sabato 31 maggio 2014

Le Recensioni nella Sfera: By the Book, di Peter Anckorn



Bentrovati, cari concittadini ipodotati. Come vi avevamo preannunciato dopo la fine della saga della Sfera di Clara, la nostra preziosa collaboratrice è tornata a occuparsi di recensire libri, fumetti e siti web che stuzzicano la sua fantasia. E chi, se non le nostre allegre streghette di Toadstone, poteva darle una mano nell'impresa? 
Questa volta la recensione tratta di un uebcomic umoristico a tema fantasy, che inquadra l'eroismo da un punto di vista piuttosto particolare. Il fumetto in questione si intitola BY THE BOOK e potete trovarlo cliccando sul link. 
Ora, se non vi dispiace, vado ad indagare più a fondo su questo fanservis... o qualunque cosa sia. Sembra interessante.

Vostro primaverile,

Archibad Lecter, Segretario Particolare del Re


di Clara

- Ha funzionato! Agatha, hai visto?-
Agatha spalancò gli occhi e scostò la schiena da un tronco, balbettando:- Non stavo dormendo!-
Per fortuna Amelia era troppo impegnata a saltellare soddisfatta per fare caso a lei. O alla fascina di legna ammucchiata a terra, su cui puntualmente inciampò, rovinando tra l'erba con uno strillo e facendo rotolare ramoscelli in ogni direzione.
- Avevamo appena finito di raccoglierla!- si lamentò Agatha. A primavera inoltrata, quando il calore aveva già iniziato a seccare i rami caduti nella foresta, gli abitanti di Toadstone iniziavano a ricostituire le scorte consumate in inverno. Ed era proprio quello che le due ragazze stavano facendo fino a pochi minuti prima, quando avevano deciso di approfittare di una piccola radura e della lontananza da chiunque altro per prendersi una piccola pausa... che, per Agatha, era subito diventata un sonnellino. Sul serio, perché una Congrega Oscura doveva per forza incontrarsi di notte?
- E chi se ne importa, Agatha!- protestò Amelia, rialzandosi e spazzando via terriccio e foglie dalla gonna marrone. Gli occhi scintillavano mentre spiegava eccitata:- L'incantesimo di levitazione ha funzionato! Hai visto?-
Agatha si guardò attorno, senza notare alcuni oggetto sospeso nell'aria, quindi optò per la prudenza:- Ehm... sì? Fantastico.-
- E' durato un secondo, poi mi sono distratta. Ma è un inizio.-
- Ottimo inizio.- concordò in fretta l'amica, sgranchendosi:- Ora che ne dici di continuare con la legna? Abbiamo ancora un po' di tempo prima di tornare indietro...-
- In realtà è quasi ora di cena.- intervenne Amelia distrattamente, puntando un ramoscello contro gli altri distesi a terra ed agitandolo nell'aria:- Ora, come avevo fatto? Era, tipo...-
Agatha la interruppe, confusa:- In che senso è quasi ora di cena? Quanto ho dormito?-
- Uhm... un'oretta? Massimo tre.-
- E tu hai passato tre ore a provare a far muovere dei rami?-
Seguì un lungo silenzio. Dopo anni di amicizia, Agatha aveva sviluppato una certa capacità nell'interpretare i silenzi di Amelia, da "sono offesa con te e non ti parlerò per due minuti" a "sto pianificando un modo geniale per farci ammazzare". In questo caso, il significato era "ho fatto qualcosa di imprudente e non vedo l'ora di raccontartelo".
- Non hai portato fuori la sfera magica, vero?- indagò.
- Ehi, non potevo lasciarla a Petronilla! L'ultima volta si è messa ad utilizzarla da sola!-
- Hai appena fatto la stessa cosa.- fece notare Agatha.
Amelia alzò le spalle:- Io sono il capo della Congrega, quindi faccio le regole.-
Per qualche motivo, l'amica non aveva avuto dubbi sulla risposta. Lasciò perdere ogni commento sull'opportunità di usare un oggetto magico in pieno giorno dove potevano passare individui la cui normale reazione alla magia era l'accensione di un simpatico falò, e continuò a sistemare la legna.
- Allora?- insistette Amelia:- Non mi chiedi cosa ho visto?-
- Tanto so che me lo dirai lo stesso.-
Agatha continuò a raccogliere rami e contò mentalmente. Era arrivata a otto quando Amelia iniziò.
- Dunque, si intitolava By The Book. Ed era un altro di quei... come si chiamano... fumetti.-
- I disegni con i dialoghi scritti?-
- Proprio quelli! Però erano parole in una lingua misteriosa! Credo che fosse elvese.-
Agatha non si trattenne dal precisare:- Vorrai dire elfico.-
Ne ricavò un'occhiataccia di offesa superiorità:- Io sono la strega anziana qui, quindi sono anche la suprema autorità in fatto di lingue magiche. Era elvese.-
- Va bene, elvese.- cedette l'amica, poco convinta.
- Ed infatti non era precisamente un fumetto, ma un uebcomic.-
- Un cosa?-
Amelia sospirò e spiegò pazientemente:- Ueb è una parola in elvese che significa rete, perché una volta che inizi a leggere quella cosa sei intrappolato e non riesci a smettere. Comic perché è molto comico, insomma fa morire dal ridere.-
- Ah, ecco.-
- Già.-
- Sei sicura del signif... no, aspetta. Sei il capo della congrega, quindi è sicuramente giusto.-
- Senza ombra di dubbio.-
Ci fu una pausa di silenzio, poi Agatha domandò:- E di cosa parla questo uebcomic?-
- Rath il goblin, Kazu l'orchessa e Zeen il coboldo sono stanchi di farsi pestare dagli eroi alla ricerca di tesori nei loro sotterranei. Così, quando trovano la Guida degli Avventurieri, decidono di diventare a loro volta eroi, e di avventurarsi nel mondo esterno per mietere gloria, onore e ricchezza. Troveranno pericolo, missioni impossibili, e qualche alleato fuori di testa. Ogni tanto iniziano a parlare di classi, statistiche e cose del genere, come se fare gli eroi fosse un gioco, ma quale persona sana di mente potrebbe vedere rischiare la propria vita come un gioco?-
L'altra ragazza evitò di commentare che era più o meno il livello di sanità mentale di una ragazza che decideva di fondare una Congrega di stregoneria dopo aver frequentato un corso sui pericoli dell'immischiarsi con la magia nera.
- Quindi, questi tre mostriciattoli...-
- Ora sono avventurieri.-
- Questi tre avventurieri iniziano a vagare per il mondo in cerca di avventure?-
- Più o meno. Più che altro all'inizio fanno una figura piuttosto ridicola.-
- Ah, ecco.-
- Poi il Signore Oscuro per cui lavoravano gli manda alle calcagna una piccola truppa...-
- Mi pareva.-
- Che però si perde in una serie di varchi dimensionali, finendo in mondi uno più assurdo dell'altro.-
Silenzio.
- Nel frattempo i protagonisti ed i loro nuovi compagni d'avventura si ritrovano a combattere contro delle api giganti, la cui regina vuole liberare un potentissimo malvagio che distruggerà il mondo.-
Silenzio.
- Poi ci sono possessioni da parte di misteriose entità, pirati, maghi, combattimenti all'ultimo sangue, mostruose navi volanti...-
Silenzio.
- E fanservice.-
Una debole risposta, come se la proprietaria della voce non sapesse decidersi a formularla:- Che cosa significa fanservice?-
- E' una parola in elvese, significa gente troppo povera per permettersi vestiti che rimangano integri per più di due pagine.-
Un'altra pausa di silenzio, poi Agatha si decise ad esprimere il dubbio che aleggiava nella sua mente:- Sei sicura di aver guardato nella sfera e non mangiato qualche bacca? O funghi colorati?-
- Ehi, non mi credi?-
- Sembra un po'... insolito.-
- Allora fortuna che non ho accennato ai centauri, alle amazzoni o ai cavalieri a vapore.-
Agatha aprì la bocca, la richiuse, ed infine insistette:- Forse hai toccato qualche edera velenosa?-
- Al massimo potrei esserci caduta addosso mentre ridevo.- concesse Amelia:- Sul serio, alcune pagine mi hanno fatto morire dalle risate.-
- E questo ti ha tenuta occupata per tre ore?-
- Ehi, dovevo sapere come andava avanti la storia!- protestò l'altra:- Tu riusciresti a smettere di leggere prima di aver scoperto se i tuoi personaggi preferiti sopravvivono o no? E poi avresti dovuto vedere lo stile di disegno: le espressioni dei personaggi erano rese in modo molto efficace, ed ovviamente divertente, così come i movimenti ed i combattimenti. E le pagine erano anche molto ben colorate, anche se un po' scure.-
- Parlando di scuro, il sole sta per tramontare.- tagliò corto Agatha:- Torniamo al sentiero e non perdiamo altro tempo va bene? Potrai raccontarmi la fine della storia dopo.-
Amelia sospirò:- In realtà non è ancora finita. Però pubblicano almeno un paio di pagine alla settimana, a quanto pare, quindi non dovrò aspettare troppo per sapere cosa succederà... ammesso che la sfera collabori. Ho accennato al fatto che, oltre a quei tre sfortunati, ci sono anche moltissimi altri personaggi? E che ci sono diversi archi narrativi in corso, oltre al loro?-
- No, questo lo avevi tralasciato.- commentò in fretta l'amica:- Ora, se tu volessi raccogliere quella legna...-
- E le drammatiche rivelazioni?-
- Avevo intuito qualcosa del genere, ma per favore...-
- E l'umorismo per le situazioni assurde in cui si ritrovano, o per il modo in cui le affrontano?-
- Sì, avevi già detto che...-
- E gli gnomi?-
Agatha fece un respiro profondo e strillò tutto di un fiato una dettagliata descrizione di dove potevano andarsene gnomi, uomini-ape e centauri, se l'altra non l'avesse aiutata a finire in fretta.

Poco dopo, la radura era deserta. Passò qualche istante, ed un paio di rametti sospesi nell'aria dietro un tronco caddero a terra con un tonfo impercettibile.


Incredibile, ma sono enormi! Mai viste scale così grandi...


E non dimenticate di visitare il blog di Clara, per altre recensioni!

giovedì 15 maggio 2014

Gburhulg GNAM!



Buonasera, popolo indegno! Come sempre qui è il vostro Segretario preferito che vi arringa dalla bacheca del Bardo Doloroso. Eccoci a una nuova, insulsa e ridicola puntata del nostro drammone fantasy interattivo preferito. Il nostro gruppo di eroi mentecatti se la sta vedendo brutta nei sotterranei sotto Puerto del Muerto. Non sono mai stato lì, ma mi dicono che facciano dei Mojito deliziosi. Questo non ha niente a che vedere con la storia, ovviamente, ma mi sembrava carino dirlo. 
Avete optato per la carnevalata con le teste di pesce, immagino solo perché non siete fisicamente lì a sentire l'odore. 
Ad ogni modo vi lascio a questo umido, sanguisugoso e ittico episodio. Divertitevi, nei limiti del possibile.
Io andrò a creare modellini in creta del Bardo, da schiacciare a martellate. Ho scoperto che è una terapia che fa miracoli contro lo stress.

Vostro, desideroso di relax

Archibald Lecter, Segretario Particolare del Re


dai Canti del Bardo 


Dopo che Mohamet ha finito di spiegare la sua idea segue un lungo istante di sbigottito silenzio.
- Io quella roba sui capelli non me la metto. - dice Bajyna, in un tono che non ammette repliche.
- Non so se è peggio questa cretinata o l'idea di rischiare la pelle per salvare quei prigionieri - borbotta DarkShiekd, disperato.
Mohamet svuota con movimenti rapidi la testa di un pescespada e se la infila, come fosse una maschera di carnevale.
- No è così terribile - dice, allargando le braccia - me non sente quasi niente...
- Perché tu sei morto, maledetto scimmione - sibila l'elfa - e puzzi già di cadavere. Lo sai quanto ci vorrà per levarmi l'odore dai capelli? Siamo in un fantasy, non è che si trovi lo shampoo dappertutto, sai?
Il frastuono dei cultisti che scendono di corsa le scale li fa sobbalzare.
- Non c'è tempo per discutere - ringhia Lissay, infilandosi la testa di una murena dopo aver creato i buchi per gli occhi con un coltello.
- Mpf. Fai presto a parlare tu. Sei calva... - borbotta Bajyna.
Alla fine riescono a trovare un compromesso grazie all'aiuto di DarkShield, che si offre di mantenere attivo un campo di forza sulle teste delle ragazze, in grado di isolare i capelli dal pesce.
- Non ho studiato per anni le tecniche più oscure della stregoneria per preservare la tua cute, elfa - ringhiò, infilandosi la testa di uno squalo - ma tutto pur di farti chiudere quella boccaccia.
Parzialmente soddisfatta, Bajyna afferra la testa di una cernia e se la infila a fatica. Ferianthalas opta per quella di un tonno, Rowena per quella rossa di un gigantesco scorfano e i due pirati travestiti da cultisti per un paio di merluzzi sovrappeso.
- Sbrighiamoci, prima che mi venga da vomitare... - mugugna Ferianthalas, barcollando. Il fiuto da elfo di certo non aiuta né lui né Bajyna, in un simile frangente. - Fai strada, Lissay.
La donna si tuffa in avanti con la sciabola in pugno, seguita da tutti gli altri. Non ci vuole molto prima che incontrino i primi ibridi nell'oscurità dei corridoi più profondi.
- Ora state in silenzio e comportatevi da idioti, come se foste... beh, dei pesci morti. - consigliò.
- Credimi, non sarà un problema... - bofonchia DarkShield, amaro.
Il gruppo inizia a imitare il movimento erratico degli ibridi, scostandosi per lasciar passare quelli veri, che li scrutano con occhi vuoti e li annusano intensamente. I nostri trattengono il respiro. Più per la puzza che per l'effettiva paura.
Un ibrido più grosso degli altri, un incrocio tra un buttafuori sotto steroidi e un'orca assassina, scosta i propri compagni in malo modo e urla qualcosa in una qualche forma di oscuro e primitivo linguaggio ittico.
- Ië, ië, Gburhulg fhtagn, blearg bleargh Gburhulg fhtagn.
Gli altri pesci sollevano un braccio e ripetono tutti la stessa, incomprensibile cantilena, quasi fosse un grido di battaglia. A quel punto l'orca si rende conto che non tutti stanno partecipando a quell'importante momento di condivisione.
I suoi piccoli occhietti neri si posano su uno strano ibrido di tonno. Con un movimento rapido si porta a pochi centimetri da esso e spalanca le fauci, urlandogli in faccia come un sergente istruttore.
- Gburhulg fthaaaaagn...
Ferianthalas si irrigidisce, rimane immobile per un istante, dopodiché barcolla e sviene all'indietro, crollando a terra come uno stoccafisso. La nebbiolina lo ricopre quasi immediatamente.
Troppo Gburhulg GNAM ed ecco che succede...
Gli ibridi si congelano e lo fissano a lungo, in silenzio. DarkShield inizia a mormorare un incantesimo per creare un campo di forza, ormai sente i cultisti arrivare di corsa.
All'improvviso, inaspettatamente, Mohamet fa un passo avanti e indica il punto da cui stanno arrivando.
- Gburhulg GNAAAAAM! - urla con entusiasmo.
Quelli sobbalzano, poi sollevano le braccia e urlano a loro volta.
- Gburhulg GNAAAAAM!
La mostruosa calca si precipita famelica verso gli ignari cultisti che sopraggiungono, ancora convinti di avere in mano la situazione.
Mentre Bajyna cerca di far rinvenire Ferianthalas, DarkShield si avvicina a Mohamet e lo afferra per le spalle, cercando inutilmente di scuoterlo.
- Tu - ringhia, sconvolto - come diavolo hai fatto? Un incantesimo druidico? Un miracolo? Un insano deus ex machina nella trama?
Quello fa spallucce. - Pesci ragiona molto semplice - spiega - loro interessa solo due cose: cibo e roba da mangiare. Me crede che loro non mangia cultisti solo perché quelli indicare loro cibo per primi.
Le urla strazianti dei malcapitati alle prese con i loro stessi ibridi fuori controllo arriva alle loro orecchie, rimbombando per le pareti oscure del corridoio.
- Incredibile, non li facevo così idioti...
In quel momento Ferianthalas si riprende, tossendo convulsamente.
- Tutto a posto, elfo beota? - domanda Bajyna, preoccupata - sei pallido come un cencio...
- Incredibile, affronti un angelo bigotto senza batter ciglio e poi svieni davanti a un pesce... - lo canzona Rowena, ridacchiando.
- Zitta, scorfano - sbotta lui - ne riparleremo quando avrai il naso di un elfo e un pesce mezzo putrefatto ti aliterà a tutta forza in piena faccia.
- Tecnicamente si tratta di un cetaceo. - puntualizza Lissay - ma non è il momento di discutere di biologia, questa. Approfittiamo del diversivo per cercare i prigionieri sopravvissuti e l'uscita.
Il gruppo avanza il più rapidamente possibile nella fitta oscurità, sobbalzando per ogni movimento, per ogni piccola ombra. Nelle celle non vi sono altro che ibridi agli stadi iniziali della mutazione. Sono centinaia, un piccolo esercito con cui i cultisti potrebbero facilmente conquistare Puerto del Muerto in mezza giornata, se volessero.
All'improvviso una gigantesca massa scura si scaglia convulsamente contro le sbarre di una cella, facendole tremare. Spaventati, i nostri sollevano le armi, pronti a difendersi.
- Lissay, sono io - sibila un vocione.
La donna socchiude gli occhi, poi li sgrana. - Holdrach - esclama - sei vivo. Fadris è con te?
Il gigante che aveva fatto a pezzi la mensa qualche ora prima si accascia contro le sbarre, mentre Rowena esamina la serratura ed estrae una forcina per capelli da sotto la testa di pesce.
- No, dopo essermi ripreso mi sono ritrovato circondato da quelle bestiacce schifose, perciò sono stato occupato a pestarle per bene - dice, indicando lo sterminio di uomini e pesci alle sue spalle - Purtroppo sono ancora stordito dal veleno di quei bastardi - si massaggia la testa - fuori c'erano quelli più grossi, e l'oscurità è così fitta che se fossi uscito sarebbe stata morte certa. Ora però è diverso. - si rivolge a Rowena - Lascia stare, tesoro, non serve... fatevi da parte.
Scambiandosi occhiate perplesse, gli altri obbediscono.
Holdrach molla una violenta pedata alla porta, piegandola e scardinandola.
- Fantastico... - mormora Bajyna, dando di gomito all'elfo - non possiamo portarcelo dietro?
L'elfo barcolla e grugnisce qualcosa, massaggiandosi la testa.
Bajyna lo scruta attentamente, poi gli leva la testa di tonno, che viene via con un disgustoso rumore di viscere rimescolate. Ferianthalas barcolla all'indietro e cade, ma viene afferrato al volo da Mohamet.
- Ha proprio lo stomaco debole, eh? - domanda Lissay, perplessa.
- Non è lo stomaco... - sgrana gli occhi l'elfa, notando una cosa nera e viscida che sbuca da dietro il collo dello spadaccino.
- Non... non mi sento troppo bene... - rantola lui.
Bajyna inizia ad armeggiare convulsamente con i lacci del suo corpetto di cuoio. - Svelti, aiutatemi a spogliarlo - sibila.
DarkShield fa una smorfia. - Non puoi trattenere gli ormoni fino a quando saremo fuori? Non mi sembra il posto giusto per fare zozzerie, questo.
Senza dargli ascolto, l'elfa sgancia il corpetto e strappa via la camicia, rivelando uno spettacolo disgustoso. Decine di grosse sanguisughe sono appiccicate al petto e alla schiena di Ferianthalas, pulsanti e gonfie di sangue.
- Ma cosa... quando... - Rowena si china accanto a lei e inizia ad aiutarla a strappare via le schifose bestiacce.
- Si devono essere attaccate a lui quando è svenuto. - mormora Holdrach, pestando a caso il pavimento con lo stivalone.
- Presto, se lo stanno mangiando vivo - grida Bajyna.
- Sssst, maledizione - ringhia DarkShield, facendo un cenno ai due pirati di Lissay - vorresti mostrare la tua apprensione in silenzio? Qualcuno di quei cosi potrebbe sentirti.
I due uomini si muovono cautamente nel corridoio dal quale sono venuti, tendendo l'orecchio per percepire movimenti pericolosi.
- Laggiù c'è una scala che scende al livello inferiore. - dice la piratessa, indicando più avanti - Se c'è la possibilità che Fadris e qualcuno degli altri prigionieri siano ancora vivi dobbiamo scendere ancora. Il passaggio di cui vi parlavo è da quella parte. Ce la fa il vostro elfo a camminare?
Ferianthalas scuote il capo e si alza a fatica, il corpo pieno di ferite bluastre. - Mi gira un po' la testa, ma ce la faccio - all'improvviso barcolla e Bajyna lo afferra per sostenerlo.
- Presto, allora - sibila DarkShield - donna, fai strada. E fai attenzione, capito?
- Carino da parte tua preoccuparti, necromante - replica lei, sarcastica.
Rowena si stringe al suo braccio, fissandolo con sospetto. - Tesoro, hai forse intenzione di tradirmi con questa femmina umana di facili costumi?
- No - scuote il capo lui, mentre avanzano lentamente nell'oscurità - per tradirti dovrei prima avere un legame con te, cosa che, come tutti sanno, è unicamente una tua pia illusione. E ad ogni modo sono più preoccupato del fatto che sia lei l'unica a sapere come uscire di qui. Se muore siamo fregati.
- Tu può sempre resuscitare come me... - suggerisce Mohamet, mai così intellettualmente attivo come in questo periodo.
- Escluso. - taglia corto DarkShield - Grazie a un certo imbecille la preparazione Z è finita e senza un laboratoro decente non posso sintetizzarne altra. Se la riportassi in vita come un normale zombie il massimo che potrebbe fare sarebbe divorare cervelli. Ma in questo gruppo finirebbe per morire una seconda volta. Di fame.
- Sì, sì, ho afferrato il concetto - brontola Lissay in testa al gruppo - possiamo evitare di continuare a parlare della mia morte? Porta male, dannazione.
- Allora è vero che i marinai sono incredibilmente superstiziosi... - osserva Bajyna, curiosa.
Le scale si trovano poco più avanti e si aprono nella parete rocciosa della scogliera, scendendo in profondità. Sono umide e scivolose, ma in fondo ad esse si scorge finalmente una luce giallognola.
- Torce - indica Lissay - siamo vicini. Gli ibridi non necessitano di luce, ma ai prigionieri umani solitamente viene lasciata. Forse il fuoco tiene lontane quelle bestiacce.
All'improvviso da un punto alle loro spalle, in lontananza, s'ode echeggiare un terribile ruggito e le pareti di pietra del corridoio iniziano a tremare.
- Un terremoto - urla Holdrach.
- I terremoti non ruggiscono - sbotta DarkShield, più pallido del solito - muoviamoci, ho una brutta sensazione...
- Anch'io... - geme Ferianthalas, frugandosi nei pantaloni ed estraendo una grossa sanguisuga nera che si era salvata dalla perquisizione.
Il gruppo inizia a scendere con prudenza lungo le scale consunte. Un'altra scossa di terremoto minaccia di farli cadere, ma i cultisti hanno installato un rudimentale corrimano di metallo alla parete di roccia, con cui riescono faticosamente a tenersi in piedi.
Quando arrivano finalmente in fondo si ritrovano in un'ampia caverna illuminata, dominata da un'imponente gabbia piena di gente terrorizzata.
C'è un cultista di guardia, che non appena li vede balza in piedi e accorre verso di loro, convinto che Lissay e i sue pirati siano suoi confratelli.
- Gburhulg fthagn - li saluta - Che succede? Perché LUI è così agitato? - domanda, apprensivo - Se non lo fanno smettere subito questo posto cadrà a pezzi.
- Svelto, hai tu la chiave dei prigionieri? - domanda Lissay in tono urgente.
Quello annuisce. - Sì, perché? Serve un sacrificio di massa per placarlo?
- Placare chi? - domanda Bajyna.
- Come chi? Ma LUI, chi se no? - si acciglia il cultista, osservando meglio i loro vestiti. In quel momento si accorge che Lissay è una donna.
- Ehi, ma tu hai le...
La piratessa gli assesta un fulmineo destro in pieno viso, facendolo roteare e cadere faccia a terra, privo di sensi. Dalla gabbia si alza un'ovazione da stadio, seguita da applausi.
- Aiuto - grida un prigioniero - aiutateci, per carità, questi sono pazzi... siete qui per aiutarci, vero?
DarkShield afferra la chiave che il cultista teneva appesa alla cintura e si avvicina alla porta con aria disgustata. - Ahinoi, sì. Ma a mia difesa vorrei dire che non è stata una mia idea.
Dopo alcuni minuti i prigionieri sono tutti fuori e si stringono l'un l'altro, spauriti.
- Padre - grida una ragazza minuta e molto graziosa, correndo ad abbracciare Holdrach.
- Fadris - esclama lui, fuori di sé dalla gioia.
Ferianthalas scambia un'occhiata sconvolta con gli altri.
- Tu sei la figlia di questo bestione? - domanda, con il consueto tatto degli Elfi Neri.
Lei si stacca da suo padre e annuisce, sorridendo. È magra e pallida ma sembra stare bene.
- Sì, grazie per averlo aiutato a trovarmi. - dice, poi si acciglia - Ma... qualcosa non va? Perché quella faccia?
Ferianthalas solleva un sopracciglio, poi scuote il capo, imbarazzato. - Niente, non badarci. È che vedendo tuo padre mi aspettavo che somigliassi di più a... che so... un troll delle montagne. Magari con la barba.
Lei sgrana gli occhi, poi soffoca una risata.
- Vero? Anch'io trovo che gli somigli - ride - solo che i troll non hanno il naso così grosso.
Entrambi ridono, sotto lo sguardo furente di Bajyna.
- Non dargli troppa confidenza, cara - le consiglia, trasudando gelosia come un serpente a sonagli - oltre a essere di intelletto alquanto dubbio, questo rozzo individuo fa parte di una razza votata al male. Inoltre bacia da schifo.
Gli altri si voltano a fissarli con gli occhi spalancati.
- Non mi sembrava ti dispiacesse, però - replica Ferianthalas, piccato.
- Si sono... baciati? - mormora DarkShield, disgustato.
Accanto a lui Rowena cade sulle ginocchia, con le mani tra i capelli. - Per l'Überdevil, quella stupida elfa ci è riuscita prima di me. - grida, disperata - perché? Perché non posso baciare il mio DarkShield? Perché?
- Mmm... perché se lo facessi morirei? - azzarda il mago.
Lei si alza di scatto, con gli occhi spiritati. - Ma se non lo facessi potrei morire io - ringhia, afferrandolo per le spalle.
In quel momento i due pirati di guardia alla scala si fanno largo tra la folla di prigionieri.
- Brutte notizie, quelle cose stanno tornando, capitano. Che facciamo?
- Merda, così presto? - Lissay si porta verso il fondo della caverna, dove si apre una nicchia più piccola con una profonda polla d'acqua larga tre o quattro metri. - Venite tutti qui, l'uscita è da questa parte.
I prigionieri fremono di paura. - No, di là entrano ed escono quelle cose.
- Perché è collegato con il mare - annuisce la piratessa - è l'unica via d'uscita.
Ferianthalas esamina la polla, deglutendo per la paura.
- Sembra parecchio profonda - dice - che succede se di perdiamo là dentro?
- La domanda è un'altra - dice DarkShield - come portiamo tutte queste persone fuori di qui? Guardali, sembra che la selezione naturale si sia presa una vacanza, di recente...
- E qualcuno deve pur tenere a bada quelle cose mentre evacuiamo... - ringhia Holdrach, cupo.
In quel momento la caverna trema di nuovo e il tremendo ruggito della creatura misteriosa echeggia in lontananza.

Che fare?

1. DarkShield ferma gli ibridi sigillando la scala con un campo di forza mentre i prigionieri fuggono a piccoli gruppi. Ma poi come fuggirà DarkShield? Sorpresa!

2. Mohamet, Holdrach e Ferianthalas tengono le scale a rotazione, mentre DarkShield crea una bolla di forza piena d'aria per traghettare i prigionieri fuori di lì.

3. Mohamet tende un'imboscata agli ibridi, entrando nella gabbia dei prigionieri e facendo da esca per attirarli all'interno. Quando tutti saranno dentro qualcuno da fuori chiuderà la porta e Mohamet fuggirà tra le sbarre in forma di topo zombie

4. Forse il fuoco può tenerli davvero lontani. Ci sono delle casse nella caverna, si potrebbe ammonticchiarle davanti alle scale e dar loro fuoco.





- Ci dev'essere qualcosa che accomuna Fadris e suo padre...

- Il fatto che siano entrambi esseri umani?

Ferianthalas e Bajyna, bisbigliando alle spalle della bella figlia di Holdrach

sabato 10 maggio 2014

Il Segreto della Sfera: Capitolo 7! GRAN FINALE!



Bentrovati, insulsi licheni tenacemente e insensatamente aggrappati al muro della vita. Spero che questa mia vi trovi in forma, pronti a essere precettati nel caso si arrivi alle mani con i nani (se mi passate il gioco di parole). Dunque, oggi diamo l'arrivederci alle nostre tre piccole streghette di campagna, Amelia, Agatha e Petronilla. Si CONCLUDE infatti IL SEGRETO DELLA SFERA, la storia di Clara su come Brave e la maga Dulcina si siano incontrati per la prima volta. 
Nemmeno io sapevo tutta la storia e devo ammettere che gli ultimi, imbarazzanti particolari verranno raccontati e ridicolizzati nelle taverne del Regno per parecchio tempo a venire. A Brave verrà un colpo quando saprà che ora tutti sono a conoscenza della sua incapacità nel gestire il gentil sesso.
...
Come dite? Senti da che pulpito? Vorrei ricordarvi che il sottoscritto era un discreto sciupafemmine, in gioventù. Ho smesso perché gli impegni di Stato si sono fatti pressanti e non avevo più tempo da dedicare a feste ed eventi mondani. Sono un uomo impegnato io, cosa credete?
Ora, se volete scusarmi, devo finire di costruire la mia nave in bottiglia, da solo, nel mio studiolo per il modellismo. Clara tornerà presto con noi con le sue ottime recensioni! Voi continuate pure con le vostre insulse esistenze, piccoli licheni. Nessuno vi disturberà.

Vostro creativo,

Archibald Lecter, Segretario Particolare del Re

di Clara

- Non si è fermata. Non posso crederci, la sfera non si è fermata.- ripeté Amelia, sconvolta.
- E ti lamenti?- obiettò Agatha:- Insomma, non è così scontato che debba bloccarsi tutte le volte.-
- No, ma...- l'altra ragazza lasciò sfumare la voce, senza saper spiegare quella strana sensazione che ci fosse stata una pausa. Scrollò le spalle: la magia faceva strani effetti, era risaputo. Peccato che non fossero mai quelli desiderati.
Petronilla roteò gli occhi, facendo notare:- Intanto vi siete persi tutta la scena della corsa a perdifiato attraverso i labirintici meandri della torre che crollava.-
- Ma che... sono passati pochi secondi! Come facciamo ad essercela persa?- protestò Agatha.
- E che ne so io? O la sfera ha accelerato l'azione, oppure loro corrono molto veloci.-

Dulcina si piegò in due, le mani sulle ginocchia, e si ripromise di riprendere a fare esercizio fisico. Quando ancora viveva in città una corsa come quella sarebbe stata una passeggiata, ma da quando si era trasferita all'Accademia doveva ammettere che aveva un po' trascurato l'allenamento. A parte nel laboratorio di alchimia, ovviamente, dove le esplosioni erano all'ordine del giorno.
Una Torre Oscura che crolla...
Alle loro spalle, una scenografica nube di polvere e ceneri nascose l'implosione della Torre Oscura, che si ripiegava assai meno scenograficamente su se stessa. Il Manuale per costruttori di Torri Oscure, consultabile in molte biblioteche di magia ma sconsigliato per la sua tendenza a far impazzire i lettori con termini tecnici e perfide note a piè di pagina, spiegava che l'implosione era di gran lunga preferibile all'esplosione, visto che non coinvolgeva il territorio circostante e diminuiva il rischio di dover pagare spese legali a qualche vicino di casa infastidito. Sul serio, ribadiva il Manuale, la gente diventa molto suscettibile quando si trova l'orto ricoperto di cenere. E pensare che è un ottimo fertilizzante.

- Verissimo.- commentò Amelia, pensierosa:- E poi, perché qualcuno dovrebbe mettere su un orto accanto ad una Torre Oscura? Magari le energie magiche fanno crescere verdure più grandi?-
- In effetti... C'era quel tizio che vendeva zucche gigantesche alla fiera dell'anno scorso, ricordate? Poi tutti quelli che le hanno mangiate sono stati ammalati per settimane, e si è scoperto che le aveva raccolte in un cimitero maledetto.- raccontò Agatha.
Ci fu un istante di silenzio, poi Amelia domandò:- E cosa è successo al mercante?-
Agatha aggrottò la fronte, cercando di ricordare:- Credo che alcune delle vittime lo abbiano trovato a tentare la truffa in un'altra fiera. Non ci ha più provato, dopo essersi ritrovato una delle famose zucche su per...- si interruppe di colpo, e lei e Amelia gettarono un'occhiata allarmata all'innocente Petronilla. Per fortuna la bambina era troppo concentrata sulla sfera per chiedere ulteriori delucidazioni.

Storm Brave attese che la confusione si riducesse, poi scoppiò a ridere:- Bene, suppongo che la missione sia terminata. Possiamo tornare alla Capitale e festeggiare.-
Dulcina lo fissò per un istante, poi sorrise a sua volta:- Sai, non è male. Non pensavo che queste imprese eroiche dessero tante soddisfazioni, potrei anche fare l'eroina a tempo pieno.-
- Beh, ci sono delle eroine in effetti, ma non è proprio un mestiere da ragazze...- iniziò il cavaliere, prima di interrompersi di nuovo nel percepire un leggero cambiamento di atmosfera. Da dove proveniva quella sensazione di pericolo? Oh, giusto...
Il goblin, ancora una volta dimenticato, fece un sospiro ed approfittò della tempesta di proteste appena scatenatasi per dileguarsi nella foresta. Con un po' di fortuna, sarebbe riuscito a superare di nuovo lo Spacco e tornare a casa senza farsi beccare da qualche altro paladino, o peggio ancora dall'esercito di Mors Tua. Almeno un paladino lo avrebbe ammazzato.
Non degnò di un'occhiata la scena alle sue spalle. La gente tendeva a non considerare i goblin esperti in campo sentimentale, ma questo goblin in particolare era assolutamente certo che quei due avrebbero continuato allo stesso identico modo per anni.
Ed in effetti, fu proprio quello che avvenne.

- Che... che cosa?- balbettò Amelia, resistendo alla tentazione di prendere la sfera e scuoterla fino a far riapparire un'immagine. All'interno, macchie di colore indefinito continuarono a turbinare pigramente, coprendo i personaggi e la lussureggiante foresta in cui si trovavano.
- Non può essere finita così.- protestò a sua volta Agatha:- Non abbiamo neanche visto un bacio!-
- Che c'entrano i baci? Io volevo vedere quel dannato libro!- ribatté Amelia imbronciata:- Ed altri incantesimi! E come usare la sfera!-
Petronilla sospirò e decise di contribuire: si avvicinò alla sfera, sussurrando pianissimo:- Stupida palla, se non ci fai vedere qualcos'altro adesso, ti butto nel porcile appena Amelia non guarda.-
Amelia ed Agatha emisero un'esclamazione di sorpresa nel vedere la rapidità con cui nuove immagini si stavano formando. La strega più giovane si limitò a sopprimere un ghigno soddisfatto.

Erano passati pochi giorni da quando Dulcina era tornata alla Capitale ed all'Accademia, ed ancora l'euforia non era passata. Il fatto che tutte le sue compagne di studi, comprese le viziate marmocchie nobili che erano lì solo per noia e che fino a quel momento l'avevano guardata dall'alto in basso, l'avessero ora festeggiata come la miglior maga di sempre aveva contribuito. Ancor più significativa era stata la faccia fatta dagli aspiranti maghi di sesso maschile, che avevano dovuto ammettere loro malgrado la superiorità delle ragazze in campo magico. E la faccia del professore di Demonologia quando lei aveva consegnato il miglior saggio della classe su un Tentacolarius Horripilans era stata impagabile.
In confronto a questo, l'annuario in sé era stato quasi un fattore secondario, anche se l'immagine del rettore travestito da donna in cima alla torre più alta della città l'avrebbe perseguitata a lungo. E non aveva mai neppure pensato che il laboratorio di alchimia potesse avere ospitato feste del genere. In ogni caso, la prossima volta che i professori avessero tentato di assegnar loro dieci esami in una settimana avrebbero avuto qualcosa su cui riflettere. Dopotutto, il regolamento non vietava esplicitamente il ricatto, giusto?

- Mi piace questo regolamento, potrei averlo scritto io.- fece notare Petronilla annuendo soddisfatta. Amelia evitò di rispondere, riflettendo tra sé che la sua cara sorellina aveva tutte le caratteristiche in regola per essere un diavolo, altro che una strega.

Quella mattina, comunque, l'euforia della vittoria aveva lasciato il posto ad un martellante mal di testa. Dulcina si rigirò tra le lenzuola, mugolando un'imprecazione contro la luce del sole. Non poteva essere già mattina, giusto? Non ricordava neppure di essere andata a letto...
Ricordava di essere uscita attraverso un passaggio segreto per bere qualcosa insieme alle compagne dell'Accademia, però. La birra la ricordava, anche se non era del tutto sicura di chi avesse avuto l'idea di mischiarla ad un paio di pozioni non identificate... ah, giusto, era stata lei. Mai più.
E ricordava che le avevano cacciate fuori dalla taverna dopo che avevano congelato un tipo che si stava facendo un po' troppo audace nelle sue battute verso di loro. L'oste aveva borbottato qualcosa sul fatto che non bastavano i maghi, ora ci si mettevano anche le femmine, ed era evidente che studiare faceva male alla salute mentale. Dove erano finite poi? Se non ricordava male, una delle ragazze aveva insistito per andare a...
Dulcina gemette di nuovo, ricordando improvvisamente che in qualche modo erano finite nella taverna frequentata dai cavalieri della città. Maledette ragazze nobili che studiavano la magia per divertimento, loro e la loro fissazione per i cavalieri, che cosa ci trovavano? Anche se doveva ammettere che non era stato spiacevole rivedere Storm.
- Sì, è stata una bella sorpresa.- commentò una voce, mentre la porta della stanza si apriva.
In quel momento, Dulcina realizzò tre cose: non era nella sua stanza all'Accademia, l'ultima volta che aveva controllato la sua compagna di camera non aveva una voce maschile, ed alzarsi di scatto con i postumi di una sbornia era una pessima idea.
- Che cosa ci faccio qui?- urlò all'indirizzo del cavaliere che non avrebbe dovuto essere di fronte a lei. La mente di Dulcina si rifiutava di ricordare oltre, ma stava realizzando che era ancora vestita, e questo era un buon segno, giusto? Giusto?
Storm appariva sinceramente perplesso, mentre posava un vassoio con una tazza fumante sulla sedia di fianco al letto:- Beh, ieri sera non eri proprio in condizioni di lasciare la taverna da sola, quindi... -
- Ero con le mie compagne.- obiettò lei, prendendosi la testa tra le mani.
- Non esattamente. Alcune erano già uscite a vomitare, un paio erano addormentate, e le altre non avevano intenzione di lasciare la compagnia.-
Il rapporto di Storm con le donne (secondo lui)
- E quindi?- lo sollecitò la maga, appuntandosi che aveva trovato l'incentivo perfetto per dare il massimo alle prossime esercitazioni di magia da combattimento.
- E quindi ho pensato di prestarti il mio letto. Hai dormito e basta.- la rassicurò il cavaliere.
Dulcina tirò un sospiro di sollievo:- Oh, grazie! Grazie, grazie, grazie! Per un attimo avevo pensato che avessimo...-
Ci fu un silenzio imbarazzato, poi Storm ribadì in fretta:- Assolutamente no! Non mi è neppure passato per la testa!-
- Certo, neanche a me. Non avrei mai e poi mai...-
- Insomma, non voglio dire che tu non sia bella...-
- Insomma, non è che tu non sia il mio tipo...-
- Cioè, io non avrei niente in contrario ovviamente, ma...-
- No, certo, neanche io, ma...-
Ancora una volta, calò il silenzio, mentre le due persone nella stanza ripercorrevano la conversazione.
- Allora, stai dicendo che vuoi...-
Per essere un cavaliere, Storm avrebbe dovuto essere più rapido a schivare il cuscino che Dulcina gli tirò addosso, oppure la tazza che lo seguì subito dopo, accompagnata da una sequenza di minacce alla sua persona ed alla sua assoluta incapacità di comportarsi da persona normale. Il cavaliere proprio non riusciva a capire cosa avesse fatto di sbagliato.

E la giusta reazione di Dulcina.
La sfera si spense ancora una volta, ma stavolta Agatha ed Amelia erano troppo impegnate a ridacchiare senza freno per lamentarsi. Dopo qualche minuto, Petronilla decise che ne aveva abbastanza, ed adottò una strategica espressione confusa.
- Ragazze... io non ho capito che cosa sia successo. Che cosa pensava che avessero fatto?-
Le risate si fermarono, sostituite da due facce imbarazzate. Amelia le arruffò ancora una volta i capelli, con un po' più forza del solito.
- Petronilla, non ci pensare. E' un ordine. Ed è anche ora di andare a dormire.-
Petronilla omise di precisare che sapeva esattamente di cosa stavano parlando: dopotutto, vivere in una fattoria è molto istruttivo. Ma a volte era conveniente che sua sorella se ne dimenticasse. Gettò un'ultima occhiata alla sfera, e rifletté che quella volta la storia era stata davvero interessante.
- Chissà cosa stanno facendo ora quei due...- commentò Agatha con aria sognante.
Amelia alzò le spalle:- Beh, questa sfera pare decisa a non mostrarci il presente, quindi dubito che lo sapremo. E' una storia che racconterà qualcun altro.-
- Uh?-
- Che hai detto?-

La ragazza scrollò le spalle:- No, non so perché l'ho detto. Penso che sia proprio ora di andare a dormire, e fine della storia.-


Amelia, Agatha e Petronilla quando saranno grandi (o almeno come si immaginano). Per la gioia dell'Inquisizione e dei maschietti del villaggio.


Ricordatevi di visitare il blog di Clara, ANIMULA SOLIVAGA!

e per i capitoli precedenti come al solito vi rimando all'Indice!

Udite, Udite! Racconto interattivo del Bardo su "The Incipit"!

Salve a tutti! Recentemente il nostro Bardo sta scrivendo una storia interattiva simile a quelle che propone normalmente sul Bardo Doloroso, che viene pubblicata sul sito di The Incipit. Dategli un'occhiata, sia che siate lettori che scrittori. Lo troverete interessantissimo, non foss'altro perché il sito è fatto davvero molto bene e merita una visita. Troverete moltissime storie da giocare, divise per generi. Ogni storia è composta da 10 capitoli molto brevi (5 minuti il tempo di lettura) alla fine dei quali trovate una scelta multipla simile a quelle che trovate qui da noi. I racconti finiscono dopo dieci capitoli, ragion per cui non dovete preoccuparvi che si protraggano troppo a lungo.

Il racconto del Bardo, intitolato DOMINARION, lo trovate qui! Votate e divertitevi!


Grazie a chiunque voglia iscriversi e votare. Ogni voto è estremamente utile al nostro Bardo, nell'economia del sito, perciò non trattenetevi! A presto!