poi formuleremo un audace piano per recuperare la mia nave. Oh, e anche la tua, sconosciuta compagna di sventura.-
- Odetta.- lo interruppe la donna:- E non ho una nave, e neppure un aggeggio volante che non ci assomiglia minimamente ma che per evitare discussioni chiameremo nave. Che posto è questo?-
Per tutta risposta, l'uomo puntò la sua bacchetta verso di lei ed emise un fischio di eccitazione:- Ma questo è ancora più interessante, residui di energia dimensionale e... uhm, un campo di trasferimento di tipo gamma, anche se piuttosto raffazzonato. E' un po' che non incontro una viaggiatrice dimensionale, deduco che la natura instabile della distorsione abbia interferito con il tuo percorso, giusto? Bloccata qui come il sottoscritto.-
Odetta rifletté per un secondo, poi comprese. Magia. Quel tipo era un mago, il che spiegava la bacchetta magica e la generale impressione di pazzia. Si era trovata in mezzo a qualche incantesimo, magari uno degli esperimenti di Fireball per perfezionare la sua magia di teletrasporto.
Decise di concentrarsi sulle parti comprensibili:- Dunque, io sono bloccata qui, e tu anche. Ma hai un mezzo di trasporto che ci permetterebbe di andarcene, giusto?-
- Giusto.-
- Se non fosse che ti è stato rubato da quel grosso disco che sta sparendo oltre l'orizzonte.-
- Riassunto conciso ed efficace, mi piace.- confermò l'uomo.
- Quindi ora noi raggiungiamo la loro base, recuperiamo la tua nave, e tu hai lì un incantesimo per rimandarmi a casa.-
- Uhm, non esattamente.- corresse il Dottore:- Ma sono sicuro che troveremo una soluzione.-
- Allora muoviamoci.- lo sollecitò Odetta, iniziando a camminare nella stessa direzione in cui era andato il disco. Dopotutto, per far volare un oggetto così grosso doveva servire parecchia magia, quindi non poteva restare in aria troppo a lungo.
Quattro ore dopo, Odetta aveva sabbia in ogni piega del vestito, un paio di vesciche ai piedi, le orecchie rintronate, ed una quantità di informazioni del tutto scollegate tra loro che riguardavano il Dottore, persone con cui aveva viaggiato, posti in cui era stato, cappelli che aveva indossato e la ricetta giusta per combinare bastoncini di pesce e crema pasticcera. Aveva anche una decina di idee per farla pagare a Fireball, se fosse saltato fuori che era sul serio colpa sua.
Non aveva la minima preparazione per quello che lei ed il suo compagno di viaggio videro oltre l'ennesima duna blu, quando finalmente raggiunsero la base dei ladri di navi magiche. Il Dottore fissò la scena in silenzio. Odetta era combattuta tra fissare a sua volta la scena, far finta di niente, tentare una spiegazione imbarazzata, chiederne una, oppure scoppiare in una risata isterica. E la principessa Cleofelia, regalmente seduta su una delle paratie dell'astronave schiantata a terra, distolse lo sguardo dallo specchietto con cui si stava risistemando il trucco ed aggrottò la fronte.
- Odetta, era ora. Avevo appuntamento con il sarto di corte almeno due ore fa! Che cosa stai aspettando a riportarmi a palazzo?-
- Che cosa è successo qui?- domandò la serva sforzandosi di tenere un tono calmo, mentre la sua mente correva. Era possibile che avesse sottovalutato la nobile fanciulla a tal punto, quando in realtà era abbastanza forte da distruggere da sola un gigantesco disco levitante? Lo escludeva, ma era tristemente probabile che fosse successo per sbaglio.
- Si direbbe un rarissimo caso di autocombustione dello stabilizzatore del campo dimensionale, che naturalmente impediva all'astronave di implodere quando intercettava i velivoli catturati dalla distorsione, ricalibrandola in base alle leggi dei mondi che essa collegava. Un meccanismo delicato come quello è piuttosto soggetto ai paradossi. - interloquì il Dottore:- Questa nave era completamente automatizzata, e programmata per eseguire una scansione psichica di chiunque fosse portato a bordo dai raggi traenti. In questo modo passeggeri potenzialmente pericolosi vengono scaricati nel deserto, gli altri sono trattenuti per essere venduti come schiavi. Devo dire che è un finale parecchio anticlimatico.-
- Odetta, chi è questo tipo vestito così male?- volle sapere Cleofelia, arricciando il nasino.
- Cleofelia, il Dottore. Dottore, la principessa Cleofelia di Centria. Ripeto, che cosa è successo?-
La principessa scrollò le spalle:- E cosa ne so io? Mi sono svegliata dentro un guscio di metallo, ed ho dovuto strisciare fuori strappandomi il vestito. E sono sbucata in mezzo a questo deserto, e non c'è nessuno, e qualcosa ha distrutto la mia copia di "L'amore morde solo due volte" firmata dall'autrice! Odetta, è tragico!-
Odetta stava per rispondere, quando un pensiero la colpì. Provò a ragionare a bassa voce.
- Dottore, avete dei vampiri in questo mondo?-
- Uhm, gli ultimi vampiri che ho incontrato erano in realtà dei grossi pesci alieni, lunga storia. Ma visto che siamo in una distorsione, è possibile che siamo in contatto con un universo in cui i vampiri sono diversi.-
- Ipotizziamo che questo stabilizzatore dimensionale fosse calibrato sulle leggi di un mondo in cui i vampiri ci sono, e sono mostri assetati di sangue. E che un sondaggio psichico invece lo convinca che i vampiri sono affascinanti individui vagamente effeminati che vivono per essere redenti dall'amore puro di una fanciulla. Conterebbe come paradosso?-
The First by Michele Pala
Il Dottore esitò per un attimo, poi ammise:- Suppongo di sì, dal momento che tutto l'impianto era collegato al sistema centrale. I risultati del sondaggio psichico vengono automaticamente confrontati con i dati dello stabilizzatore, per compensare la natura instabile di questa specifica distorsione. Se c'è un conflitto troppo grosso tra i dati in arrivo... boom! Ma dovrebbe trovare una mente molto decisa. Direi ossessionata al punto da ignorare la realtà stessa del suo...-
Il Dottore ed Odetta si guardarono, poi guardarono la ragazza che stava risistemando il suo fermaglio, dalla forma di cuore trafitto da un pipistrello.
- Non fa una piega.- confermò Odetta.
- Suppongo di no.-
- Allora, la sua nave? Non è stata distrutta, vero?-
Il Dottore si guardò attorno, poi balzò agilmente giù e spinse di lato un paio di detriti. Semisepolto nella sabbia, spuntava un parallelepipedo blu con in cima la scritta "Police Box".
- Oh, eccola qui! La mia ragazza non ha un graffio, proprio come prevedevo. Ma prevedo che dovrò risistemare l'interno, con tutti questi urti la biblioteca sarà in uno stato pietoso, spero solo che la piscina non abbia di nuovo allagato la sala da biliardo, l'ho appena reinstallata.-
Odetta stava per obiettare qualcosa, vedendo le dimensioni del mezzo, ma in quel momento un formicolio invase il suo corpo. Pochi secondi dopo, il deserto svanì.

- Sono ancora qui! Le abbiamo trovate, Fireball, le nostre teste sono salve!-
Odetta aprì gli occhi e si ritrovò a fissare una siepe. Si raddrizzò, tirandosi a sedere, e la siepe riacquistò il familiare contorno di uno dei cortili del palazzo. Accanto a lei, Cleofelia stava dormendo, le braccia strette intorno ad una pergamena con lo stemma della Vampyre Love Edizioni.
Davanti a lei, il Bardo stagista ed il mago di corte le stavano fissando con l'aria sollevata di chi ha appena visto ricomparire l'erede al trono che ha erroneamente spedito in una distorsione dimensionale prima che un certo Re lo venga a sapere.
Fireball fece una smorfia:- Questo nuovo incantesimo di teletrasporto è una fregatura, il collega che me lo ha suggerito avrebbe dovuto specificare che bisognava impostare anche il punto di partenza. Per fortuna siete finite soltanto a qualche metro di distanza.-
- Qualche...- Odetta fece per ribattere, poi si fermò, confusa. Che cosa era successo? Le sembrava di ricordare qualcosa di metallico, e... e qualcosa sui vampiri. E bastoncini di pesce con la crema. Con un sospiro, la serva si apprestò a riportare la principessa in camera sua, ed a fare ad un certo mago un discorso sugli esperimenti magici a corte. E a liberarsi della sabbia che le aveva misteriosamente invaso i vestiti, naturalmente.



SPECIAL SOUNDTRACK

CHAMELEON CIRCUIT - THE TRAVELLING MAN