giovedì 12 dicembre 2013

Piovrology



Di nuovo qui con l'insulso seguito della saga fantasy preferita da migliaia di orsetti lavatori, panda minori e sudditi minorati. Ci eravamo lasciati con i nostri eroi sguinzagliati per Puerto del Muerto, alla ricerca di un posto per mangiare, dormire e che magari potesse garantire loro anche un passaggio pseudo-sicuro verso l'altra sponda del Mare senza Fondo, dove sorge la titanica città di Necropolis, capitale del Male e residenza di Mors Tua in persona.
Avete optato per consegnare i nostri (ormai) 5 mentecatti alle cure dei cultisti del Grande Gburhulg e ai loro polpi. Bravi, ottima scelta.
Sono sarcastico, ovviamente. Anche se, ahimé, di certo i protagonisti di queste tediose cronache troveranno quasi certamente il modo di salvarsi da qualunque mostruosità si celi nelle profondità marine (forse).
Ammirerò l'inutile spreco del vostro prezioso tempo da una distanza di sicurezza, mentre faccio qualcosa di più utile, come imparare il dialetto antico degli Elfi del Deserto.

Vostro poliglotta,

Archibald Lecter, Segretario Particolare del Re


dai Canti del Bardo


Dopo essersi scaldati ad un fuoco pubblico e aver asciugato i vestiti fradici nel quartiere dei carpentieri, i nostri eroi cominciano ad avvertire i morsi della fame e si fanno inquieti.
- Come vorrei che non avessi usato la nostra ultima moneta per pagare quei tagliagole da quattro soldi, oca giuliva - brontola l'Elfo Nero, cercando di ripulirsi i capelli dai frammenti d'alga marina.
- Innanzitutto è la mia ultima moneta - puntualizza Bajyna, avvolta in un asciugamano rimediato a
scrocco da un gruppo di operai al lavoro sullo scheletro di un galeone, lì vicino - e poi chi ha detto che era l'ultima? - sorride ed estrae dalla fessura tra i seni una nuova moneta identica a quella precedente.
- Oh, ecco perchè tuo petto così abbondante. Tu tiene lì tesoro nascosto - sorride Mohamet, sorpreso - Oppure anche tu fa trucchi di magia come DarkShield?
- Io non faccio trucchi, zombie sine cerebro - sbotta il necromante - non sono mica il mago Dilban, o quel buffone di Davy Campodirame. La mia è magia vera.
- Come diavolo hai fatto? - esclama Ferianthalas, balzato in piedi per la sorpresa.
- Lei non ha fatto niente - sospira Rowena - è tutto merito di quella moneta, dico bene amore mio?
DarkShield tossicchia a disagio. - È vero. Ma ti pregherei cortesemente di non utilizzare appellativi fantasiosi come quello. È strano e... fastidioso.
- Non vuoi che ti chiami amore, amore? - fa Rowena, mettendo il broncio.
- Cos'è questa storia della moneta? - domanda Ferianthalas, sospettoso.
Bajyna si irrigidisce e ridacchia, a disagio. - Ma niente, niente - con un rapido gesto fa sparire nuovamente la moneta tra i seni.
- Ora che ci penso, quella è la moneta con cui mi hai battuto a testa o croce. - osservò l'elfo, freddo - non mi avrai mica nascosto che possiede poteri magici, vero?
- Non dire sciocchezze - fa un gesto, come a voler allontanare un'assurdità - lo sai bene che qui gli imbroglioni siete voi, non io. Io sono un'Elfa Nobile, ricordi? Malizia e furbizia sono caratteristiche che non mi contraddistinguono.
- Nemmeno l'intelligenza, se è per questo... - bofonchia l'elfo.
- Cosa?
- Smettetela di litigare come due adolescenti innamorati, voi due - sbotta DarkShield - dobbiamo decidere cosa fare. Non so voi, ma sono ore che non chiudiamo occhio. Forse i protagonisti degli sferogames possono passare mesi senza dormire, ma io sono stanco.
- Tu non ha tutti torti. Me stanco uguale. - sbadiglia Mohamet, disarticolandosi la mandibola come i pitoni.
- Non dire cretinate. Tu sei morto, non puoi essere stanco - sbuffa DarkShield, dopo un sonoro starnuto.
- Tu mai stato morto?
- No, e credo di essere l'unico, qui, a parte l'elfa.
- Allora tu non può dire se io stanco o no. Me vota per simpatici uomini polpo, loro ha tempio, sicuramente buon cibo e buon riscaldamento.
- Non ti serve nulla di tutto questo, stupido zombie - insiste DarkShield - Ad ogni modo non sarebbe male dormire in un letto vero, di tanto in tanto. Ho già passato la notte su una nave, prima d'ora, ed è scomodo da morire.
- Dunque dovremo rifiutare la proposta di Tiny Morgan e del Capitano Fintus. Peccato. - dice Rowena, sospirando - L'idea dell'oro mi piaceva. E poi, a pensarci bene, non mi vanno troppo a genio quei cultisti.
- Come mai, poverini? Solo perché sono dei pazzi fanatici con l'aria omicida e delle piovre in testa non mi sembra il caso di discriminarli - osserva Ferianthalas, accorato.
- Dici sul serio? - si acciglia Bajyna, arricciando il naso.
- Certo che no, stupida. Ero chiaramente sarcastico. Non vanno a genio neanche a me, perciò utilizzeremo quella tua strana moneta per pagarci una locanda e del buon cibo. Almeno servirai a qualcosa.
- Ma vai a farti fo...

Mentre il Bardo cala un velo pietoso sulla consueta, interminabile sequela di insulti e battibecchi, i nostri si rivestono e iniziano a cercare una locanda che faccia al caso loro, decisi a non farsi coinvolgere da nessuno. All'improvviso rivedono in fondo ad una strada affollata l'addetto portuale con una decina di sgherri.
- Cercate quei bastardi, devono essere qua intorno - ruggisce lo storpio, agitando un foglietto di carta tutto stropicciato. Sembra davvero furioso.
Nascosti dietro ad una capanna di legno e reti, DarkShield e Ferianthalas si scambiano uno sguardo.
- Perché ci siamo nascosti? - domanda l'elfo - Magari non cercano noi.
- Sì, certo - borbotta il mago - quante volte è successo, finora?
Istintivamente lo sguardo di tutti si posa su Bajyna, finché l'elfa non rabbrividisce, a disagio.
- Uffa, che volete da me? - sbotta, nervosa.
- Che hai combinato, oca giuliva? - chiede Ferianthalas - Non cercare di negare, ci scommetto le orecchie che hai fatto qualcosa.
DarkShield si gratta il mento. - Non conosco il funzionamento preciso della Truffa di Malinorc. La moneta torna sempre al suo possessore, giusto?
- La Truffa di... - Ferianthalas inizia a gridare e Rowena gli tappa la bocca con una mano - la Truffa di Malinorc? - sibila, non appena lei lo lascia andare - È così che mi hai fregato, razza di infida, intrigante... mi manca una parola adatta per definire quanto sei inqualificabile. Sembri stupida, ma sei una iena senza scrupoli...
- Ehi, è il primo complimento che mi fai - osserva lei - e comunque vorrei ricordarti che sei tu quello che ha cercato di fregarmi per primo. - fa uno sguardo colpevole - anche se in effetti... ecco... Malinorc era uno sbruffone e gli piaceva che le vittime delle sue truffe sapessero che era lui il colpevole, a cose fatte. La moneta torna sempre da me, è vero, ma lascia al suo posto un bigliettino con una scritta derisoria e la mia firma.
Gli altri rimangono interdetti. - È l'artefatto più stupido di cui abbia mai sentito parlare, se si esclude il Tanga del Caprone Primaverile - osserva DarkShield, massaggiandosi la radice del naso.
- Controlliamo da quella parte, non possono essere andati lontano - grida qualcuno tra la folla, pericolosamente vicino al loro nascondiglio.
- Noi fregati - dice Mohamet - se mette piede in locanda quelli ci uccide.
- Tu sei già morto. - sbuffa il mago - Quante volte te lo devo ripetere?
- Non importare. Concetto fa impressione uguale.
- Sarebbe meglio abbandonare la città, ma in questo momento il porto brulicherà di pirati che ci cercano. Muoverci allo scoperto sarebbe un suicidio - osserva Rowena.
I cinque rimangono in silenzio per un lungo istante, poi Ferianthalas sospira. - Con questo silenzio significativo state forse cercando di dirmi che l'unico luogo dove possiamo rifugiarci è il tempio di quei cultisti? A questo punto perché non tagliarci vicendevolmente la gola e risparmiare loro del tempo prezioso?
- Magari sono solo dei sociopatici lievemente disturbati, ma innocui - azzarda Bajyna.
- Mpf. "Sociopatici lievemente disturbati" e "innocui" sono due parole che non stanno nello stesso dizionario - sospira Ferianthalas - ma ammetto che non ci rimanga molta scelta. Procediamo al riparo di questa fila di case. Se non ho capito male il Tempio si trova da quella parte.

Dopo un'angosciante e lentissima ora trascorsa ad avanzare di metro in metro, rimanendo nascosti interi minuti, il gruppo abbandona la caverna principale e si inoltra nelle gallerie che formano il dedalo principale della gigantesca scogliera, luoghi molto meno popolati e decisamente più bui. Laggiù pare che i pirati non siano ancora scesi a cercarli.
- E non posso certo biasimarli - commenta Bajyna - quaggiù l'umidità si taglia con il coltello. Mi s'increspano tutti i capelli, per la Dea...
- È incredibile come tu sappia cogliere sempre il nocciolo del problema - commenta Ferianthalas tra i denti.
I due non hanno ancora chiarito la questione del bacio, e la tensione tra loro è alle stelle. Ferianthalas si vergogna troppo e Bajyna è troppo orgogliosa per riprendere l'argomento, perciò a meno che non capiti qualcosa sarà difficile che si chiariscano. Ma se i due elfi sono sentimentalmente in difficolta il buon DarkShield di certo non se la passa meglio. Dopo essersi scrollato di dosso Rowena per l'ennesima volta, un gruppo di pipistrelli sfreccia sopra le loro teste, stridendo.
- Proteggimi, amore - grida lei, stringendosi al suo braccio come una delle piovre di Gburhulg.
- Sei una diavolessa. - le fa notare il necromante, senza scomporsi - E quelli sono topi con le ali. Tra voi quella pericolosa sei tu.
Lei sorride e gli carezza un orecchio con il dito indice. - E ti piacciono le donne pericolose, amore?
- Non mi piacciono le donne, innanzitutto.
- Posso trasformarmi in una capra, se vuoi. Non lo faccio spesso perché poi mi rimane addosso l'odore di selvatico, ma se preferisci...
- Non... - la interrompe il mago, mettendole un dito pallido e ossuto di traverso sulle labbra - non intedevo in quel senso.
- Ah, allora ti piaccio, dopotutto - mugola lei, cercando di mordergli il dito.
DarkShield solleva gli occhi al cielo. - Non inventarti le cose. - ringhia - Solo perché non amo accoppiarmi con le capre, non vuol dire che mi piaccia tu.
- Diavolo, sei così dannatamente sexy quando mi tratti a pesci in faccia. Fallo di nuovo, dimmi quanto mi odi, quanto sono inutile...
Il mago sospira, depresso.
- Per quanto la conversazione in corso sia quella più interessante da un po' di tempo a questa parte, devo interrompervi, purtroppo - dice Ferianthalas, indicando una galleria in penombra - laggiù c'è il Tempio di Gmurbulg.
- Gburhulg. - puntualizza Bajyna, piccata.
- Grulu... Ghiur... Cthul... del Polipone, insomma.
- Come fai a dirlo? - chiede DarkShield - Non si vede quasi niente.
- Dimentichi che sono un Elfo Nero - sogghigna Ferianthalas - essere soggetti al razzismo di quasi tutti i popoli del mondo è un piccolo prezzo da pagare, confrontato all'utilità della Vista Notturna.
- ... Era sarcasmo, giusto?
- Naturalmente. Laggiù c'è una grossa statua che raffigura un uomo con le ali e la testa di polipo. Dietro di essa c'è un enorme portone decorato... indovinate un po'?... da polpi.
- E in aria c'è anche odore di insalata di mare scaduta... - aggiunge Mohamet, annusando i dintorni.


I cinque muovono qualche passo nel corridoio scavato nella pietra grezza, costeggiando i muri nella pesante penombra. In quella zona della città l'umidità è più fredda e soffocante, ma la speranza di poter finalmente dormire in un letto caldo li spinge a ignorare la sensazione di disagio. Non appena giungono nei pressi della statua, le torce appese ale pareti di roccia si accendono da sole.
- Sensori magici di movimento - fischia DarkShield - non badano a spese da questa parti...
- I culti sono sempre pieni dei soldi di quei fessi degli affiliati... - commenta l'elfo.
La statua sembra antica di secoli ed è pesantemente logorata dall'azione dell'acqua. A parte Mohamet, che dopo averla fissata sbadiglia sonoramente in faccia al dio degli abissi, gli altri non riescono a sopportare a lungo la schiacciante presenza di quello sguardo senza tempo. Sembra quasi che la statua sia viva e che li osservi con sprezzante indifferenza.
- Siamo ancora in tempo per ripensarci... - fa notare Ferianthalas.
Appena finisce di pronunciare quella frase i battenti decorati del portone di bronzo si spalancano lentamente senza emettere un suono.
DarkShield aggrotta le sopracciglia. - A quanto pare no.
Dalla voragine scura che si apre dinnanzi a loro sopraggiunge una folata di vento gelido e aromatizzato al merluzzo, seguito poi da un'oscuro cantilenare e da urla distanti.
- Ecco - sospira l'elfo, rassegnato - abbiamo fatto una cazzata, tanto per cambiare.
- Per una volta sono d'accordo con te... - mormora Bajyna, mettendo mano alla spada - Sta arrivando qualcosa.
Una luce tremula, come quella di una fiammella, appare al centro della rivoltante oscurità, accompagnata dall'eco lento e cadenzato dell'incedere di una persona. Le urla in lontananza sembrano farsi più vicine, più nitide e il sudore comincia a colare lungo la spina dorsale di coloro che possiedono ancora un sistema ghiandolare funzionante. Mohamet invece si limita a sbadigliare di nuovo.
- Stiamo vicini - sussurra DarkShield, serrando le labbra.
- Nessun problema - sussurra Rowena, stringendosi al suo braccio fino a farlo scricchiolare.
- Non dicevo a te.
I passi si fermano nell'oscurità e le urla si fanno strazianti. All'improvviso si ode un rumore secco, come un acciarino e una pietra focaia che si colpiscono ripetutamente. Nell'aria oltre il portone volano scintille e all'improvviso una torcia viene accesa, rivelando una normale anticamera arredata sobriamente e un cultista dalla faccia serena. Non appena li vede questi ridacchia e li raggiunge, grattandosi la nuca polipata.
- Scusate tanto - si giustifica - abbiamo speso una marea di oro per questo sistema magico di auto-illuminazione e si guasta di continuo. La torcia sulla porta, poi, è impossibile... ma perdonate la scortesia. Io sono Duballe, un novizio. Vi do il benvenuto nel Tempio dell'Abisso, dimora del Culto di Gburhulg, il Grande Vecchio.
- Err... molto piacere. - dice Bajyna, umettandosi le labbra riarse dalla paura.
- Mi avevano detto che sareste arrivati. Volete seguirmi? Vi porterò dal Fratello Anziano.
Il cultista si volta e rientra nell'anticamera, ma i cinque non si muovono di un passo.
- Qualche problema?
- Eh? No, no, nessun problema - si affretta a dire DarkShield - Ci chiedevamo solo cosa fossero queste urla strazianti.
Duballe si fa improvvisamente serio e un luccichio folle brilla nei suoi occhi. - Sono le urla di coloro che torturiamo nei sotterranei e su cui compiamo orribili esperimenti di ibridazione.
I nostri eroi spalancano gli occhi e dopo un attimo il novizio scoppia a ridere.
- Per il Grande Gburhulg, dovreste vedere le vostre facce adesso - cerca di calmare l'ilarità, mentre i nostri tentano di impedire a Ferianthalas di estrarre la spada e sbudellarlo seduta stante.
- Perdonatemi, non ho resistito - tossicchia il cultista, soffocando le ultime risa - Ovviamente non torturiamo i prigionieri, qui. Le urla provengono da questo - si avvicina ad un mobiletto tarlato e solleva una bella conchiglia rosa.
- Oh. - sussulta DarkShield sentendosi uno stupido - Ma certo, una Conchiglia Imitatrice.
- Esatto. Ne teniamo qui una con urla strazianti perché aiuta con l'atmosfera. O almeno così dice la sezione marketing... Vogliamo andare, ora?

I nostri eroi si scambiano un'occhiata.

1. Ehm... verremmo volentieri, fratello Duballe, ma ci siamo appena ricordati che abbiamo lasciato il gas del drago acceso e... facciamo così, voi andate avanti, noi vi raggiungiamo subito... (opzione fuga strategica).

2. Fate pure strada, fratello Duballe, ma che ne dite di mostrarci i nostri alloggi, prima? Siamo sporchi e stanchi, vorremmo darci una sistemata e renderci presentabili per l'incontro con il vostro leader. (opzione riorganizzazione tattica)

3. Nessun problema, fratello Duballe, portateci dal capo della vostra setta di scoppiati e vediamo di fare un accordo come si deve. Dopo potremo riposare. (opzione take it easy)


"Il Capitano Jeronimus Krakon, divenne il primo Sacerdote del Culto di Gburhulg a Puerto del Muerto, quasi cento anni fa. Come potete vedere aveva un approccio più integralista riguardo lo spazio da riservare al proprio polpo. Lo sguardo malevolo ovviamente è dovuto ad un difetto della magigrafia, e non rispecchia certo l'indole pacifica ed estremamente buona del Capitano..."

Novizio Duballe a un gruppo di nuovi arrivati


La puntata precedente la trovate QUI o nell'Indice

domenica 8 dicembre 2013

Un piccolo omaggio ai nostri grandi eroi!

Salute a tutti voi, individui patetici e grotteschi al contempo (per citare un grande insegnante ancora in attività), sono Archibald Lecter e sono qui oggi non per ammorbarvi con il consueto carico di prosa scadente del Bardo, ma per presentarvi alcuni simpatici avatar (qualunque cosa significhi) che il suddetto ha creato per voi utilizzando Chibi Maker, un simpatico giochino su Sferonet. L'idea ci è venuta osservando il blog della nostra Clara (che ha appena raggiunto il post numero 100! Congratulazioni!), che spesso usa magie simili per materializzare i suoi personaggi. Abbiamo deciso di farlo anche noi, a cominciare dai quattro mentecatti (che ormai sono a tutti gli effetti cinque): Ferianthalas, Bajyna, DarkShield, Mohamet Al e Rowena. Troverete gli stessi avatar come immagini nella galleria dei personaggi, almeno finché un professionista del disegno non realizzerà dei degni sostituti. Andiamo a cominciare:

1. L'Elfo Nero FERIANTHALAS. 


Doveva avere l'arco, ma tra gli oggetti equipaggiabili non c'era, perciò eccolo con l'altra sua arma preferita: la spada, di cui è gran maestro.

2. L'elfa Nobile BAJYNA


La regina dell'amore, ammaliatrice di uomini e nemica naturale della altre donne. I bellissimi capelli dorati sono il suo vanto e forse nascondono il suo più grande segreto.

3. DARKSHIELD il Necromante


Un necromante schizzinoso che non vuole avere nulla a che fare con la morte, fintanto che comprende cadaveri in putrefazione e liquami di dubbia natura.

4. MOHAMET AL, il druido trasformista


La versione zombie del nostro druido preferito, cresciuto come un selvaggio tra le bestie feroci e famoso per trovare ogni volta soluzioni fantasiose ai problemi più spinosi.

5. ROWENA la succube


Ex-cameriera dai poteri demoniaci, capace di uccidere un uomo con un bacio, Rowena è innamorata follemente del povero DarkShield e si è sposata a lui con uno strano matrimonio unilaterale.

Per saperne di più visitate la pagina dei personaggi!

Allora, non sono adorabili? No, vero? Lo supponevo. La cosa davvero divertente è che personalmente non me ne importa un fico secco. E ora, se volete scusarmi, devo andare a leccare il dorso delle ranocchie velenose, un'attività comunque più gradevole che stare qui a parlare con voi.

Vostro allucinogeno,

Archibald Lecter, Segretario Particolare del Re




domenica 1 dicembre 2013

Il Segreto della Sfera: Capitolo 4! Chi trova una Maga trova un Tesoro. Il difficile è tenerselo.



Bentornati, variopinto pecorume che infesta questa terre a sbafo. Sono di nuovo io, Archibald Lecter, e sono tornato per presentare il nuovo capitolo della storia di Storm Brave e Dulcina, sapientemente narrato dalla nostra Clara per tramite delle tre, piccole streghe. I nostri eroi sono seduti comodamente nella tetra torre dell'Oscuro Nfirusifdvkpovlcv... o era Bevnifodresadvs? Mmm... Furagnisobretnog? Mah, non ricordo esattamente. Però sono certo che fosse cattivo.
Dicevo, i nostri due eroi sono seduti a passare il tempo nell'ozio, in attesa che il controincantesimo di Dulcina faccia effetto e levi i sigilli magici che generano l'illusione nella stanza. Saranno vicini al tesoro? O ai gabinetti? Vi saranno mostri in agguato?
Al culmine del vostro sadismo, avete scelto di far raccontare al prode Brave una delle sue avventure. L'avete voluto voi, perciò sotto con la lettura e con i voti.

E ora vado a contare i capelli bianchi che ho in testa, un'ozioso passatempo che mi terrà occupato giusto il tempo necessario a che voi finiate di leggere cotesta avventura.

Indifferentemente vostro,

Archibald Lecter, Segretario Particolare del Re


di Clara

- E così, Petronilla, hai usato la sfera da sola? Ma che brava streghetta!-
- Agatha, dovresti aiutarmi a sottolineare il fatto che usare il materiale della congrega senza l'approvazione della strega anziana è sbagliato, non incoraggiarla.- puntualizzò stancamente Amelia, massaggiandosi la testa per l'irritazione. Ma quel giorno sembrava che nulla potesse intaccare il buonumore della sua coetanea, che aveva appena dichiarato il suo amore per la vita. Amelia si ripromise di farle un approfondito interrogatorio appena si fosse liberata di Petronilla.Nel frattempo, decise di tagliare corto:- Che ne dite di continuare con la storia di Dulcina e Storm?-
Seguirono un paio di eccitati assensi, un tramestio mentre la Congrega Oscura si preparava allo spettacolo, e l'ormai familiare scintillio della sfera che formava le immagini.

Storm Brave osservò la maga che, volgendogli le spalle, stava scrutando le rune attraverso il cristallo del suo bastone. Era un'innovativa forma di magia che Dulcina aveva definito "Hac-Ker", un incantesimo esotico per penetrare in campi magici altrui.
Il cavaliere optò infine per un argomento sicuro. Le eroiche imprese che aveva compiuto durante il suo addestramento nelle giungle del sud avevano riscosso applausi fragorosi e languidi sguardi ammirati dalle taverne ai balli di corte, e non lo avrebbero tradito ora.
- Questa situazione mi ricorda molto una in cui mi sono trovato l'anno scorso, durante il mio addestramento.- esordì, seduto a gambe incrociate.
- Ma davvero?- commentò distrattamente Dulcina.
- Una pattuglia era sparita da qualche giorno, e tutte le ricerche erano state vane, anche quelle nei bord...intorno al campo. Alcuni indigeni, giunti al nostro accampamento per scambiare i propri prodotti con le fregat... le merci portate dai nostri uomini, dichiararono di averli visti entrare in una delle piramidi che si ergevano nella giungla. Tali piramidi sono generalmente considerate i residui di un'antichissima civiltà perduta nelle nebbie della storia. Alcuni sciamani preferiscono sostenere che sono cadute dal cielo, in genere dopo aver leccato qualche rospo velenoso, ed alcuni dei nostri maghi li prendono sul serio.-
- Riguardo all'origine celeste delle piramidi?-
- No, riguardo all'utilità di leccare rospi velenosi. Comunque il mio maestro, il leggendario spadaccino Lazarus Rymon, ed io partimmo per indagare...-
Dulcina alzò lo sguardo dal suo cristallo:- Lazarus Rymon? L'indiscusso campione delle risse di taverna di tutta la Capitale? Lo stesso Rymon che ovunque vada dissemina cuori infranti, corna e vestiti dimenticati in qualche camera?-
Storm tossicchiò, tentando di darsi un contegno:- In effetti deve rinnovare il guardaroba piuttosto spesso, ma non è questo il punto. E' l'uomo che mi ha insegnato a maneggiare le armi ed ad affrontare i pericoli a testa alta...-
- Non i mariti, però.-
Il cavaliere la ignorò:- ... ed è quello che facemmo in quel caso. L'ingresso avvolto di verdi rampicanti incombeva minaccioso su di noi, e l'oscurità sembrava traboccare di pericoli in agguato. Entrammo senza paura ed iniziammo a percorrere il labirinto di tortuosi corridoi, finché, svoltato un angolo, mi accorsi di essere solo. Da qualche parte nell'oscurità che si faceva beffe delle luce tremanti delle nostre torce, io e Lazarus ci eravamo separati. Cercando il mio maestro mi ritrovai in un vicolo cieco, un'angusta cella nelle profondità della piramide. Mi voltai, e mi ritrovai a fissare tre paia di occhi rossi che mi fissavano dalle tenebre.-
Attese un momento, sperando in una reazione che non ci fu, quindi proseguì:- Puntai la torcia in avanti, e rischiarai le sagome nere di tre gigantesche pantere che mi avevano seguito a passi felpati. Capendo di essere state viste, due di loro balzarono contro di me a fauci spalancate.-

- Ma che aspetto ha una pantera?- domandò Petronilla, confusa.
- Una specie di grosso gatto che vive nelle foreste del sud.- spiegò autorevolmente Agatha:- Mio fratello ha detto che sono carnivore e pericolose, ma la loro pelliccia è molto richiesta, quindi da Centria parecchi cacciatori si recano laggiù.-
La bambina sospirò, improvvisamente depressa:- Povere pantere, da cacciatrici a cacciate, e tutto perché qualcuno possa mettersele addosso. Capirei se le cacciassero per nutrirsi, ma così...-
Amelia si concesse un momento di tenerezza, arruffando i capelli alla sorellina:- Sai, ogni giorno che passa mi convinco sempre più che tu sia mia sorella. Ma non montarti la testa.-

- Mi accovacciai e lasciai che le belve passassero sopra di me, brandendo verso l'alto la spada che stringevo in pugno. Una fontana di sangue mi investì quando la mia lama squarciò il ventre di una delle sagome, ma subito fui di nuovo in piedi. La pantera che era rimasta ferma si gettò a sua volta su di me, ma i suoi denti si chiusero sul ferro dell'armatura, e prima che potesse ritentare avevo già affondato la spada nel suo collo. Il terzo animale, che mi aveva superato, tornò all'attacco. Con la spada bloccata nel corpo dell'altro, estrassi la daga dalla cintura ed incrociai l'acciaio con le fauci della belva, affondando l'arma nella sua gola. Poco dopo tutto era finito, e io stavo lì, grondante di sangue, tra i cadaveri dei carnivori.-
- E cosa c'entra questo con il tuo maestro scomparso? E con i soldati spariti?-
- Niente. Lo ritrovai all'uscita mentre si fumava una pipa con un druido della zona, che ci aiutò a riportare alla base i militari ritrovati in riva ad uno stagno. Avevano bevuto l'acqua in cui allevava i rospi velenosi.-
- E quale sarebbe allora il punto di questa storia?-
Storm Brave rimase spiazzato:- Beh, il punto sarebbe che da solo ho eliminato tre belve carnivore!-
- Ah, va bene.-, commentò piattamente la maga, senza mostrarsi molto colpita:- Comunque, credo di aver trovato un modo per disattivare il circolo. Il trucco è modificarle in rune innocue.-
- E ci sei riuscita?-
- Lo scopriremo appena ci passerai attraverso.- replicò Dulcina alzando le spalle. Poi guardò incredula mentre Storm si alzava e, con un inchino cerimonioso, superava il limite.
- Aspetta, stavo scherzando, non...-
Storm Brave, ormai al sicuro all'esterno del cerchio, la fissò con aria interrogativa, e lei scrollò il capo:- Lascia perdere.-
Con un fioco bagliore il circolo magico si disattivò, lasciando semplici segni graffiati sul pavimento. L'illusione crollò con esso, rivelando una serie di casse di legno accatastate avvolte da giri di catene. Un paio di esse erano spaccate, rivelando monete, gioielli ed oggetti magici.
- Questa era la stanza del tesoro, e si stavano preparando a portarlo fuori. I goblin al servizio di Mors Tua, secondo questi sigilli.- dichiarò il cavaliere:- Ma qualcosa li ha interrotti.-
- Come fai a saperlo?-
- Beh, se non bastassero le casse ancora qui, ci sono anche i loro cadaveri in quell'angolo.-
Dulcina guardò nella direzione indicata da Storm e represse un conato di vomito.
- Sono stati letteralmente macellati! Credevo che le truppe del male fossero letali!-
- Non i goblin. Loro sono la bassa manovalanza facilmente sacrificabile, ed è così che finiscono.-
- Ma allora perché lo fanno?- domandò lei, interrogandosi sulla sfumatura amara nel suo tono.
- Non hanno scelta, vengono reclutati a forza. Piuttosto, dove hanno trovato questo tesoro?-
- Hai dimenticato che la torre è il portale per la Dimensione Infera di Nrajefowmigax?- spiegò Dulcina, chinandosi ad esaminare le ricchezze sparse a terra:- Queste monete non sono di Centria, Nanorum, o di un altro regno di questo mondo. Sono uscite da un varco dimensionale, insieme a tutto il resto. Questa sfera sembra interessante.-
- E forse insieme alla creatura che ha eliminato i goblin. La torre non è disabitata.- concluse Storm scrutando le ombre. Dulcina stava per chiedergliene la ragione, ma poi lo sentì anche lei: un respiro dietro i cadaveri, come se qualcosa non volesse farsi sentire. La donna si rialzò di scatto ed osservò il cavaliere che si avvicinava all'angolo a passi felpati.
Ma fu preceduto da una sagoma verde che schizzò fuori strillando:-Non uccidetemi, mi arrendo!-
- Quindi quello è un goblin. Non ne avevo mai visto uno dal vivo.- concluse Dulcina, trattenendosi dal precisare che ne aveva visti di morti nel laboratorio di negromanzia dell'Accademia. Si accorse che aveva ancora in mano la sfera e distrattamente la lasciò scivolare nella sua bisaccia per esaminarla meglio in seguito.
Storm stava per sperimentare la famosa tecnica di interrogatorio consistente nel pungolare il goblin con la spada fino ad ottenere una risposta (in genere dopo i primi due colpetti, dal momento che i goblin non avevano grandi aspirazioni di martirio), quando nell'aria risuonò un urlo raggelante. Letteralmente raggelante, dal momento che una patina di gelo si formò intorno a loro.
- Che cosa era quello?- domandò nervosamente Dulcina.
- Non lo so.- replicò il cavaliere:- Ma penso che sarebbe meglio scoprirlo.-

- E come facciamo noi a seguire questa storia, se questa sfera si blocca sempre?- si lamentò Petronilla:- Agatha, non puoi provare ad insultarla come la volta scorsa?-
La ragazza castana borbottò imbarazzata:- Non sarebbe molto carino. E neanche molto efficace.-
- Comunque, abbiamo risolto un mistero.- affermò Amelia:- Sono sicura che quella è la sfera dell'Altrove, ora sappiamo come Dulcina ne sia entrata in possesso!-
- Ah, già.-
- D'accordo.-
Amelia guardò le altre due e sbuffò:- Ho capito, non ve ne importa niente. Visto che è ancora presto, propongo di aspettare che la sfera si ricarichi e poi guardare un'altra puntata.-
- Puntata?- domandò Petronilla perplessa.
- Visto che ricomincia sempre dal punto in cui si era bloccata, e visto che sperare di evitare quel maledetto limite è come giocare d'azzardo contro un baro.- spiegò la Strega Fondatrice:- Fidatevi, puntata è un termine perfetto.-
Ed effettivamente le altre due non seppero trovare obiezioni.

Ed ora, tocca ai lettori! Che cosa faranno Storm Brave e Dulcina, ancora fermi nella torre?

1. Urlo raggelante? La provenienza la si può lasciar perdere, meglio scappare subito nella direzione opposta. Tanto il libro qui sotto non c'è, quindi tanti saluti, meglio esplorare un'altra parte della torre. Magari una più calda.

2. Urlo raggelante? Nulla in confronto alle urla che farà il comandante di Storm Brave se torna indietro senza aver completato la missione... o alle risate che si faranno i compagni di studio di Dulcina se non trova quel maledetto libro. Bisogna scoprire subito da dove proviene!

3. Ehi, perché tutta questa fretta? Va bene, qualcosa ha urlato, ma è meglio non essere troppo frettolosi. Prima si interroga il goblin, così da scoprire con un po' di fortuna che cosa sia successo. Poi si agisce di conseguenza. Se qualche orrenda creatura arriva nel frattempo, almeno ci si è risparmiati la fatica di correrle incontro.


"- E' davvero una fortuna che tu non sia un mago, Brave. Ci sarebbero stati problemi una volta trovato il tesoro. Per spartirlo, intendo.
- Oh, ma io non abbisogno di nulla, mia cara. Noi cavalieri siamo superiori a queste cose.
- Guarda laggiù! Una spada magica potentissima in grado di sconfiggere il Male!
- Dove? E' mia, capito? Giù le mani! Sciò!
- Scherzavo.
- ... Ah."


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