venerdì 26 luglio 2013

Crepe nella Realtà, di Mario Gazzola: La Recensione Proibita!



(Notte fonda. La Grande Biblioteca Transdimensionale dell'Accademia di Magia. Fratello Lightning entra nella Sala di Lettura 1 e trova Fratello Fireball intento a leggere un piccolo libro a lume di candela.)
- Fireball?
- (sussulta) Cazz.. per tutti gli dei, Lightning. Sei pazzo a sbucare dal nulla a quel modo? Ho una certa età, ormai, potrei morire per uno spavento del genere. Che ci fai qui?
- (fa una smorfia) Potrei domandarti la stessa cosa.
- (si irrigidisce e distoglie lo sguardo) È... ecco... una ricerca.
- Di notte?
- (gonfia il petto, rabbioso) Perché, c'è qualche regolamento che vieta di usare la Biblioteca di notte?
- Veramente sì, ma non è questo il punto. (scrutandolo intensamente) L'hai fatto di nuovo, vero?
- Fatto cosa?
- Non fare lo gnorri con me, Fireball, conosco quello sguardo allucinato e colpevole. Sei entrato di nuovo nella sezione "Libri Proibiti" senza permesso, dico bene?
- No, io... (sospira e si accascia) È... è stato solo un momento di debolezza. Devi credermi. Solo un singolo, miserabile istante di debolezza.
- Che ti prende tutte le settimane, però. (incrocia le braccia) Cos'è stavolta? Il Necronomicon? Il Grimorium Nero? (spalanca gli occhi) Non dirmi di nuovo il Kamasutra!
- (avvampa di vergogna) Certo che no! E poi quello non è più nella sezione "Libri Proibiti", ma in "Manualistica e Hobby".
- (si gratta il mento, pensoso) Mmm... buono a sapersi.
- Cosa?
- Niente. Ma si può sapere che stai leggendo, allora?
- Un'antologia di racconti di Mario Gazzola, uno scrittore dell'Altrove.
- Eh? Un'antologia di racconti tra i libri proibiti? Fa' vedere... (afferra il libro e guarda la copertina)
- (legge) "Crepe nella Realtà: 3 racconti ai confini del'(umana)mente", di Mario Gazzola. Mmm, già il titolo mi sa di Necronomicon. Hai notato cambiamenti dopo averlo letto? Ti senti strano? Non è che hai evocato qualche porcheria tentacolata come l'ultima volta, vero?
- (si affretta a negare, sollevando le mani) No, no, non preoccuparti. Niente del genere. Però...
- (solleva un sopracciglio) Però?
- Però in qualche modo mi ha cambiato. Mi sento inquieto e non posso fare a meno di pensare e ripensare a quanto ho letto. Ci sono moltissime interpretazioni possibili e in un certo senso mi disturba l'idea che la realtà possa non essere affatto come ci aspettiamo che sia.
- (sospira e si siede davanti a lui) Andiamo Fireball. Siamo maghi, no? Studiamo la Realtà in ogni sua sfaccettatura. Se ci fossero delle crepe o qualsiasi altra cosa lo sapremmo. La Realtà é solida, scientifica e comprende ogni cosa.
- Davvero? C'è chi dice che la Realtà non sia altro che ciò che ciascuno di noi percepisce, Lightning. Siamo forse ciechi che procedono a tentoni in un ambiente sconosciuto? Quello che ci sembra un sentiero sicuro potrebbe celare chissà quali orrori, in bella vista proprio accanto a noi. Non ti fa paura, questo?
- Potrebbe, se fosse vero. Ma se fosse come dici tu la società stessa non potrebbe esistere. Nessuno di noi sarebbe d'accordo su nulla, neppure sulla forma di questo libro. (sventola il libro di Gazzola sotto il naso dell'altro mago)
- Ma rifletti: e se ciò che crediamo reale non fosse altro che una convenzione e noi ci adattassimo semplicemente ad essa considerandola normalità? Se il modello della nostra società cambiasse radicalmente verremmo forzati a modificare la nostra percezione delle cose per non impazzire. Dove andrebbe a finire la tua Realtà solida, allora?
- (rabbrividisce e scocca al compagno un'occhiata preoccupata) Ti preferivo quando mi raccontavi le posizioni del Kamasutra... (sospira) Facciamo così, raccontami brevemente la trama di questi tre racconti. Sono certo che alla fine ti ci farai una bella risata sopra e li vedrai per quello che sono: finzione.
- Posso raccontarti qualcosa, ma scordati i finali. Quelli non te li svelerò mai.
- E come facciamo a discuterne se non mi racconti i finali?
- (fa spallucce) Sarebbe inutile parlarne se tu non l'avessi letto. Le implicazioni sono troppe, il senso di inquietudine troppo grande. Perché non lo leggi e ne riparliamo?
- (arriccia il naso) Non leggerò mai un Libro Proibito, Fireball. A differenza di qualcuno, qui, so tenere a freno la curiosità.
- (sorride sornione) Ne sei certo? Vediamo se riuscirai a tenere a freno la curiosità dopo che ti avrò accennato le trame. Poi non dirmi che non ti avevo avvertito. (apre il libro sull'indice) Il primo si intitola Situation Tragedy. Hai presente quei reality show che passano sulla sfera magica ultimamente? Quelli tipo "La Torre dell'Arcimago"...
- Intendi quello spettacolo idiota dove una decina di novizi vengono chiusi in una torre a fare esperimenti e a pomiciare finché il pubblico non li elimina uno ad uno e chi rimane viene nominato Arcimago? (sbuffa) Mai visto niente di più inutile.
- Beh, sembra che nell'Altrove siano conciati peggio di noi e che questo genere di spettacoli vada molto di moda, al punto che la società ha finito con il subire cambiamenti effettivi dovuti alla spettacolarizzazione degli aspetti comuni della vita. Gazzola prova a immaginare un futuro dove questa realtà è portata alle sue estreme conseguenze e la gente vive in giganteschi condomìni in cui ogni appartamento, ogni famiglia, è un reality show a sé e dove tutti i condòmini votano lo show degli altri. Avere un elevato gradimento è la condizione necessaria per conservare la propria casa e per continuare con la propria angosciante esistenza. Il protagonista è un ex anchorman della televisione. Da noi sarebbe uno dei maghi addetto all'intrattenimento sferomagico. Lui e la moglie litigano continuamente per alzare il gradimento del loro show, finché un giorno egli fa una scoperta agghiacciante. Perché nessuno esce mai dal condominio e non v'è modo di sapere cosa ci sia fuori, né che fine facciano le persone che perdono il diritto di abitare al suo interno.
- (Lightning si sporge in avanti con un sorriso lievemente inquieto) Beh, è qual è questa scoperta agghiacciante?
- (sorride sornione) Vorresti saperlo, vero? Te l'ho detto, niente spoiler. Dovrai leggerlo.
- Tanto io un libro proibito non lo leggerò mai. (ripete, imbronciato)
- (scuro in volto) Ah, davvero? Allora riuscirai a vivere bene anche senza il finale.
- (rigido) Ovvio. Come ti ho detto sono solo sciocchezze. Intrattenimento e niente più. Di... di che parla il prossimo racconto?
- (legge ad alta voce) Voto Segreto. È il titolo, ovviamente. Una donna si reca alle urne con la figlioletta per votare...
- Votare cosa?
- (allarga leggermente le braccia) Il proprio governante, credo.
- (grattandosi il mento, pensoso) Ah, sì. Dimentico sempre che nell'Altrove hanno quel ridicolo sistema di governo in cui il volgo crede di prendere le decisioni. Come si chiama?
- Demoniocrazia, mi pare.
- Mpf. Un nome appropriato. Ora mi spiego come un universo del genere possa partorire scrittori come questo Gazzola... (sbuffa e si appoggia allo schienale della sedia). E cosa capita a questa sventurata donna?
- Beh, si reca alle urne per votare la sua candidata favorita, una donna che secondo le sue speranze potrebbe creare il futuro da lei desiderato.
- (sgrana gli occhi e quasi scatta in piedi) Una candidata donna? Ma è ridicolo!
- (sbuffa) Insomma, Lightning, rilassati. È fantascienza, è normale che richieda un certo sforzo di immaginazione. Normalmente non potrebbe mai accadere, è ovvio. Ad ogni modo una volta entrata nella cabina elettorale succede qualcosa che trasforma il mondo esterno in un incubo, la figlioletta è scomparsa e tutti manifestano i propri impulsi più reconditi, in una spirale di follia crescente che distruggerà la stabilità mentale e le convinzioni della donna, fino a che... beh, il finale è a sorpresa, ovviamente.
- Mi prendi in giro? Stai solo cercando di farmi venire voglia di leggerlo!
- (lo guarda allucinato) Tu non capisci, Lightning. Questo racconto, così come anche il terzo, è qualcosa di diverso. Non è una semplice lettura, è un'esperienza. La perdita di contatto con la realtà, lo scivolare verso la follia, non avviene solo ad un livello narrativo, ma anche linguistico. La compenetrazione con la protagonista è totale, capisci? Non leggi di lei, tu sei lei, vivi il suo presente, percepisci ciò che percepisce e provi ciò che prova.
- (si ritrae lievemente) Adesso mi fai paura...
- (lui si calma, ma il suo sguardo rimane fisso nel vuoto) Sì, fa paura. (torna a fissarlo all'improvviso e sorride) Non vuoi sapere di cosa parla l'ultimo?
- Mmm. Non lo so. Ci sarà un motivo per cui quel libro viene tenuto sotto chiave, immagino...
- (fa una smorfia) Tutta la conoscenza che conta viene tenuta sotto chiave, fratello. Dovresti saperlo.
- (sospira) E va bene. Di che parla l'ultimo?
- (sorride soddisfatto) Il titolo è G25.
- Piuttosto criptico.
- Se questo ti sembra criptico dovresti leggere la storia. La protagonista è di nuovo una donna, la dipendente di un'agenzia pubblicitaria.
- (si acciglia) Che diavolo è un'agenzia pubblicitaria?
- Hai presente il venditore al mercato che grida ai clienti la bontà dei propri prodotti? Ecco, nell'Altrove hanno delle agenzie specializzate che gridano al posto suo. Gridano meglio, ovviamente. Dicono le cose giuste nel modo giusto.
- (fa un gesto infastidito con la mano) Sì, d'accordo, taglia l'antropologia spiccia, andiamo al racconto. Che succede alla protagonista?
- Beh, la donna si ritrova seduta in un cinema... mmm... una sorta di sala dove proiettano sferofilm. A parte lei non c'è nessuno e il film non inizia mai. Perché si trova lì? Cos'era venuta a vedere? Perché nulla viene proiettato sullo schermo all'infuori di una luce lattescente? Durante la lunga attesa si dipana un'oscura sequenza dei suoi deliranti ricordi, l'angoscia relativa ad un mondo del lavoro sempre più disumano unita a contrastanti emozioni e al senso di colpa per non aver difeso una collega con cui aveva anche avuto un breve rapporto.
- (spalanca gli occhi e deglutisce) Ra... rapporto? Una donna con un'altra donna? Intendi quel genere di rapporto?
- (fa una smorfia) Lo sapevo che di tutto quanto sarebbe stato quello a colpirti. Poi sarei io il maniaco...
(Lightning lo fissa a lungo con uno strano sguardo, poi si alza e si stira come un gatto).
- Beh, forse perchè in fondo non sono racconti così interessanti, non credi?
- Mi prendi in giro? Vuoi dire che non sei curioso neanche un po'? (lo guarda sospettoso)
- (si guarda intorno, vago) Neanche un po', Fireball. Queste cose le lascio a te. Ma ti consiglio di non esagerare con quella roba o finirai con l'impazzire. Del tutto, stavolta. Ora, se vuoi scusarmi, avevo una ricerca da fare e si sta facendo tardi. Buonanotte, fratello.
(Fireball lo guarda allontanarsi verso la sezione "Manualistica e Hobby", finché l'eco dei suoi passi non si perde tra i lunghi corridoi di scaffali. Quando è certo d'esser solo il mago prende il libro di Gazzola, la chiave dorata della sezione "Libri Proibiti" e va a rimetterlo al suo posto, cosicché nessuno si accorga che è stato letto.)
- (rivolto al libro) Quel Lightning non capisce proprio un bel niente, vero? Vorrà dire che sarai tutto mio! (risata chioccia) La conoscenza apre la mente! Figurati se un libro può fare impazzire qualcuno... (lo ripone nel suo scaffale e risigilla la chiave nel cristallo di sicurezza)
(Non appena Fireball lascia la biblioteca, dalle ombre fa capolino Lightning, che si guarda intorno, circospetto. In punta di piedi il mago raggiunge la sezione "Libri Proibiti" e con un breve incantesimo s'impossessa della chiave. Nei suoi occhi c'è una scintilla di febbrile curiosità)
- In fondo la Posizione dell'Aratro può aspettare un altro paio di notti, no? (ridacchia) Solo un'occhiata. Una semplice, brevissima e innocente occhiata... 
(risata chioccia)


"Tutta la conoscenza che conta viene tenuta sotto chiave, fratello. Dovresti saperlo."

Fireball


Di Mario Gazzola abbiamo recensito anche Rave di Morte! Lo trovate QUI

giovedì 18 luglio 2013

Gli Angeli Custodi si chiamano così perché tengono la gente in custodia, mica perché la proteggono...



Sono sempre io, Lecter. Ebbene sì, finché non avremo trovato un sostituto che non sia una creatura subnormale o un elfo con la erre moscia farò io le presentazioni. La volta scorsa avete lasciato il necromante DarkShield a ponderare se fosse il caso o meno di firmare un documento pieno di postille e chiaramente truffaldino. Vedo con piacere che qualche neurone rantola ancora nelle vostre sfitte scatole craniche. E anche una vena di sadismo, visto che avete optato per far firmare alla povera Bajyna. Non che io mi dispiaccia per lei, sia ben chiaro. Una che riesce a ridurre un sovrano ad una marionetta obbediente non è il tipo di donna che mi piace avere intorno.
I vostri eroi riusciranno a combinare qualcosa nella vita? Chi è Enrique Alfarero e perché mi ricorda qualcuno di famoso? Il regno dei morti è davvero così angosciante da avere delle file chilometriche e i tabelloni con i numeri? E se quello è il limbo, com'è l'inferno? Speriamo di non scoprirlo in questo nuovo, imbarazzante episodio...

dai Canti del Bardo

DarkShield fissa il documento per un lungo istante, poi solleva uno sguardo freddo sull'elfa che gli sta di fronte, ignorando deliberatamente le verdi chiappe ectoplasmatiche di Ferianthalas.
- Serve una firma sola, no? - dice, tetro - Prego, firmatelo voi.
Rabid Gonzo sussulta, colto di sorpresa. Bajyna afferra il documento e lo scorre rapidamente con lo sguardo.
- È pieno di postille. - borbotta, poi getta un'occhiata in tralice allo sciamano e quando parla l'aria vibra come una cosa viva - Dimmi la verità: mi succederà qualcosa di male se firmo questo documento?
Rabid Gonzo s'irrigidisce e spalanca gli occhi. Non risponde subito, cerca di lottare contro la forza soverchiante del potere di Bajyna. Ma alla fine prende un profondo respiro.
- No, nessun male. Se lo firmerai non accadrà nulla.
Lei sembra rilassarsi. - Bene allora. La penna, per favore. - dice, allungando una mano.
Ma il Gonzo non si muove, interdetto.
- Allora? - insiste lei - Non avevamo una fretta indiavolata, fino a due minuti fa?
- Ehm... il fatto è che essendo una questione relativa alla magia sarebbe meglio che a firmare la liberatoria fosse qualcuno che se ne intende. Meglio uno con una grandissima esperienza. Per questo preferirei che fosse DarkShield a...
- Lady Bajyna - s'intromette il necromante senza staccare gli occhi dal suo vecchio compagno di accademia - riformulate la domanda. Chiedetegli se firmare la liberatoria sarebbe nocivo PER ME.
Il volto di Rabid Gonzo assume il colorito tipico del formaggio andato a male. - M... ma t... tutto ciò è ridiculus, vecchio amico. Come puoi pensare che...
- È così? - comanda Bajyna.
Rabid Gonzo cerca di resistere nuovamente. - Di... dipende da cosa intendete con "nocivo".
- Intendo una fregatura.
- Intende una fregatura. - gli fa eco l'elfa, seria.
- Oh, beh, in tal caso io... ecco... - Rabid Gonzo si sforza in ogni modo di trattenersi, arrivando persino a fare smorfie assurde e a tapparsi la bocca con le mani. Alla fine cede, prende una rumorosa boccata d'aria e poi dice tutto d'un fiato:
- E va bene, maledizione, mi avete scoperto! Ho bisogno di un mago di alto livello come me che prenda il mio posto come Gonzo. Ecco, l'ho detto.
Gli occhi di DarkShield si fanno fessure. - Lo sapevo - sibila - ma non volevo crederci. Non eri tu quello che faceva tutti quei pallosissimi discorsi sul bene, l'onestà e la giustizia? Volevi fregarmi e sbolognarmi questo lavoro che ti sei trovato? Avresti potuto chiedermelo, almeno.
L'altro fa una smorfia. - Avresti risposto di sì?
- Certo che no!
- Come puoi biasimarmi, allora? Il titolo di Gonzo non si tramanda certo tanto per dire. Ogni volta il nuovo Gonzo viene fregato dal Gonzo precedente in un grande ciclo di fregature senza fine.
Segue un attimo di perplesso silenzio.
- E Rabid invece da cosa deriva? - domanda Bajyna, incuriosita.
- Oh, il nome proprio di ciascun Gonzo deriva dalla sua prima reazione alla scoperta di essere stato fregato. Il mio predecessore si chiamava Placid Gonzo. Io non l'ho presa altrettanto bene.
L'elfa sogghigna. - Tu saresti stato qualcosa come Darth Gonzo, o Cold Gonzo. - dice, gettando un'occhiata  divertita al necromante.
- Scusate, non vorrei interrompere la vostra interessantissima conversazione, ma la succube e l'angelo sono pericolosamente vicini allo sportello. - sbotta l'ectoplasma di Ferianthalas.
- Prendi tempo. - dice DarkShield tetro - Non ho intenzione di affidare la mia vita a quest'individuo prima di aver capito cos'avesse in mente di fare nei dettagli.
- Prendi tempo? - l'elfo sgrana gli occhi vuoti - Prendi tempo? E come diavolo dovrei fare? Vado lì e gli racconto la storia della mia vita? - poi si rivolge rabbiosamente a qualcosa di invisibile alle sue spalle - Ma insomma, non spinga. Che senso ha spingere se abbiamo il numeretto? Ma tu guarda...
- Inventati qualcosa, elfo beota - dice Bajyna, ansiosa - Se quella diavolessa di facili costumi morisse definitivamente non me lo perdonerei mai!
Ferianthalas sbuffa e fa una smorfia. - E figurati se non era tutta colpa tua... - rantola - e va bene, ci proverò. Tanto sono già praticamente morto. Peggio di così...
Il necromante annuisce e solleva uno sguardo gelido su Rabid Gonzo. - Nel frattempo io e te faremo due chiacchiere, Enrique.

Ferianthalas avanza con difficoltà tra le file che lo separano da quella dei casi urgenti, suscitando il fastidio e le proteste di una decina di meduse e di un paio di vampiri. Il pavimento ha un colore grigio e lattiginoso, mentre il cielo è d'un bianco asettico. Dovunque cerchi di spingere lo sguardo non riesce a vedere tracce di pareti, tranne quella infinita che ospita sportelli e impiegati. Le file di creature che attendono di essere smistate sono praticamente a perdita d'occhio.
- Ma che modi sono questi? - sbotta un orco con una grossa scure infilzata nel cranio - rimanga nella sua fila, per cortesia.
- Ehm... mi scusi. Scusi...
- Ehi, mi ha pestato un piede.
- Ah, era un piede. Mi sembrava un posto strano per mettere una roccia...
- Glugluglu... glu glu!
- Tu chiudi il becco, tacchino, o ti faccio allo spiedo. Permesso... permesso...
Alla fine il nostro eroe sbuca nella fila casi urgenti, che è praticamente vuota, e prende un profondo respiro. Perché si sente soffocare persino come spirito.
L'ultimo della fila è proprio l'angelo. Sulla sua schiena lo spadone fiammeggiante d'ordinanza fa bella mostra di sé come quei pittoreschi cartelli d'avvertimento sulle centraline elettriche.
Ferianthalas raccoglie il proprio coraggio ectoplasmatico, lo miscela con due parti di incoscienza e qualche goccia di follia. Peccato non avere dell'alcool. Aiuterebbe.
- Ahem... - si schiarisce la voce, picchiettando con un dito sulla spalla sinistra dell'angelo. Per farlo deve mettersi in punta di piedi e allungare il braccio - mi scusi signor...
L'angelo con la spada si volta appena e abbassa su di lui due occhi completamente bianchi. Quando parla è come se decine di voci tuonassero all'unisono, rimbombando dalle profondità del Regno della Luce.
- Muriel. In cosa posso esserle utile? Si è perso?
Ma Ferianthalas è rimasto interdetto. - Muriel? Ma non è un nome da donna?
Per un attimo l'aitante volto scolpito nel marmo ha un fremito d'imbarazzo. - Uno sfortunato qui pro quo, temo. Tradizionalmente noi angeli dobbiamo avere un nome che finisce per "-el" - poi borbotta tra sé, chiaramente irritato - tutti tranne il Metatron, ovviamente. Lui ha potuto scegliersi il nome perché è il cocco di papà. Sennó anch'io mi sarei chiamato Megatron o Vanquisher. Anche Annihilator non mi sarebbe dispiaciuto.
Ferianthalas fa una smorfia. - Tutti nomi pacifici, eh? Ma voialtri non siete per il bene supremo e tutte quelle altre sciocc.... cret... nobili virtù?
- Naturalmente, signore. - concorda Muriel - È per questo che l'OverGod ci ha fatto dono di una fisicità e di strumenti adatti ad esportare il bene supremo a quegli sfortunati che ne sono privi. Prenda quest'anima disgraziata, per esempio - spiega, indicando Rowena, davanti a sé. La succube sembra una sonnambula, e fissa il vuoto, rassegnata - Costei è nata dal Male ed ha conosciuto sempre e solo quello. L'OverGod vuole estendere il suo infinito amore anche ad un essere indegno come lei.
- Ah. É per questo che la state deportando in paradiso?
- Esatto. - sorride appena il colosso - qualche centinaio di millenni di buone azioni e di preghiere, coadiuvate dalla giusta dose di nerbate riusciranno ad avere la meglio sulla sua riottosa e depravata natura. Prima o poi.
Ferianthalas sospira, depresso. - Immagino che chiedere la sua opinione in merito fosse fuori discussione, giusto?
Muriel scuote il capo, serissimo. - Chiaro. L'amore di un Dio mica si può rifiutare così. E l'OverGod non è certo il tipo da accettare un due di picche. Non da una diavolessa qualunque.
- Sì, l'avevo intuito dal nome.
All'improvviso la voce squillante di Bajyna risuona nuovamente nella sua testa.
- Ci sei, elfo beota?
Ferianthalas rotea gli occhi. - Perché, dove vuoi che vada? - sbotta.
Muriel aggrotta le bionde sopracciglia.
- Scusa, ho una chiamata. - spiega l'elfo, sollevando l'indice. - Ascolta, elfa sciroccata: qui la situazione è più preoccupante del previsto. Non so cos'abbia intenzione di fare quel mago da strapazzo di DarkShield, ma qualsiasi cosa sia è meglio che la faccia subito, capito?
- Il prossimoooo... - esclama l'impiegato dello sportello. L'elfo solleva lo sguardo su di lui per cercare di coglierne la natura indefinita. Di certo non è né umano, né elfo, né angelico. È semplicemente un impiegato nel senso più impiegatizio del termine. Un'entità nata dalla burocrazia per sbrigare altra burocrazia, generata da un concetto astratto e munita di riporto. In un certo senso ben più spaventoso di Muriel.
Ad un tratto l'elfo abbassa gli occhi sentendosi osservato, e si raggela. Nell'udire il nome di DarkShield la succube si è come svegliata dalla sua trance e si è voltata a fissarlo con occhi lucidi e tremanti.
- T... tu! Sei l'elfo che stava nel gruppo del mio amore, vero? Fernicholas!
- Ferianthalas. - precisa lui con un brontolio.
- Vi conoscete? - domanda Muriel, confuso. L'elfo può quasi sentire il preoccupante suono delle rotelle in movimento nel cervello dell'angelo. Data la sua natura intransigente e totalitaria, se dovesse malauguratamente giungere alla conclusione che chiunque abbia rapporti non ostili con una creatura del Male debba essere necessariamente essa stessa una creatura del Male, l'elfo potrebbe vedersela brutta.
- Di vista. - spiega l'elfo, vago - Eravamo casualmente nella stessa stanza mentre tiravo le cuoia.
L'angelo si gratta il mento prominente, pensoso. Probabilmente lo sforzo intellettuale più cospicuo dei suoi ultimi secoli di vita.
- È strano, lei non sembra morto. - dice - Potrei sapere perché si trova qui?
- Lo chiede alla persona sbagliata. - scuote il capo Ferianthalas - L'ultima cosa che ricordo sono le tette di un'elfa premute contro la faccia, un forte odore di formaldeide e un enorme polpo assassino che mi fissa dall'alto. Nel complesso preferisco non pensare a cosa sia accaduto esattamente. Ma... in che senso non sono morto?
- Nel senso che il suo corpo è ancora vivo. Lo percepisco chiaramente.
- E allora perché diavolo sono qui?
- È quello che le ho chiesto io in primo luogo.
- Credevo di essere in attesa di resurrezione!
Muriel aggrotta le sopracciglia, contrariato. - Resurrezione? - ringhia - La resurrezione è sbagliata e peccaminosa, come l'aborto, il divorzio e il sesso fuori dal matrimonio. Solo l'OverGod ha il diritto di donare e togliere la vita.
Ferianthalas si acciglia.
- Solo l'OverGod? Ma se lo fanno cani e porci? - esclama, ridacchiando - Siamo in un universo fantasy, no? Resuscitare è un po' come andare dal dentista: costoso e doloroso. Ad ogni modo praticamente qualsiasi sacerdote di un certo livello può riportarti indietro dal regno dei morti. Non mi dica che non lo sapeva.
Gli occhi dell'angelo prendono improvvisamente fuoco.
- No. Mi sa che non lo sapeva.
- Ciò che dice è blasfemia. - grida - Nessuno può resuscitare all'insaputa dell'unico, vero Dio.
Ferianthalas deduce di stare camminando su un campo minato e cerca di metterci una pezza usando l'unica cosa che non funziona con un fanatico religioso: la logica.
- Ehm... quello che voglio dire è che è risaputo che ci sono altri déi oltre a...
L'angelo estrae la spada dal fodero. Subito dodici sportelli ai lati della loro fila chiudono per una tattica pausa caffé e centinaia di anime svaniscono fischiettando. Intorno si crea il vuoto.
- Senta, non voglio problemi, d'accordo? - si affretta a dire Ferianthalas, alzando entrambe le mani - Se ho detto qualcosa di sbagliato possiamo parlarne.
In quell'istante una spada d'argento luminescente si materializza tra le mani dell'elfo, avvampando d'un fuoco lunare.
- Ma che cazz... - sussulta Ferianthalas, stringendo involontariamente il pugno intorno all'elsa.
Immediatamente l'angelo solleva la spada fiammeggiante e la punta contro di lui, spingendo risolutamente la succube dietro di sé. La sua possente voce cresce d'intensità e rimbomba con tutta la furia vendicatrice del Bene Supremo.
- Getti quell'arma, signore. - ordina.
Ferianthalas solleva lo sguardo su di lui, disperato. - Un momento, io...
- Non faccia sciocchezze, signore, getti subito quell'arma. - insiste Muriel, portandosi due dita alla tempia - Sicurezza, qui Charlie Tango 382, ho un 418 allo sportello 16.772, richiedo supporto immediato... ... ... Sicurezza? Sicurezza!
- Ehi, elfo beota! - chiama Bajyna. Di riflesso Ferianthalas porta due dita alle tempie alla stessa maniera dell'angelo.
- Qui Elfo Beota, parla pure Oca Giuliva. Passo.
- Come diavolo parli? - sbotta lei, poi sbuffa - Rabid Gonzo... lo sciamano sta bloccando le comunicazioni dell'angelo custode di Rowena. Mi spiace per te, ma un guardiano non era previsto. Dovrai eliminarlo per permettere a DarkShield di agganciare l'anima di quella scema e riportarla qui. Hai ricevuto la spada?
- Sì, ma...
- Di che colore è la lama?
- Come?
- La lama! Di che colore è?
- Mah... argentata. Perché?
La voce di Bajyna risuona distante, come se stesse parlando a qualcun altro. - Sei sicuro di non sbagliarti? Non mi sembra proprio il tipo che... - s'ode un sospiro, poi Bajyna torna a rivolgersi a lui.
- Il Gonzo dice che l'argento è il colore delle anime eroiche, anche se detto tra noi mi sembra un'incredibile idiozia. TU un'anima eroica?
Ferianthalas schiva per un soffio un rabbioso fendente di Muriel, e solleva la spada in posizione difensiva.
- Possiamo sorvolare sull'inutile questione delle tue opinioni personali e venire subito al sodo? - protesta l'elfo, indietreggiando sotto una gragnuola di colpi infuocati.
- Pentiti, lurido servo del Maligno! - ruggisce l'angelo.
- Salvami, amor mio! DarkShield! Sono stata una bambina cattiva, riportami a casa e mi farò sculacciare come piace a te! - mugola la succube a mani giunte.
Ferianthalas prova a rispondere agli attacchi utilizzando raffinate tecniche di scherma, ma è come se il suo braccio mancasse di muscolo. Il che è normale, considerato che il suo corpo si trova in un'altra stanza. Muriel invece abbatte la spada come fosse una putrella di ferro, con forza tale da spaccare una montagna. Parare è fuori discussione, perciò l'elfo inizia a prendere tempo volteggiando elegantemente tra gli spazi che si creano nella ragnatela di morte intessuta dall'angelo.
- Ripeti, non ho sentito un tubo con questi due babbei che declamano la loro devozione - urla.
- ... Ho detto che sei uno spirito, non puoi combattere come al solito.
- Bella scoperta, e allora?
- L'arma è un veicolo che ti permette di attirare forza, ma devi agire in accordo alla sua intima natura.
Ferianthalas riesce a schivare la lama dell'avversario solo buttandosi a terra, per poi essere costretto a rotolare per non essere trafitto alla gola una, due, tre volte.
- In una lingua che anch'io possa capire? - ansima.
- E io che ne so? È una spada eroica, no? Di' qualcosa di eroico.
L'elfo evita un altro fendente che gli avrebbe reciso di netto la testa, ma in quell'istante Muriel approfitta della guardia abbassata e lo colpisce alla bocca dello stomaco con un montante sinistro, scagliandolo a diversi metri.
- Ungh... e io che pensavo che morire fosse il peggio che poteva capitarmi... - rantola, riverso al suolo - ma se sono uno spirito, perchê fa così male?
- Ah, non te l'ho detto? - dice Bajyna, svanita - Se muori lì è finita, game over, vai all'inferno per direttissima.
- E me lo dici adesso? - esclama Ferianthalas, sconvolto, rimettendosi in piedi con un colpo di reni immaginari.
Muriel solleva la spada pronto a colpire. - Vivo o morto, tu verrai con me.
- Presto, di' qualcosa di eroico! - urla Bajyna.
- E come faccio? È troppo imbarazzante... Sai benissimo che per un elfo la coolness è tutto.
- Sei scemo? Vuoi morire per sembrare figo?

Che farà Ferianthalas?

1. Perché doveva essere per forza qualcosa di eroico? Agli elfi neri viene insegnato all'asilo che gli eroi sono degli imbecilli. Perché per far funzionare la spada devo per forza comportarmi come un cretino? No, non se ne parla. Ha più senso prendere in ostaggio l'impiegato allo sportello sfottendo Muriel con qualche battuta sarcastica. Se l'angelo tiene ai deboli e agli indifesi dovrà arrendersi.

2. In due lo facciamo secco. Che fai lì impalata e a mani giunte come Giovanna d'Arco? Nella mischia, Rowena! Datti da fare se vuoi rivedere quel lugubre stoccafisso del tuo innamorato! Avrai pure qualche oscura arte demoniaca da utilizzare contro i paladini della Luce!

3. Ehm... dunque... io... (con voce tonante) fatevi sotto, ordunque, mio alato nimico. Vi sfido a singolar tenzone per lavar l'onta de lo nome di madonna Rowena, ché de purezza, ahimé, non gnosce nimmanco lo significato, ma che nondimeno merita uno campione che pugni in lo nome suo. In guardia e affrontiamoci faccia a faccia, come due veri eroi!

4. Fatti sotto, angelo! Ti sconfiggerò per il bene dell'umanità e dei miei amici! Perché in fondo sono un personaggio tsundere, faccio il duro ma ho un cuore eroico! (opzione per chi ama gli eroi degli anime giapponesi)


"Dio ti ama"

discorso di Muriel al dragone demoniaco Gmor prima di ridipingere le pareti con le sue viscere per la gloria dell'OverGod

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lunedì 8 luglio 2013

Enrique Alfarero e i Doni della Morte... il difficile è riciclare i doppioni.



Buonasera volgo, è Lecter che parla. Vi chiederete che fine abbia fatto quella sottospecie di principe elfo con la erre moscia che era solito introdurre queste patetiche cronache "eroiche". Beh, è stato richiamato in patria per motivi bellici. Già, perché la guerra con i nani si fa sempre più vicina e gli elfi hanno promesso che ci aiuteranno (sempre ammesso che una torma di esangui vegani xenofobi possa essere d'aiuto in qualche modo contro dei tappi blindati e armati di BOT e CCT). Ma lasciamo perdere Romualdo e veniamo a noi, che ho da fare. Quei debosciati sono da qualche parte nel bel mezzo del Lato Oscuro e stanno portando avanti ALLA GRANDE la missione assegnata loro. Ricapitolando: uno è in coma, uno è uno zombie, un'altra è morta e i due rimasti sono giunti miracolosamente alla corte di un certo Rabid Gonzo, uno sciamano che dovrebbe risolvere i loro problemi. 
E ai MIEI problemi nessuno ci pensa? Bah, leggete senza fare storie e poi mandatemi un riassunto in bella grafia, così se dovessero chiedermi qualcosa potrò far finta di averla letta anch'io.

dai Canti del Bardo

Dopo un istante di imbarazzato silenzio Bajyna si schiarisce la voce. - Wow, che potenza magica hai sprigionato, prima - dice, dando fondo a tutte le sue conoscenze in materia di piaggeria - Credo di non aver mai visto fare niente di simile neppure all'Arcimago della corte di Re Caelidon. Dove hai imparato quell'incantesimo?
Lui abbassa su di lei uno sguardo così gelido che da qualche parte all'interno del corpo immortale di Bajyna un paio di cellule vengono colte da malore e muoiono.
- Non l'ho imparato. - dice con voce tombale. Poi aggiunge, sempre con il medesimo tono - Se proverete ancora a infilarvi nella mia mente espianterò personalmente tutti i vostri organi interni uno dopo l'altro e mi ci farò un soffritto, poi vi riempirò di paglia e vi venderò alla Compagnia dei Deformi di Plutonia, per essere il loro sollazzo. E la cosa divertente è che sarete perfettamente cosciente per tutto il tempo. Sono stato abbastanza chiaro ed esaustivo?
Bajyna deglutisce. - Cristallino.
- Bene. In questo momento ho una voglia tale di prosciugare interamente le vostre energie vitali che davvero non so come riesca a trattenermi.
Bajyna fa un sorrisetto nervoso, aiutandolo a salire su una grossa roccia. Davanti a loro Mohamet saltella agilmente da un lastrone all'altro pur con entrambe le mani occupate.
- Quanto lo invidio... - ansima l'elfa, sfinita.
- Vorreste essere uno zombie? - chiede il mago, con voce tremante - Perché si fa presto a rimediare.
- Oh, andiamo! - sbotta Bajyna - D'accordo, ho sbagliato, e allora? Non ci ha rimesso nessuno.
- La fastidiosa succube è morta. Il vostro concetto di "non ci ha rimesso nessuno" è quantomeno opinabile, se posso permettermi un appunto.
- Su, non farla tanto lunga. L'hai sentito il Gonzo, no? Non è morta veramente, basterà lasciar fare a lui e avrai nuovamente la tua letale spasimante che ti ronza letteralmente intorno prima di sera. E poi sono carina, potresti anche perdonarmi senza tante storie come fanno sempre tutti.
Lui aggrotta le sopracciglia e la sua mano diventa fredda. - Non vi state scusando, vero? Perché se è così sono le scuse più stupide e indecenti che...
- Stai scherzando? - sbotta lei - Perché dovrei scusarmi? Io non ho fatto niente di male. Avresti dovuto combattere comunque gli scheletri, no? Ti ho solo dato un piccolo incentivo.
Il necromante si libera dalla sua presa con uno strattone, poi scatta avanti con la mano e afferra saldamente le guance dell'elfa, costringendola a protrudere le labbra come una bambina.
- Un piccolo incentivo? Un piccolo incentivo? - sibila a pochi centimetri dal suo viso - Hai idea del cataclisma che abbiamo appena sfiorato? Se la succube non avesse posto rimedio in tempo adesso saremmo tutti e cinque a fare la fila lunga per esporre i nostri problemi a Gonzo. - poi la molla e borbotta - Senza contare la sostanziale immoralità di fondo del controllo mentale, di cui potremmo disquisire se non foste una stupida integrale...
- Immoralità? - bofonchia Bajyna, fissandolo torva - Un necromante viene a fare a me prediche sulla morale?
- Lo faccio semplicemente per non continuare a sottolineare la vostra imbecillità. Dare l'ordine di fare sul serio ad uno che non si conosce potrebbe portare guai. Che avreste fatto se, tanto per fare un esempio, avessi disintegrato l'intera regione con noi dentro, trasformandola in una gelida fossa di non-vita per l'eternità?
Bajyna fa un gesto con la mano in modo da comprendere l'intera pianura. - Questa è già una gelida zona di non-vita, nel caso non te ne fossi accorto.
DarkShield si volta di scatto e riprende la salita. - Discutere con voi è inutile, milady. Non siete altro che una ragazzina viziata.
- Ra... ragazzina viziata? Come ti permetti? Potrei essere la tua trisnonna!
- Se avete finito di blaterare cretinate, laggiù, noi adulti qui avremmo bisogno di aiuto per iniziare il rituale. - tuona la voce di Rabid Gonzo, sempre più indispettito. I due alzano lo sguardo verso l'ingresso della caverna e vedono un tizio con gli occhiali accanto a Mohamet.
DarkShield socchiude gli occhi e si gratta il mento. - Tu guarda... quel Gonzo somiglia in maniera incredibile a... - scuote la testa - ma no, non è possibile. Cosa ci farebbe uno come lui in un buco come questo?
- Di chi parli? - domanda Bajyna, incuriosita.
- Io con voi non parlerò, milady. - sentenzia il mago, gelido - Almeno non prima di aver ricevuto scuse scritte, in bella grafia e con la solenne promessa che non tenterete mai più di controllarmi.
- Mpf. A voce non bastano?
- A me potrebbero anche bastare, ma dubito che il demone cacciatore che legherò alla vostra lettera si accontenterebbe di così poco. Se non rispetterete la parola data il demone verrà a cercarvi per trascinarvi all'inferno.
- Pazzo esagerato. E poi io sono un'elfa, non credo all'inferno.
- Peccato, perché l'inferno crede molto in voi. Non è vero, milady? Pensavate di potermi tenere nascosto quel marchio? Esso risalta ai miei occhi come una stella al mattino.
Bajyna avvampa. - Io... ti ripeto che non so come quella scritta sia apparsa sul mio sedere...
- Non intendevo quello... - avvampa il mago, sollevando gli occhi al cielo in una muta supplica.
L'elfa impallidisce, poi distoglie lo sguardo. - Non dire niente agli altri. - sussurra, dopo un istante - Avrai quella lettera, d'accordo?
DarkShield annuisce, poi si volta e riprende la salita. - Mi raccomando la bella grafia. I demoni cacciatori hanno un ottimo olfatto, ma ci vedono malissimo. Se dovesse travisare i termini del contratto sarebbero guai.
I due proseguono la salita rigidi e in silenzio, almeno finché non arrivano all'imboccatura della caverna.
- Wow, ma... questo posto è fantastico! - esclama Bajyna mettendo piede in un lungo corridoio di marmo lustro, le cui pareti sembrano letteralmente tappezzate di quadri e arazzi. Dal soffitto a volta, ogni sei metri pende un elegante lampadario e una soffusa musica di violini riecheggia nell'aria profumata di limone. - Sembra la villa di un gentiluomo ricchissimo!
In fondo al corridoio trovano una porta dall'aria pesante sorvegliata da uno scheletro in livrea.
- Oh, vi do il benvenuto nell'umile dimora del Gonzo, graditi ospiti - dice il maggiordomo ai nuovi arrivati - Il mio signore è andato avanti con lo zombie per approntare il rituale medianico. In questi casi è necessario agire tempestivamente per evitare sgradevoli effetti collaterali.
Il maggiordomo li accompagna attraverso una serie di tortuosi corridoi profumati di mughetto, fino ad una grande stanza circolare, spoglia e con il soffitto a cupola.
Sul pavimento sono stati disposti i corpi fisici di Ferianthalas e Rowena, circondati da candele e simboli magici scritti con il sangue. A ridosso della parete, seduto a gambe incrociate, Mohamet osserva pigramente Rabid Gonzo che blatera strane frasi in latino mentre cosparge l'elfo e la succube di erbe come fossero involtini di manzo.
Di schiena Rabid Gonzo appare come un tizio segaligno, con i capelli scarmigliati da un uragano e un lungo grembiule bianco da macellaio, sporco di qualcosa che sembra sangue. Nel complesso stona parecchio con il resto dell'ambiente.
- Voi due! - tuona senza neppure voltarsi a guardarli - Chi di voi stava per usare il Diavolo Nero di Kafir sullo zerbino di casa mia?
Il necromante fa un passo avanti, tetro. - Beh, io. Il mio nome è DarkShield, e a mia difesa vorrei sottolineare il fatto che in quel momento non ero affatto padrone...
Ma nell'udire quel nome Rabid Gonzo si è irrigidito e si è voltato di scatto, rivelando un volto glabro da ragazzino, un paio di occhialoni tondi e una cicatrice a forma di fulmine sulla fronte.
- DarkShield? - esclama, sorpreso - DarkShield Mortiferus Pandemic Von Nihil? Quel DarkShield?
Il necromante socchiude gli occhi per vedere meglio nella penombra della sala. - Come sapete il mio nome? Voi... un momento ma... ENRIQUE?
Rabid Gonzo avanza di qualche passo verso di loro.
- Enrique Alfarero, sei davvero tu? - DarkShield spalanca gli occhi per la sorpresa - Ti credevamo tutti morto dopo la feroce battaglia con Mortgage, il tuo acerrimo nemico!
Lui sospira e fa spallucce. - Lo credevo anch'io, ma... è una lunga storia. Se vogliamo salvare i tuoi amici...
- Ahem... collaboratori, prego.
- ... collaboratori dobbiamo agire in fretta. L'elfo è stabile ma la fila per l'aldilà non è lenta come la mia e la succube potrebbe già essere in paradiso.
- Una come quella in paradiso? - sbotta Bajyna, irritata - Che razza di aldilà avete da queste parti?
Rabid Gonzo si volta verso di lei, squadrandola con lo sguardo da pesce lesso tipico di chi non vede una donna da una decina d'anni.
- Oh, è presto detto, mia divina. Quando un diavolo si comporta male va in paradiso, dove si annoierà a morte per l'eternità. La vostra ami... collaboratrice è morta compiendo un gesto d'amore. Per le creature infernali non c'è cosa peggiore. - scuote il capo - Chissà cosa l'avrà spinta a compiere un'idiozia simile. A meno che... - spalanca gli occhi - ... non è che per caso si è...
Bajyna e DarkShield si scambiano un'occhiata, poi annuiscono.
- E chi è il "fortunato"?
Il necromante alza la mano con una smorfia.
La risata che segue riecheggia nelle sale vuote per un buon quarto d'ora abbondante. Quando Rabid Gonzo smette di lacrimare e la sua respirazione riacquista un ritmo regolare, DarkShield solleva un sopracciglio, schifato.
- Hai finito?
L'altro leva una mano e annuisce, ancora scosso dai tremiti dell'ilarità. - Sì, sì, scusa. È solo che davvero mi risulta difficile credere che DarkShield l'Intoccabile sia riuscito a rimorchiare proprio un diavolo della lussuria. Se ci penso... - inizia a ridacchiare nuovamente, poi scuote la testa e tossicchia, riacquistando il controllo di sé - No, in effetti... meglio se non ci penso. Dunque, rimandiamo convenevoli e spiegazioni a dopo. Ora dobbiamo salvare l'elfo e la succube. Per farlo mi servirà il vostro aiuto.
- Il... nostro aiuto? - deglutisce Bajyna - Guarda che noi non sappiamo niente di tutta questa strana macumba con i morti. Sei tu lo sciamano.
Lui annuisce. - Esatto. E visto che io sono l'esperto, qui, vi dico che servono due persone che abbiano un legame con gli spiriti erranti per poterli richiamare qui.
- Mpf. Pensavo fossi un potente professionista! - protesta l'elfa, che in realtà se la sta facendo sotto all'idea di una seduta spiritica.
- Mia divina, credevate forse che resuscitare la gente fosse facile come farsi un cappuccino? Entrare in contatto con l'aldilà richiede un immane quantità di energia. Se mi venisse... che so... da starnutire mentre compio l'invocazione potrei spalancare la Porta dell'Inferno, tanto per fare un esempio. O alterare per sempre il continuum spazio-temporale. O macchiarmi il parquet. Ovviamente ho bisogno d'aiuto.
Rabid Gonzo li accompagna verso il cerchio magico, sospingendoli dolcemente.
- Un momento, Enrique. - dice DarkShield, fissando con preoccupazione i simboli magici che brillano sul pavimento - Non riconosco questo rituale. Che diavolo è?
- Non c'è tempo, amico mio. - dice il Gonzo, indicando loro dove sedere - Artemio, la liberatoria! - ordina.
Lo scheletro maggiordomo corre da qualche parte con movimenti goffi.
- La liberatoria? Per cosa? - chiede il negromante, sospettoso.
- Beh, non si sa mai cosa può capitare pasticciando con l'aldilà, dovresti saperlo meglio di me. C'è sempre un certo margine di rischio...
- E allora? - borbotta DarkShield - Hai paura che il mio avvocato venga in una zona a bassa entropia per farti causa? Compi questo maledetto rituale senza fare tante storie, il tedio mi sta logorando il sistema nervoso!
- P... per gli dei! - esclama Bajyna, balzando quasi fuori dal cerchio - Fe... Feria...!
- Ehilà oca giuliva, quanto tempo! - saluta un ectoplasma verdognolo che fluttua tra lei e il necromante. La forma cangiante trema e si ripiega su se stessa, poi la voce giunge nuovamente come un'eco lontana.
- Vuoi stare seduta composta? Altrimenti non riesco a materializzarmi come si deve. - sbuffa. L'elfa spalanca gli occhioni e si rimette nella posizione del loto, assumendo una postura solenne. Subito una versione verde di Ferianthalas si materializza di fronte a lei.
- Mpf. Si può sapere per quale motivo dovrei parlare faccia a faccia con il tuo sedere, elfo della malora? - sbotta DarkShield, inclinandosi sdegnosamente all'indietro.
- La Divina Signora è il suo tramite, DarkShield, è normale che egli appaia di fronte a lei. - spiega Gonzo, porgendogli i fogli di pergamena fittamente scarabocchiati che lo scheletro ha recuperato chissà dove. 
- Piuttosto è sorprendente che il contatto sia avvenuto spontaneamente senza che la cerimonia fosse neppure iniziata. Ecco, una bella firmetta lì, dove c'è scritto "il contraente".
Il necromante solleva un sopracciglio e squadra lo sciamano. Quello deglutisce ed esibisce un sorriso tirato. 
- C'è... c'è qualche problema?
- Senti Enrique, io non sono un avvocato e forse sto saltando alle conclusioni, ma... lo sai che non c'è nessun contraente nelle liberatorie, vero? E poi cosa significano tutte queste scritte microscopiche?
- Ecco... veramente... Ah ah ah... ehm... - ridacchia nervosamente Rabid Gonzo.
- Andiamo mago da strapazzo, non fare tanto lo schizzinoso! - sbotta Ferianthalas - C'è il mio culo nero in gioco, qui. Che ti frega delle scritte in piccolo? Saranno le solite chiacchiere sulla privacy. Perciò fammi il piacere, firma e basta, mi sono stufato di questo cavolo di limbo. Dove diavolo è il mio corpo, piuttosto? Non l'avrete perso, vero? Altrimenti vi giuro che...
- Mpf. IL tuo inutile corpo è lì ai tuoi piedi. Vedo che la morte non ti ha migliorato, elfo beota - ringhia DarkShield, rassegnato.
- Come direbbe un ignobile necromante di mia conoscenza, tecnicamente non sono neppure morto. Mi tengono qui in attesa da una vita. Ho preso il numeretto, ma mancano ancora 56.443 persone prima del mio turno e mi hanno messo allo sportello "incerti".
DarkShield si gratta il mento, pensoso. - Vedi una succube, per caso? Probabilmente è nelle file più veloci.
- È impossibile per me vederla da dove mi trovo - risponde Ferianthalas - hai idea di quanta roba muore ogni maledettissimo istante? Per la Dea, c'è persino una fila di muschi e licheni... però... un momento... quella laggiù non è la pazza che ha aggredito l'oca giuliva alla locanda? È lei che cercate?
- Proprio lei, Rowena! - esclama Bajyna - Che sta facendo? Ti ha visto?
- No, non credo. È in compagnia di un tizio enorme con grandi ali piumate e uno spadone infuocato. Credo le abbiano messo un paio di manette e la stiano deportando in paradiso. E' nella fila "casi urgenti". Quella che si dice giustizia divina. Letteralmente.
- Fermala!
- Cosa? Parla più forte, oca giuliva. Sembra che la ricezione peggiori notevolmente quando vengono pronunciate delle abominevoli idiozie. Come lo dovrei fermare? Quello è un angelo con le sembianze di mister universo e il grugno brillante di un paladino di Thorm. Sarebbe come ragionare con un frigorifero!
- Ehm... scusate se mi intrometto, ma a questo punto ogni istante è prezioso, dobbiamo agire subito. Ora, per quella firmetta...
DarkShield solleva uno sguardo gelido sullo sciamano. - Enrique, non stai cercando di fregarmi, vero?
- Non lo farei mai, amico mio. - dice Rabid Gonzo, serio - Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme credi davvero che potrei giocarti qualche brutto tiro?
- Mmm...

Che farà DarkShield?

1. Si fiderà di Enrique. Dopotutto era un suo compagno all'Accademia e hanno combattuto insieme contro Mortgage, l'arcimago senza naso che voleva ucciderlo a tutti i costi. Certe cose creano dei legami. Perciò sotto con la penna e il sangue. Volevo dire l'inchiostro.

2. Farà firmare la liberatoria a Bajyna. D'altra parte basta una firma sola, no? Quindi o lui o lei non fa alcuna differenza. E poi se c'è qualcosa sotto quell'elfa irrispettosa avrà quello che si merita.

3. Non firmerà assolutamente un bel niente. Mai. Never. I maghi sanno bene che nel mondo della magia e degli incantesimi i contratti sono strumenti molto potenti ed estremamente subdoli. Così facendo Enrique non li aiuterà? Chissenenefrega. Al diavolo la succube. Un fastidio in meno. L'elfo della malora è al sicuro, per ora, no? Hanno tutto il tempo per estorcere ad Enrique la verità su questo misterioso rituale. Dolorosamente, se necessario. In fondo DarkShield lo credeva già morto, perciò...



"Firma senza timore, ti posso assicurare che il modulo 730 è a posto così. Ho fatto un paio di modifiche che ti permetteranno di risparmiare qualche soldo qua e là. In fondo non è necessario che le Guardie del Re vengano a conoscenza di quelle tue case abusive sul Mare Purpureo, no?"

Gorag-Nuur, commercialista


Come al solito l'episodio precedente lo trovate QUI