(Nota ufficiosa della Segreteria Reale: Salute a tutti, seguaci del Bardo Doloroso! Siamo orgogliosi di presentare un nuovo autore, il misterioso PM, che a quanto pare conosce particolari delle cronache del Regno sconosciute persino ad un meticoloso ficcanas... ehm... cantastorie come il nostro Bardo Stagista! Diamogli il benvenuto, perché a quanto pare qualcosa di losco si muove proprio sotto il nobile sederone del nostro "amatissimo" Re!)
di PM
L’Alchimista era seduto
a capo di una lunga tavola in una stanza parecchi metri sotto la Sala
del Trono.
In
tutto il Regno erano poche le persone a conoscenza dell’esistenza
del reticolo di corridoi e delle celle in quella zona del palazzo, e
ancora meno persone conoscevano il modo di arrivarci. Con molta
probabilità oltre ai presenti nessun altro era mai stato a quel
tavolo.
Nessuno
ancora vivo, quantomeno.
Quando
ancora l’Alchimia era una pratica riconosciuta dalla Cerchia dei
Saggi, i laboratori erano ai piani sotterranei dell'Accademia di Magia, sotto la Grande Torre (all’Alchimista era sempre piaciuto lavorare sottoterra). Poi c’era
stato il Grave Disguido, e oltre ai laboratori anche la Torre aveva
cessato di esistere, cosi come l’Ordine degli Alchimisti.
L’Alchimista aveva dovuto cambiare nome, una
pratica poi
affinata con gli anni, e aveva spostato il suo studio nel Palazzo
Reale, non senza proteste da parte del
Re e della
sua
famiglia.
Si
diceva
che il Re avesse smesso di protestare dopo aver visto il levriero
della figlia mettere le ali e spiccare il volo, per poi esplodere in
giardino, davanti alla
principessa (al tempo di otto
anni d'età). L’Alchimista sapeva
che era andata cosi. Senza la parte delle ali.
Tutto questo risaliva a molti, molti anni prima. Bei tempi.
Tutto questo risaliva a molti, molti anni prima. Bei tempi.
Il
Falco fissava
il volto
dell’Alchimista,
cercando come sempre di carpire anche una sola informazione su
quell’uomo. Se non fosse stato per il movimento delle labbra,
avrebbe potuto giurare che quella che stava
guardando era una maschera. E sapeva che in un certo senso era cosi.
Il cappuccio vermiglio della tunica dell’Ordine, probabilmente
l’ultima rimasta
in tutto il
Regno, copriva gran parte del volto dell’uomo, ma il Falco aveva
avuto occasione di vedere l’Alchimista anche in vesti normali, a
viso scoperto, ed anche in quel caso non era riuscito a cogliere
nessun particolare distintivo. O forse, al contrario, ne aveva notati
troppi. Era giunto alla conclusione che l’Alchimista era, come si
addiceva alla sua posizione, un miscuglio di personalità, il
risultato di anni di raccolta e distillazione di caratteristiche
fisiche e psicologiche che avevano prodotto la sua figura spaventosa. Spaventosa ma tremendamente
affascinante.
Il
Falco avrebbe dato un occhio per conoscere la vera essenza di
quell’uomo.
L’Alchimista
riprese a parlare - Confido che abbiate compreso il vostro incarico,
questa volta - disse, fissando negli occhi l’Orso. Un lampo d’odio
attraverso’ il volto dell’uomo, che comincio’ a snudare i denti
in una smorfia animalesca. Il Falco poteva vedere la rabbia crescere,
tradita dal tremito che gli percorreva gli enormi avambracci.
Poi
la Serpe appoggiò con lentezza una mano sul braccio dell’uomo, e
questo si immobilizzo all’istante, annuendo.
-
Abbiamo il permesso di intervenire?- chiese la Serpe, in un sussurro.
La Serpe parlava solo a sussurri, ma ogni volta che apriva bocca era
come se un'improvviso silenzio scendesse sul resto del mondo,
rendendo percepibili solo le sue flebili parole.
-
Solamente se gli eventi dovessero essere talmente gravi da non
permettere alla Principessa di superarli da sola. -
rispose l’Alchimista - Ritengo che la serva e Von Braun possano
essere sufficienti a garantire il suo ritorno, nella
situazione attuale. Ma nel caso in cui il Conte in persona dovesse
decidere di intervenire, dovrete eliminarlo.
-
Il Conte non è cosi facile da eliminare, Alchimista - intervenne
il Nano – e ci sono anche la Baronessa Von Egel e chissà quanti altri
mostri in quel castello. Sono anni che nessuno va a dare una
controllata là dentro.
-
Per questo andrete tutti e quattro, Nano, e mi aspetto che torniate
in quattro.
Non
era una raccomandazione, pensò il Falco, era un ordine. Nessuno di
loro poteva ormai considerarsi altro che proprietà dell’Alchimista. E tutti sapevano bene che all’uomo non piaceva
staccarsi dalle sue proprietà, se non era lui a deciderlo.
Soprattutto da quelle sul cui perfezionamento aveva speso anni.
-
Se non avete altre domande, e confido che non ne abbiate, potete
andare. Sapete dove trovare quello che vi serve nella Sala Otto. Vi
aspetto a rapporto fra due settimane.
Con
questo aveva terminato il loro incontro, il Falco lo sapeva. Non
avrebbe risposto a nessuna domanda né dato segno di accorgersi di
loro nel momento in cui avrebbero lasciato la stanza.
Guardo’
l’Orso scoccare un’ultimo sguardo all’uomo e stringere il bordo
del vecchio tavolo di legno con rabbia, tanto da far saltare delle
schegge, per poi girarsi e uscire dalla piccola porta sul fondo della
stanza. Il Nano raccolse le sue carte, le rimise a casaccio nella
borsa e segui l’Orso, mormorando qualcosa di incomprensibile. La
Serpe lo fissava, o almeno il Falco presumette lo stesse fissando
attraverso la lucida maschera. Fece un cenno con la testa, e tutti e
due uscirono.
L’Alchimista
guardo’ la porta chiudersi alle spalle del Falco, poi prese una
fialetta dall’interno di una delle maniche e ne bevve il contenuto.
La figura che fino a quel momento li aveva fissati in silenzio si
staccò dalle ombre.
-Seguili,
e assicurati che facciano quello che devono.
La
figura annuì, e scivolò sotto la porta chiusa.
(Postfazione della Segreteria Reale: interrogato sull'identità di questo misterioso PM il nostro Bardo ha fatto spallucce come se non ne sapesse nulla, ma ha contemporaneamente stonato un accordo. Secondo noi nasconde qualcosa, ma non ci resta che attendere per scoprire di più su questi misteriosi figuri e sull'uomo che li manovra nell'ombra! Che poi tecnicamente dovrebbe vivere proprio qua sotto... urgh...)
(Post-postfazione del Segretario Particolare del Re, Archibald Lecter: Volevo cogliere l'occasione per smentire categoricamente che qui, sotto il palazzo, possa esistere suddetto dedalo di corridoi. Non c'è nessun Alchimista, qua sotto, capito? Nessuno. E se qualcuno dovesse azzardarsi a parlarne ancora in giro o se lo dovessi sorprendere a curiosare vicino a quell'anonima botola giù, nella cantina delle cucine, provvederò personalmente a farlo arrestare da Asmodella, che provvederà poi all'ospitalità a suon di cinghiate finché simili pruriginose e malsane curiosità non verranno estirpate alla radice. Nessun sotterraneo. Nessun Alchimista. Chiaro?)
(Post-post-postfazione della Segreteria Reale: Sì, signore. Chiarissimo, signore. Cristallino!)
(Postfazione della Segreteria Reale: interrogato sull'identità di questo misterioso PM il nostro Bardo ha fatto spallucce come se non ne sapesse nulla, ma ha contemporaneamente stonato un accordo. Secondo noi nasconde qualcosa, ma non ci resta che attendere per scoprire di più su questi misteriosi figuri e sull'uomo che li manovra nell'ombra! Che poi tecnicamente dovrebbe vivere proprio qua sotto... urgh...)
(Post-postfazione del Segretario Particolare del Re, Archibald Lecter: Volevo cogliere l'occasione per smentire categoricamente che qui, sotto il palazzo, possa esistere suddetto dedalo di corridoi. Non c'è nessun Alchimista, qua sotto, capito? Nessuno. E se qualcuno dovesse azzardarsi a parlarne ancora in giro o se lo dovessi sorprendere a curiosare vicino a quell'anonima botola giù, nella cantina delle cucine, provvederò personalmente a farlo arrestare da Asmodella, che provvederà poi all'ospitalità a suon di cinghiate finché simili pruriginose e malsane curiosità non verranno estirpate alla radice. Nessun sotterraneo. Nessun Alchimista. Chiaro?)
(Post-post-postfazione della Segreteria Reale: Sì, signore. Chiarissimo, signore. Cristallino!)