venerdì 30 agosto 2013

Verso la Capitale



Ahimè, rieccomi di nuovo schiavizzato da questo miserabile Bardo e dalla sua bacheca. Quantomeno stavolta sono stato disturbato per presentare un pezzo di PM, uno dei collaboratori di quello sfaticato. Ormai non fa più nemmeno la fatica di muovere la penna, visto che ci sono altri che scrivono per lui. E sapete una cosa? Scrivono MEGLIO. 
Ho il piacere di presentare finalmente un brano di letteratura degno di questo nome, che riprende le vicende di coloro che in primo luogo hanno aiutato la nostra augusta (seppur non troppo sveglia) principessa Cleofelia a ritrovare la retta via. 
Avevamo lasciato Von Braun e gli altri in compagnia delle Spade di Dana e della misteriosa creatura dal potere mortale. La creatura pare esser stata sigillata, ma molti misteri si profilano all'orizzonte e, sinceramente, spero sul serio che alla fine non si traduca tutto in lavoro extra per me. Ho già un diavolo per capello, in questi giorni, senza dover aggiungere alla lista letali creature, evocatori e ragazzini schizzati.
Bene dunque, vi lascio alla lettura. Per una volta potrete godervi qualcosa di decente scritto da PM, piuttosto che l'insultante cacofonia verbale che il Bardo si ostina a chiamare "letteratura".
Con il triste disprezzo che meritate, io vi saluto.

Archibald Lecter, Segretario Particolare del Re

di PM

Avanzavano nella sconfinata pianura ormai da tre giorni, e ancora non se ne vedeva una fine. Da quando, la sera prima, anche il profilo scuro della Roccia Impaziente era svanito, inghiottito dal mare d'erba alle loro spalle, non c'era più nulla, se non qualche albero rachitico e solitario, a interrompere la monotonia di quella che i soldati chiamavano la Piana Lunga, ma che per Marianna era semplicemente la grande prateria che si estendeva a sud della Foresta Logorroica.
Strizzò gli occhi nella prima luce del mattino per cercare di mettere a fuoco un puntino lontano. Un cavallo. O forse solo un altro albero. Una brezza calda arrivava da sud, portando il profumo dell'erba umida di rugiada e di qualcos'altro, che Marianna non riuscì a riconoscere. Si passò una mano fra gli ispidi capelli rossi, inspiro' profondamente e sorrise. Per quanto riuscisse a ricordare, non si era mai spinta così lontano dagli alberi. Sapeva che a sud della Foresta c'era la grande pianura e, ancora più a sud, la Capitale. Da qualche parte doveva esserci anche il mare, le aveva raccontato una volta la sua maestra, molti anni prima. Ma da quando era diventata la Custode non si era mai allontanata cosi tanto dalla sicurezza della Foresta, perchè così come ogni foresta ha bisogno di una Custode, ogni Custode ha bisogno della sua foresta. Nonostante ciò, anche in un posto tanto lontano da casa come quello, poteva sentire la forza della natura circondarla, poteva percepire l'abbraccio della Grande Madre intorno a lei.
Si girò sulla sella per guardare la pianura alle loro spalle. Il verde brillante era segnato da una profonda linea scura, che partiva dall’orizzonte e continuava fino all’enorme blocco di metallo che si trascinavano appresso, trainato da due cavalli stremati. Presto si sarebbero dovuti fermare di nuovo, pensò, le bestie non riuscivano a sopportare la vicinanza di quella cosa troppo a lungo. Marianna guardò la linea di terra scura scavata dal peso del metallo, dove l’erba non sarebbe mai più cresciuta, e lanciò un’occhiata timorosa al sarcofago informe. Anche a quella distanza un brivido di terrore le percorse la schiena. Improvvisamente si senti sperduta e insicura nel mezzo di quella piana sconfinata.
Distolse lo sguardo dal fondo della carovana e lo posò su Sven, che cavalcava a testa china e con gli occhi socchiusi. “Vuoi un po’ d’acqua?” chiese al ragazzo, che si volto’ e annui’ timidamente. Marianna stappò la borraccia e gliela avvicinò alle labbra, aiutandolo a bere. “Grazie” sussurrò lui, abbozzando un sorriso. Marianna sorrise di rimando. Guardò le mani del ragazzo, legate strettamente dietro la schiena “Non preoccuparti, sono sicura che il tuo maestro metterà tutto a posto” gli disse, indicando la testa della carovana, dove Von Braun cavalcava al fianco della ragazza bionda.
Sven scosse la testa “Non.. sono preoccupato..” disse con la sua voce bassa e incerta “s... stiamo andando dal G..Grande Sacerdote... non c’è nulla di c..cui preoccuparsi...”
Marianna aggrottò la fronte, cercando di ricordare chi fosse il Grande Sacerdote. Aveva un ricordo vago dei culti della Capitale. Sapeva che, secondo gli abitanti del regno, esistevano una moltitudine di dèi, e che ognuno di questi aveva i suoi templi e i suoi seguaci. Sapeva anche che tutti quegli dèi non erano altro che diverse personificazioni della Grande Madre, inventate da qualcuno con una mente troppo stretta per coglierne la grandezza.
“Pensavo stessimo andando da un qualche mago... i soldati hanno detto che sono al soldo di un evocatore...” chiese al ragazzo, che però aveva di nuovo lo sguardo perso nel vuoto, e sembrò non sentirla.
“L’Evocatore della Vita e’ il Grande Sacerdote, signora” disse una voce squillante alle sue spalle, accompagnata dallo scalpitare di un cavallo al trotto. Marianna fece giusto in tempo a voltarsi sulla sella e si ritrovò un piccolo fiore scarlatto davanti al viso, seguito a poca distanza da un sorriso smagliante “Questo e’ per voi” aggiunse la vedetta del gruppo di soldati, mettendole il fiore in mano.
Marianna sorrise involontariamente all'uomo che cavalcava al suo fianco “Buongiorno Leom” disse. Fra tutti e dieci i membri del gruppo di soldati, Leom era l’unico di cui aveva imparato il nome. Forse perchè era l’unico che si era dimostrato gentile con lei e Sven. “E non siamo al soldo di qualche mago, Marianna, noi pattugliamo i confini della regione, e siamo sotto il comando dell’Evocatore del Ferro” continuo’ Leom.
“Un altro evocatore? Quanti ne avete in quella vostra città?” chiese in tono sarcastico Marianna. Leom la guardo’ divertito “Dite sul serio? Non avete mai sentito parlare dei Cinque Evocatori?” Marianna scosse i riccioli rossi con sguardo esageratamente colpevole “Sono solo una donna della foresta, ho vissuto per troppo tempo lontano dagli agi della città... e da questi vostri evocatori” rispose lei facendo spallucce. "Parla con più rispetto, donna!" ringhiò improvvisamente Sven al suo fianco. Marianna si voltò di scatto verso il ragazzo che la guardava dal basso in alto, gli occhi carichi d'odio quasi nascosti dalla frangia che cadeva in avanti "Un'eretica non deve nemmeno pronunciare quel nome!" le sputo' contro. 
"Stai calmo ragazzo" lo ammonì con voce dura Leom, lanciandogli un'occhiataccia. Poi, rivolto alla donna, continuò "I Cinque Evocatori sono le persone più importanti del regno, signora... beh, dopo il Re, naturalmente" aggiunse con un occhiolino "Si dice che siano maghi, altri dicono che siano vecchissimi saggi, addirittura immortali... Non conosco la verità, ma a parer mio sono uomini comuni, come noi, solo molto, molto più ricchi" concluse sorridendo.
"I C... Cinque Evocatori non sono s... semplici uomini, vi sbagliate!" lo rimbeccò Sven goffamente "essi c... custodiscono il potere degli elementi, e p... possono evocarlo a proprio piacimento!" tentò di spiegare, poi fissando dritto davanti a se, recitò "Dai cinque Elementi forgiarono il mondo, ai cinque Prescelti concessero il Dono, i Cento Dèi anche oggi serviamo”
"Questo è quello che vi insegnano nei templi" commentò Leom "io ho visto l'Evocatore del Ferro di persona, e posso dire che per quanto sia un uomo d'armi eccezionale, è pur sempre un uomo... in carne e ossa, e con dei figli..." aggiunse a bassa voce, guardando in direzione della ragazza bionda in testa alla fila. Marianna seguì il suo sguardo, senza capire "Quindi il vostro evocatore non è un mago?"
Leom la guardò e sorrise "Il titolo di Evocatore è una carica che il nostro Re da a chi se la merita... il Grande Sacerdote è l'Evocatore della Vita, il Capitano della guardia reale è l'Evocatore del Ferro e cosi via... e se devo dirla tutta, questa volta il Re ci ha visto giusto. Non c'è uno spadaccino migliore del Capitano di Ferro in tutto il regno... tranne forse il nostro, di capitano" concluse, lo sguardo fisso sull'orizzonte.
Poi, aggrottando la fronte, continuò "Perdonatemi ma devo lasciarvi, c'è... qualcosa che devo fare" e senza guardarsi indietro partì al galoppo verso la testa della carovana, lasciando Marianna con la testa piena di domande. "Non sono sicura di avere ben capito questa cosa degli evocatori" borbottò più rivolta a se stessa che a Sven "e se devo dirla tutta, non ci tengo ad incontrarne nemmeno uno..." Una risata secca la fece voltare verso il ragazzo, che la guardava di sottecchi "Oh, non ti devi preoccupare" le sussurrò con un ghigno "quelle come te non ci arrivano davanti al Gran Sacerdote... le bruciano prima"


Simpatia portami via, eh, Sven?


Se volete la puntata precedente (che riguardava il Falco e compagnia) usate QUESTO

lunedì 26 agosto 2013

Heaven vs Hell Limbo Challenge!



Insomma, queste presentazioni mi hanno stancato. Sono il Segretario Particolare del Re, ho degli impegni più importanti che incensare la squallida prosa di quello scribacchino incapace del Bardo. Da quando siamo in aperta ostilità con i nani ho mille cose a cui pensare, e il destino di quei quattro incapaci che abbiamo mandato a cercare Cleofelia (che peraltro è già al sicuro, mi dicono) mi interessa meno della routine d'accoppiamento del toporagno. Ma visto che alcuni tra voi sudditi ancora manifestano dell'interesse nei confronti di esseri indegni come quelli (e non mi riferisco ai toporagni, ovviamente), sprecherò un po' del mio prezioso tempo per sottoporvi questa nuova, discutibile prova letteraria di quella specie di parassita dalla lingua sciolta.
Invitandovi come sempre a trovarvi un hobby più costruttivo, il quipresente Archibald Lecter vi saluta con il disgustato sdegno che solo voi sapete suscitare.

dai Canti del Bardo

Ferianthalas stringe i pugni.
- Non esiste che io dica qualche idiozia eroica solo per sconfiggere questa sottospecie di fusto in mutandoni - ringhia, poi si rivolge alla succube che fissa ancora il cielo a mani giunte come una santa.
- Tu, femmina - ruggisce - sei un demone, no? Aiutami con mister universo, qui. Prima finiamo e prima ce ne andiamo.
Lei lo fissa con fastidio. - Sono un diavolo, non un demone. C'è una netta differenza.
L'elfo para a stento un colpo che avrebbe aperto una crepa nel terreno e quasi crolla al suolo.
- Oh, sì, scusami se ho ferito la tua sensibilità, milady. - rantola - Ora muovi quel culo sexy e vieni a darmi una mano, o di questo passo non vedrai più il tuo mago necrofobo.
A quelle parole Rowena rompe ogni indugio e balza alle spalle di Muriel, afferrandogli la testa con entrambe le mani e cantilenando una strana formula con voce gutturale.
L'angelo solleva un braccio, la afferra per i capelli e la scaglia contro l'elfo, mandandoli entrambi a gambe all'aria.
- Non riesco a invocare il glorioso potere dell'OverGod, dannati manigoldi, ma mi basteranno questi muscoli e questa spada per aver ragione del Male che vi muove. - tuona.
- Ungh... - geme l'elfo, scostando Rowena in malo modo - Complimenti, bell'incantesimo. Non so cosa tu gli abbia fatto, ma è stato completamente inutile. Come ogni cosa che fai, del resto.
- Non lo so, i miei poteri non funzionano. - dice, disperata - Forse è dovuto al fatto che sono morta...
- Fantastico... - ringhia Ferianthalas mettendosi in piedi e aiutando la succube a fare altrettanto. Muriel si para dinnanzi a loro con occhi di fuoco. - Quindi, riassumendo, sei impotente come una spada senza lama, giusto?
- Sei rude... - si lamenta lei - il mio DarkShield non mi avrebbe mai detto...
- Non finire quella frase. Lo sai che non è vero.
- Beh...
- Non ignoratemi, maledetti! - sbotta Muriel - Ho riconosciuto quella lingua ignobile che la diavolessa ha usato poco fa. Era un invocazione all'ÜberDevil. Con quale coraggio pronunciate tali parole dinnanzi ad un servo dell'OverGod? Marcirete in Paradiso, per questo.
- Vuoi dire all'Inferno. - precisa Ferianthalas.
- Magari. - trema Rowena, spaventata. - No, no, intende proprio il Paradiso.
- Non dovrebbe essere un luogo di beatitudine? - obietta Ferianthalas, accigliandosi.
La diavolessa indietreggia di un passo e scuote il capo, pallida. - Vorrei farti notare che il concetto di "beatitudine" di questo bietolone bigotto potrebbe non coincidere con il mio o con il tuo. Fidati, ho studiato gli scritti sul Paradiso del saggio Dantius e ti posso assicurare che quel posto è una palla intollerabile. Un luogo dove il suo Dio si crogiola nell'adorazione di miliardi di anime di fanatici.
- Attenta a ciò che dici, malvagia creatura! - sbotta l'angelo con rabbia.
- E invece l'Inferno com'è? - domanda Ferianthalas, ormai convinto dalla piega degli eventi a fare un po' d'orientamento post-mortem per decidere dove convenga andare.
Rowena fa spallucce. - l'ÜberDevil è troppo occupato in questo mondo per occuparsi dell'Inferno, perciò si fanno feste ogni sera, si ascolta musica metal e si gioca di ruolo. Poi ci sono spettacoli di lap dance e grigliate di carne, campionati di sferogames e piscine pubbliche piene di lava o di semplice acqua con le bollicine solforose. Insomma, ci si diverte come dannati. - sorride - Oh, e di recente hanno messo Sferonet gratis a 20 MegaPixie.
Ferianthalas la afferra per le spalle con gli occhi lucidi. - Dove devo firmare?
Muriel si lancia su di loro, colpendoli con i suoi poderosi pugni divini. Ferianthalas e Rowena vengono sbalzati lontano come pupazzi di pezza.
L'angelo getta indietro la testa e ride di gusto. - Vi insegnerò il rispetto per il vostro Creatore a suon di mazzate, peccatori impertinenti! Ero campione dei pesi Titan, giusto un paio di secoli fa.
Ferianthalas si contorce sul pavimento cercando assurdamente di riempire d'aria i polmoni senza prima essersene procurati un paio.
- L... l'avevo in... intuito... ungh...
Accanto a lui Rowena sembra svenuta, immobile in posizione fetale.
- Vi pentirete di... - l'angelo si interrompe, sorpreso, fissando un punto alle spalle degli avversari. - E tu chi sei?
- Ferianthals rovescia indietro la testa per vedere il nuovo arrivato e rimane di sasso vedendo Mohamet in piedi in mezzo al nulla che si guarda intorno preoccupato. Il druido si punta un dito contro.
- Dici a me?
- Vedi qualcun'altro, lì?
- Beh, no. Io può sapere chi sei e dove io trova?
- Mohamet! - chiama Ferianthalas, rimettendosi a sedere di scatto - Che diamine ci fai, qui? Sei morto anche tu?
Il druido si gratta il mento e solleva lo sguardo, pensoso. - Credo di sì, poi io appisolato in salone di mago con occhiali e quando io risveglia trova qui. Cosa è questo posto?
- È il limbo, gentile ospite - spiega Muriel, riacquistando istantaneamente il self-control di un maggiordomo inglese - Non ho potuto non notare la curiosa consecutio temporum che avete appena utilizzato. Non volevate dire, forse, che vi siete prima addormentato e poi siete morto?
- Eh? No, no. Prima io morto e poi addormentato. Io sicuro.
Gli occhi e i capelli dell'angelo si incendiano nuovamente, mentre la sua espressione si fa via via più rabbiosa.
- Questo significa una cosa sola - ringhia - negromanzia. Anche tu sei un prodotto del Maligno, perciò anche tu verrai epurato nel glorioso nome dell'OverGod.
E detto questo lo carica con la spada sollevata sopra la testa in una vampata di fuoco.
- Attento, druido - grida Ferianthalas - scansati o ti ammazzerà.
Mentre la lama cala Mohamet fa un passo avanti e solleva una mano sopra la testa, fermando lo slancio del braccio di Muriel senza apparente sforzo.
- Tu estremamente scortese - dice, fissandolo a pochi centimetri dal volto - Io risposto solo a tua domanda. Se tu attacca me io strappa tue piume e imbottisco miei mutandoni sul davanti per piacere a femmine.
L'angelo sbianca.
- Ma... Ma non è possibile. Quale oscura magia può averti fornito una tale forza? Io sono un angelo dell'OverGod - urla, sconvolto.
Mohamet fa spallucce e si volta verso l'ectoplasma. - Questo tizio parlare difficile. Io che deve fare?
Ferianthalas aiuta Rowena ad alzarsi e lo guarda storto. - E io che ne so? Tu nel dubbio ammazzalo.
Mentre Muriel, disperato, tende al massimo i colossali muscoli per vincere la resistenza di Mohamet, il druido fa nuovamente spallucce e usa la mano libera per assestare un gancio devastante alla mascella dell'angelo. Si ode il suono sinistro della pietra che si sbriciola, Muriel volteggia nell'aria un paio di volte come una colomba ferita e crolla al suolo una ventina di metri più indietro, immobile. L'immane spadone di fuoco rotea pericolosamente sopra di lui e si pianta a terra vicino alla sua divina nuca. Abbastanza da poter essere considerato un tentativo di taglio con sfumatura alta.
Ferianthalas raggiunge il druido, zoppicando come un falso invalido a causa della convinzione di avere un corpo. Un abitudine difficile da perdere. Sotto al suo braccio, Rowena pare ancora stordita dall'impatto violento con la parete. Anch'essa immaginaria.
- Non pensavo che avrei mai detto una cosa simile a proposito di un imbecille terminale, ma... - sorrise, incredulo - sei stato veramente fantastico per il tuo standard di inutilità complessivo. Come diavolo fai ad essere corporeo nell'aldilà?
Lui sgrana gli occhi. - Aldilà? Non è LINDO, questo?
- Limbo.
- Oh, come strano ballo di cannibali Magamunga?
- No, come il Limbo. Hai presente? Il luogo di passaggio per l'inferno e il paradiso.
Mohamet si acciglia. - Io non crede in queste idiozie. Perché io qui?
- Non lo so, ma sono contento che tu sia arrivato in tempo per salvare il nostro attualmente inconsistente deretano. Non sai per caso anche come uscire di qui?
- Io neanche sa come entrato - protesta il druido.
La voce di Bajyna nella testa di Ferianthalas riecheggia da un punto lontano. - Traslazione Tetradimensionale Avanzata.
- Cosa? - l'elfo si acciglia.
- Non farmelo ripetere ci ho messo cinque minuti per dirlo senza che mi si annodasse la lingua. - sospira Bajyna - Ad ogni modo Mohamet ha involontariamente manifestato questa capacità. DarkShield dice che non ha mai pensato agli effetti che avrebbe potuto avere la Preparazione Z su un soggetto con abilità magiche derivate dalla natura.
- Lui dice di essersi addormentato...
- Gli zombie non dormono.
- Err... zombie?
Mohamet alza una mano. - Sì, io zombie, tu non sapeva?
Ferianthalas lo osserva, vagamente disgustato - No, non lo sapevo. Sai, ero praticamente morto. La gente tende a diventare distratta, quando muore. Come cavolo sei diventato uno zombie? - chiede. Mohamet fa per aprire bocca, ma l'elfo solleva una mano e lo interrompe - No, aspetta, non me lo dire. Non sono sicuro di volerlo sapere. Ehi, oca giuliva, il guardiano è andato. Portateci fuori di qui immediatamente, capito?
- Ehm... potreste aspettare un minuto? DarkShield sta facendo una cosa estremamente sgradevole a Rabid Gonzo utilizzando il braccio destro del suo maggiordomo e una specie di elastico.
Ferianthalas solleva un sopracciglio e scambia un'occhiata con Mohamet Al.
- Pronto? - chiama poi - Oca giuliva, mi ricevi? Il segnale è disturbato, ho appena udito un incredibile idiozia provenire dalle tue labbra. Il che di per se stesso non mi sorprende più di tanto. Tuttavia in circostanze come queste gradirei che fossimo tutti un po' più seri, d'accordo? Perciò te lo ripeto.Tirate immediatamente il mio culo fuori di qui, prima che arrivi un altro culturista piumato con l'irresistibile impulso di evangelizzarci a mazzate.
- Senti, capisco la vostra fretta, ma io sono solo il tramite qui, chiaro? Non ho la più pallida idea di come fare. - protesta Bajyna.
Ferianthalas sbianca. - Devi dire a DarkShield che se finisce con l'ammazzare lo sciamano noialtri rimarremo bloccati qui - urla.
- Lo sa, non preoccuparti. Eccolo che arriva. Mmm...
- "Mmm"? Che significa "mmm"? - si affretta a chiedere l'elfo, allarmato.
- Eh? No, niente. Il Gonzo sembra un po'... ehm... provato. Ma non credo che questo gli impedirà di portarvi fuori. Preparatevi.
Trascorrono un paio di minuti di imbarazzato silenzio, occhiate vaghe e colpi di tosse, un po' come quando ci si incrocia in ascensore. Alla fine Mohamet sbuffa.
- Allora? Quanto ci vuole per uscire da questo Lindo?
Ferianthalas grugnisce qualcosa, grattandosi la nuca. Un altro riflesso condizionato legato alla sua passata corporeità.
- Oca giuliva, che diamine state facendo, laggiù? La pausa caffé?
- Ehm... non so, sembra ci sia qualche problema. Un'interferenza. Siete proprio sicuri di aver eliminato l'angelo custode?
L'elfo si irrigidisce. In effetti ora che ci pensa la temperatura del limbo sembra essere salita all'improvviso. Dietro di lui qualcosa si solleva e un'ombra colossale oscura la sua figura.
- Tsk. Bel pugno. - romba una voce conosciuta - Ma vi servirà ben altro per stendere un ex-campione di pesi Titan.
In quel momento Rowena si riprende, vede l'angelo circondato da un'aura di fuoco rabbioso e lancia un urlo disperato.
- Au! Calmati, maledizione - ringhia Ferianthalas con una smorfia - mi hai sfondato un timpano.
Lei sbatte le palpebre un paio di volte. - Siamo ancora qui? Oh, scusa, pensavo di essere già in paradiso...
I tre indietreggiano, mentre Muriel avanza come un vulcano di fede in piena eruzione.
- Vi porterò al cospetto dell'OverGod anche se devessi farlo un pezzo alla volta. Vedrete finalmente il suo infinito amore e mi ringrazierete.
- Se ci ama così tanto non potrebbe evitare di ucciderci? - abbaia Ferianthalas, nel panico - Coraggio Mohamet. Dai una lezione a questo bacchettone pieno di steroidi. Trasformati in qualcosa di zannuto e buon appetito.
Il druido non se lo fa ripetere, rovescia indietro gli occhi e così rimane, come un baccalà, finché Muriel non lo investe con un pugno pesante come una carrozza lanciata a folle velocità. Mohamet vola all'indietro, cade e rotola, sbatacchiando come un cencio.
Ferianthalas solleva uno sguardo sconvolto sull'angelo e deglutisce.
- Uno è andato, ne rimangono due. - dice quello, truce, abbassando lo sguardo fiammeggante su di loro.
Senza dire una parola l'elfo e la succube si separano e corrono in direzioni opposte, cercando di evitare i terribili fendenti della spada angelica.
- Bajyna - chiama lui - Bajyna, che fine hai fatto? Dov'è lo sciamano? Deve tirarci fuori di qui, mi hai sentito? Adesso.
- Non può sentirti - dice una voce maschile accanto a lui.
Ferianthalas si volta e si trova davanti un tizio con gli occhiali, un grembiule sporco di sangue e i capelli che sembrano i campi del Kansas dopo la stagione dei tornado.
- Salve - fa l'uomo, porgendogli un moncherino a mo' di saluto - Rabid Gonzo, molto piacere. Oh, scusa. Dimenticavo che non ho più la mano. Ah ah ah.
Ferianthalas si mette le mani nei capelli, disperato. Sullo sfondo Muriel cerca di schiacciare Rowena con la spada come si farebbe con una zanzara fastidiosa.
- Rabid Gonzo? Lo sciamano? - grida - Che diavolo ci fai, qui? Non mi dirai che quel cretino di un mago ha finito con l'ammazzarti.
- Beh, sì. Gliel'ho chiesto io - ammette - Certo, non mi aspettavo che lo facesse in modo tanto doloroso, ma tant'è. Il caro DarkShield non ha mai avuto il senso dell'umorismo e attualmente... come dire... - solleva il moncherino - ... mi tiene per le palle. Se non avessi rischiato in prima persona avrebbe usato sul mio corpo la zombificazione verminosa. E fidati, non vuoi sapere di che si tratta.
- Infatti non te l'ho chiesto - taglia corto l'elfo, il cui tasso di acidità ha via via raggiunto quello dello yogurt al limone scaduto - come diavolo usciamo di qui?
- Uscire sarebbe facile se non ci fosse di mezzo quel bestione. - indicò Muriel con un cenno del capo.
- Temevo che l'avresti detto... - mugugna Ferianthalas - Dunque, riformulo la domanda: come battiamo quel colossale fanatico?
Lui solleva tre dita.
- Ci sono tre modi, tutti e tre difficili, rischiosi e potenzialmente letali. Ti va di sentirli?
Ferianthalas affloscia le spalle e sospira. - Ho forse scelta?
- Ah ah ah. Scelta? Davvero simpatico. Ovviamente no, nessuno di noi ce l'ha. L'unica scelta che ti posso offrire è sulle modalità in cui rischierai la vita. Perciò apri bene quelle belle orecchie lunghe.

1. Numero uno: mi dicono che tu sia uno spirito estremamente abile con la spada, mentre quella specie di muscoloso druido zombie, riverso laggiù, possiede un corpo e una forza sovrumana. Non ti fa suonare nessuna campanella? Ma dai, certo che sì. Possessione spiritica! Tu tiri fuori la spada (inteso l'arma), entri nel suo corpo (in senso spirituale) e usi la tua abilità combinata alla sua forza. BOOM! Sarà un combattimento degno dei libri di storia. Peccato che non lo vedrà nessuno...

2. Numero due: c'è una sola sfida intellettuale che gli angeli dell'OverGod possono sostenere a alla quale non possono sottrarsi: un duello teologico. Devi dimostrare a quel fanatico religioso che la sua fede sbaglia in qualche cosa. Gli angeli sono un'organizzazione molto rigida, se la fede di uno di essi dovesse vacillare anche solo per un istante quello verrebbe richiamato immediatamente in paradiso ovunque si trovi, per essere rieducato in uno dei loro simpatici campi estivi obbligatori.


3. Numero tre: i poteri della succube non funzionano nella sfera del limbo, ma con me presente la storia cambia. Posso fare da tramite per l'Inferno, se lei è d'accordo. Con un po' di fortuna (ammesso che la si possa definire tale) potremmo evocare un diavolaccio da guerra molto, molto cattivo. Tuttavia questo non piacerà molto all'OverGod, che potrebbe legarsela al dito per i giorni a venire. In compenso l'ÜberDevil si farà sicuramente quattro risate. Oh, a proposito. I diavoli di quel calibro non si spostano gratis, di sicuro vi chiederà un favore in cambio. Con un interesse da strozzino, probabilmente.

SCEGLIETE CON SAGGEZZA!!


La Grande Guerra tra le due Supreme Divinità. O meglio, tra quelle che si credono le due Supreme Divinità. E' inutile che vi dica che essendo un mondo fantasy ci sono più dèi che stelle nel firmamento. Ma si sa, gli dèi sono capricciosi, vanagloriosi ed egocentrici. Fosse per loro ci sarebbero decine di monoteismi...

La parte precedente la trovate QUI

lunedì 5 agosto 2013

Le Fiabe delle Tenebre: Non svegliate la Bella che dorme!



Gioite, sudditi ignobili!

E' uscito il nuovo, grande successo del vostro Augusto Imperatore. Questa volta si tratta della celeberrima fiaba de "La Bella Addormentata". Se vi è piaciuta Cappuccetto Rosso e desiderate un'altra dose di cattiveria e di insensata violenza correte ad ascoltare anche questa, condividetela su tutti i social network grazie ai quali vi siete isolati da ciò che rimaneva della vostra miserabile vita sociale e farete così felice il vostro sovrano.
E un sovrano felice significa sudditi ancora vivi. Almeno per oggi.
Purtroppo youtube è in mano alle forze della Luce e continuano a passare delle settimane prima che la bacheca del Bardo mi faccia caricare le fiabe di modo che siano visibili direttamente, perciò per ora metterò la consueta imago e il collegamento magico che vi porterà sulla pagina giusta. Poi metterò il video appena sarà disponibile.

Ora filate, luride palle al piede. Rendete il vostro Imperatore orgoglioso di voi e dategli una ragione per cui non debba trasformarvi tutti in non-morti per accrescere il suo esercito. E ricordate, una fiaba condivisa allunga la vita. Non condividerla la allunga molto di più, ma non so se a quel punto la si potrebbe ancora definire "vita".

A presto, allora. E divertitevi!

Mors Tua