I Corgi sono senz'altro guardie migliori delle nostre... |
Bentrovati, fastidiosi insetti della gleba. Oggi sono particolarmente di buon umore, perché devo pubblicizzare una storia di Clara e non di quel rimbesuito con l'arpa.
L'avventura di Anandiah e di Muriel entra nel vivo! Riusciranno i nostri angelici eroi a infiltrarsi nelle nostre prigioni senza essere visti? O come al solito finirà in un'insensata strage di guardie? Con Muriel nei paraggi, non è una possibilità da scartare. (Nota a margine: ricordarsi di indagare presso le prigioni. Mi passano queste storie come "lavori di fiction", ma sono così particolareggiate che non vorrei che qualcuno fosse REALMENTE entrato dove sono tenuti i detenuti. Ci faremmo una figura pessima, dannazione!)
Ehm... dov'ero rimasto? Ah, sì. E' con grande piacere che vi presento, dunque, il terzo episodio di "In Missione per conto dell'OverGod"!
Divertitevi quei cinque minuti e poi di corsa a zappare, capito? Quelle zolle di terra dura e arida non si dissodano mica da sole.
Vostro agricolo,
Archibald Lecter, Segretario Particolare del Re.
CAPITOLO 3: MISSIONE INFILTRAZIONE
(Il Paradiso sarà una gabbia di matti, ma anche le prigioni di
Centria non scherzano)
di Clara
Anandiah ricevette in risposta due sguardi ugualmente offesi, benché
da altezze molto differenti.
- Non ho ancora capito perché non possiamo seguire il mio piano.-
puntualizzò Muriel.
-
Perché...- cominciò l'altro angelo, poi fece un respiro profondo ed
aggiustò il tiro:- Perché fare irruzione nel posto di guardia ad
ali spiegate e spade sguainate, radere al suolo il covo di corruzione
e sterminare tutti i servitori del male che non si pentono alla vista
dello splendore dell'OverGod, per quanto soddisfacente e tradizionale
possa sembrare, potrebbe
mettere in allarme chiunque stiamo cercando. Oltre ad assicurarci
l'ostilità di tutta la città, come se non avessimo già abbastanza
ostacoli da superare.-
Sul serio, lo aveva già spiegato. Ripetutamente. Stava iniziando a
prendere in considerazione un disegnino illustrativo, ma aveva il
timore che avrebbe solo peggiorato la situazione.
- E perché il mio piano non va bene?- intervenne Jess con
un'espressione imbronciata.
-
Perché è esattamente identico al suo
piano, hai solo sostituito "servitori del male" con "sbirri
bastardi".- ribatté Anandiah. La coincidenza di vedute tra un
angelo con qualche millennio alle spalle ed un bambino umano era
preoccupante, ma era qualcosa su cui ponderare in un altro momento.
Ora non ce n'era il tempo... motivo per cui aveva optato per il piano
più discreto e diretto. Intrufolarsi nel posto di guardia sfruttando
i propri poteri angelici per nascondere la propria presenza agli
umani, interrogare il testimone ed andarsene senza che nessuno
notasse nulla.
E pregare l'OverGod che nel frattempo il suo collega se ne stesse
tranquillo e senza fare danni in quell'edificio così
convenientemente abbandonato vicino dal posto di guardia, e che entro
il suo ritorno il piccolo umano si fosse annoiato al punto da
abbandonare l'indagine. Non nutriva grandi speranze per nessuna delle
due cose, ma un angelo era tenuto per natura a credere nei miracoli.
Qualche minuto più tardi, Anandiah stava di fronte al posto di
guardia, assorto nella complicata operazione di calibrare la propria
aura in modo che occultasse la sua presenza. Era da parecchio che non
lo faceva, ed anche all'epoca in cui aveva svolto regolarmente
missioni su quel Piano, non era mai stato lui l'esperto delle
operazioni in incognito. Sarebbe stato tutto molto più semplice se
ci fosse stata ancora la sua vecchia squadra...
No, meglio di no. Quella linea di pensiero iniziava così e finiva in
Rieducazione, cosa che era riuscito ad evitare fino a quel momento e
che in una crisi potenzialmente apocalittica era meglio continuare ad
evitare. Con un sospiro, Anandiah si diresse con calma attraverso
l'ingresso spalancato del posto di guardia.
***
E' opinione comune che, nei posti di guardia, "una giornata
tranquilla" significhi una giornata senza omicidi irrisolvibili,
serial killer psicopatici in giro per le strade, invasioni di zombie
o cose che esplodono. Nei vari posti di guardia di Centria, "giornata
tranquilla" significava soprattutto "giornata in cui il
capitano Asmodella è impegnata altrove".
Quella era una giornata tranquilla, e quindi quattro degli uomini in
servizio al posto di guardia erano occupati in un'attività che
allenava le loro capacità di riflessione, strategia e comprensione
delle tattiche nemiche. Insomma, una partita a carte. Il quinto stava
maledicendo la sorte che gli aveva fatto perdere la partita
precedente, costringendolo ad accompagnare in giro per le celle
un'indesiderata visitatrice.
Le celle, come da millenaria tradizione, erano solidi cubicoli di
pietra con sbarre, e feritoie da cui la luce del sole illuminava
flebilmente giacigli di paglia sporca, graffiti più o meno
fantasiosi, criminali, ubriachi, e gente che era finita lì per
sbaglio. Quasi tutti erano convinti di appartenere all'ultima
categoria, anche se tra sé ammettevano che lo sbaglio era stato non
corrompere le guardie giuste prima del colpo.
Sorella Elizaveta dell'Ordine di Thorm, che stava distribuendo
panini, zuppa e panni caldi ai prigionieri, era beatamente avvolta
dal calore del Dovere di Misericordia verso i Miserabili, e quindi
ignara delle occhiate disperate che il soldato suo accompagnatore
lanciava al tavolo da gioco dei suoi compagni. Ed altrettanto ignara
delle lamentele dei prigionieri.
- Se volevate avvelenarci potevate risparmiarvi la fatica di tenerci
qui!-
- Che dovremmo farcene di questo pane? Usarlo per stordire le
guardie?-
- Ehi, sto parlando con te, vecchia strega!-
Il calore del Dovere di Misericordia verso i Miserabili lasciò il
posto al gelo, mentre occhi d'acciaio fissavano l'ultimo prigioniero
che aveva parlato. Costui si ritrovò a tremare, mentre la sua mente
ritornava all'infanzia, a righelli sulle dita e ore immobili sui
ceci.
Perché molti di coloro che ora erano criminali recidivi, un tempo
erano stati semplici monelli di strada, erano passati per
l'orfanotrofio delle Pie Sorelle di Thorm, ed avevano subito l'Ira
Divina incarnata nella piccola, solida, leggermente baffuta figura
dell'anziana sorella Elizaveta.
Una voce rauca dalle lunghe ore di preghiera e di insegnamento
spiegò:- Le streghe sono femmine spregevoli, nemiche di Thorm e di
tutto ciò che è buono e giusto. Paragonare una fedele servitrice
della sua volontà ad una delle sue più disgustose avversarie è un
peccato. Dovrei lavarti la bocca col sapone, piccolo monello.-
Il piccolo monello, che aveva quaranta anni e quattro omicidi alle
spalle, chiese scusa con voce sommessa, mentre tutti gli altri
scoprivano d'improvviso il fascino delle pareti o del pavimento.
E nel frattempo un angelo accuratamente occultato scivolava
inosservato alle spalle della compagnia, diretto verso la cella più
lontana dall'ingresso, ed il suo singolo occupante.
La descrizione di Jess era stata piuttosto semplice: "sui trenta
anni, penso. Capelli scuri, anche se sotto quello sporco potrebbe
essere qualsiasi cosa. Ed è più folle di un mago che ha sbirciato
negli Abissi oltre il Tempo e lo Spazio... dicono. Mai provato.
Comunque lo mettono sempre nella cella in fondo, così non ci sono
casini."
In effetti, l'individuo che si trovava di fronte all'angelo poteva
avere sui trenta anni, ed aveva i capelli scuri. Era anche molto
occupato a borbottare tra sé. Sul pavimento intorno a lui erano
sparsi stracci e carte spiegazzate, ricoperti di diagrammi e
scarabocchi.
Anandiah attese ancora qualche minuto, il tempo sufficiente perché
la suora se ne andasse, portando con sé una guardia molto sollevata,
poi entrò nella cella. Sbarre e chiavistelli non erano un problema
per una creatura eterea, soprattutto una che aveva passato gli ultimi
anni ad evitare di rimanere incastrata e stritolata nei meccanismi
delle Ruote del Paradiso.
La pagnotta che d'improvviso lasciò le mani del prigioniero
borbottante, diretta verso la sua testa, avrebbe invece potuto essere
un problema se non si fosse chinato a schivarla.
L'angelo rimase interdetto: l'umano non avrebbe dovuto essere in
grado di vederlo, figuriamoci di attentare alla sua testa con quella
specie di alimento. L'umano in questione si stava nel frattempo
rannicchiando in un angolo, raccogliendo intorno a sé quanti più
poteva degli appunti sparsi sul pavimento. Senza smettere di
borbottare.
-
Lo sapevo, lo sapevo che avrebbero mandato qualcuno prima o poi. So
tutto, cosa credi? Credete di potermi fare tacere così? Oh, hanno
detto che ero pazzo, hanno detto che mi stavo immaginando tutto, ma
sapevo
che era così! Io lo sapevo!-
Anandiah avrebbe tanto voluto sapere cosa quel Thomas sapeva, ma al
momento era troppo impegnato a controllare che nessun altro fosse
stato richiamato dal rumore. Per sua fortuna, nessuno sembrava averci
fatto caso.
- Non mi hanno voluto credere quando ho raccontato del complotto,
anche se le prove erano proprio sotto i loro nasi! Sono coinvolti,
tutti coinvolti, dal re alle guardie ai mendicanti ai sacerdoti a...
a tutti! Questa guerra contro i nani? Pfff, ma chi ha mai sentito
parlare di una guerra contro i nani? La mobilitazione dell'esercito è
solo una scusa per distrarre il popolo dalle vere macchinazioni
dietro le quinte, ecco cosa è! Perché nessuno sappia cosa sta
succedendo davvero!-
-
Ehm... e che cosa
sta succedendo davvero, di grazia?- si intromise Anandiah,
guardandosi attorno con cautela. Sulle carte rimaste sul pavimento,
la parola "complotto" si ripeteva con allarmante frequenza,
in genere cerchiata o sottolineata.
Thomas
gli rivolse uno sguardo sospettoso:- Lo sai.
Sei uno di loro, no? Perché saresti qui altrimenti? Oh, finché
nessuno credeva a tutte le mie prove, e non capisco perché non ci
credessero, era tutto così evidente...
ma quello che ho visto la notte scorsa, quello
non volete che lo racconti a nessuno, vero? Non sono ancora sicuro di
come rientri nel vostro piano, ma so
che
è colpa del complotto!-
Nell'angelo si stava cementando il sospetto che ricavare le
informazioni che cercava sarebbe stato più complicato del previsto.
Decise di provare con un approccio molto diretto.
- Non so nulla di nessun complotto, Thomas. So solo che il cadavere
di un angelo è stato ritrovato in un vicolo di questa città, e che
tu l'hai visto. Devo scoprire chi è il colpevole.-
- Oh, davvero? E da quando i membri del complotto si mettono a
cercare i colpevoli invece di coprire gli omicidi?-
- Da quando non sono un membro del complotto?- suggerì Anandiah con
scarsa speranza:- Ascolta, hai ragione quando dici che in questa
città si sta svolgendo qualcosa di strano. Hai visto un angelo morto
in quel vicolo, ed ho bisogno di saperne di più. D'altra parte, se
davvero fossi un membro di questo non meglio definito complotto,
saprei già tutto... e quindi se anche me lo raccontassi non
cambierebbe nulla, giusto?-
Thomas sembrava ancora poco convinto, ma era evidente che una parte
di lui voleva raccontare tutto. Probabilmente non erano molte le
persone a chiedergli di continuare i suoi discorsi.
- Beh, quello era un buon posto per dormire. Asciutto, tranquillo.
Lontano dal casino, dalla gilda dei mendicanti... ehi, tutta quella
storia che è successa nelle fognature? Se ne sentono di tutti i
colori, ma io dico che è tutta una copertura. E' stato l'esercito.
Hanno dei reparti speciali che...-
Anandiah
tossicchiò:- Sono sicuro che è molto importante, ma potremmo prima
finire la parte sull'angelo, per favore?-
- Va bene, va bene. Insomma, stavo per addormentarmi quando ho
sentito dei rumori nel vicolo. Mi sono sporto da una delle finestre,
ovviamente restando nell'ombra, non ho intenzione di scomparire come
tanta altra gente in questa città. Tutto quello che c'era era una
sagoma accasciata sul fondo di quel vicolo, immobile. All'inizio
avevo pensato che fosse qualche ubriaco, così mi sono avvicinato
per... ehm... vedere se potevo essere d'aiuto...-
Magari
alleggerendolo di cose fastidiose come la giacca o il portafoglio,
era
il messaggio sottinteso che Anandiah decise di ignorare. Se avesse
voluto occuparsi di questioni di moralità, quella missione non
sarebbe più finita. Il che gli faceva venire in mente, che era
meglio sbrigarsi prima che Muriel decidesse di lanciare una crociata
contro l'intera città.
- Ed è stato a quel punto che ho visto che non era umano. O un nano.
O una creatura che sia normale vedere in questa città. Era un
angelo, con tanto di ali! Ed a quel punto sono scappato via.-
- Perché?-
-
Perché era un
angelo!-
Anandiah era sinceramente confuso. Non era aggiornato sull'umanità
in questo periodo, ma era quasi certo che non fossero tenuti a
scappare via alla vista di un angelo. Il fatto che probabilmente, in
molti casi, avrebbero fatto meglio a farlo era tutto un altro
discorso.
- E quindi?-
Thomas sbuffò:- Si vede che voi membri del complotto non passate
molto tempo tra la gente, vero? Preferite manipolare tutti dall'alto.
Beh, se sapeste qualcosa di cosa sta davvero succedendo...-
Credevo
che il complotto sapesse tutto,
si trattenne dal commentare l'angelo.
- Gli angeli sono cattive notizie, di questi tempi. Come qualsiasi
cosa che abbia a che fare con un qualsiasi dio. Ci sono stati degli
attacchi contro templi, conventi... dannazione, hanno anche avuto il
coraggio di fare irruzione all'orfanotrofio delle Pie Sorelle di
Thorm. La vecchia streg... sorella Elizaveta è ancora sconvolta, è
per questo che oggi era così buona.-
Anandiah confrontò l'ultima frase con l'immagine dell'anziana donna
appena passata, e decise di non indagare oltre.
- Non i grandi templi, ovvio. Solo quelli di cui non importa a
nessuno ai livelli alti, ed in questa città ce ne sono parecchi. Ma
ho preferito non correre rischi, anche perché avevo già un...
lavoro da fare. E poi c'è stato un equivoco con le guardie e sono
finito qui.-
- Non hai visto nessun altro in quel vicolo? Magari qualcuno che si
allontanava?-
- No, nessuno. Insomma, a parte un marmocchio che conosco che stava
cercando un posto dove dormire, ma l'ho avvertito, e se mi ha dato
retta se ne è stato alla larga...-
- Jess?-
Thomas sospirò:- Non se ne è stato alla larga, vero? Quel
piccoletto è ovunque ci siano guai.-
- In ogni caso, sta bene.- lo rassicurò Anandiah, sperando di avere
ragione, e sorvolando sul fatto che si trovava probabilmente in
compagnia di un angelo dalla testa dura e dalla spada facile.
- Oppure lo avete già fatto sparire come tutti quelli che scoprono
qualcosa del vostro complotto, eh? Hai intenzione di fare sparire
anche me adesso, o solo di ammazzarmi? Ma non riuscirete a far tacere
la verità per sempre! Il marcio di questa città non... non...-
L'uomo oscillò per qualche secondo, poi si accasciò a terra.
L'angelo gli si avvicinò, con una punta di preoccupazione, che svanì
appena si rese conto che stava solo dormendo. Dopo una breve attesa
Anandiah uscì dalla cella e poi dal posto di guardia, invisibile ed
indisturbato, riflettendo su quello che aveva appena sentito. C'era
qualcosa che non quadrava, ma non riusciva ancora a mettere a fuoco
cosa.
Parlando
di mettere a fuoco, perché, in nome dell'OverGod e delle sue
schiere, l'edificio dove aveva lasciato Muriel ed il bambino era
in fiamme?
Questa
volta non c'è una scelta da compiere per i nostri personaggi... ma
per i lettori c'è lo stesso, sennò che gusto c'è? Per il prossimo
capitolo, avete tre possibilità:
1)
Scoprire subito perché l'edificio è in fiamme, ossia cosa è
successo mentre Anandiah stava cercando di fare il suo lavoro. Perché
lasciare un fanatico a rischio di shock culturale, una spada
fiammeggiante ed un marmocchio con evidenti tendenze criminali nella
stessa stanza senza supervisione non è mai sembrata una buona idea.
2)
Che cosa sta succedendo nel frattempo in Paradiso? Un capitolo che ci
insegna da chi Anandiah ha imparato la pazienza con i colleghi meno
flessibili. E da chi Muriel ha imparato a propugnare l'irruzione
armata come soluzione a tutto.
3)
Dal momento che abbiamo introdotto un personaggio nuovo, tanto vale
sfruttarlo. Sorella Elizaveta ci fornisce il suo punto di vista,
qualche informazione in più sui misteriosi furti... e Anandiah
potrebbe non essere passato così inosservato come credeva.
"- E tu che hai fatto per finire qua dentro, topo?" - chiese McBride.
- Duplice omicidio e contrabbando di Gorgonzola. Ma i miei avvocati mi tireranno fuori presto, ci puoi giurare..."
L'immagine delle guardie Corgi è di Silverfox 5213
L'immagine della prigione è di SybariteVI
E come sempre questo è il link al blog di Clara!
Brava Clara! Voto la 3 perchè il personaggio Sorella Elizaveta (leggermente baffuta) mi è piaciuto molto:)
RispondiEliminaSimpatico il riferimento ai complottisti:) Ma la cosa che mi piacerebbe sapere è come si fa a "calibrare la propria aura in modo da occultare la propria presenza" cosa che Anandiah deve fare per l'operazione in incognito...
H.G.
Si tratta di una segreta tecnica angelica, sviluppata dagli agenti dell'OverGod inviati sugli altri piani in missioni particolarmente delicate. Anandiah, nonostante la riluttanza a tornare in azione, ha lavorato molto sul campo, ed una delle cose che si impara è che a volte è meglio tenere un basso profilo. Purtroppo molti suoi colleghi non sono d'accordo...
EliminaSe la domanda era riferita alla meccanica della tecnica in questione, temo che sia un segreto militare ;)
Grazie del commento!
Complimenti, veramente bello questo capitolo. Io voto per la 2, vai con la storia dell'angelooooo :)
RispondiEliminaGrazie mille! ^_^
EliminaMolto interessante, si entra nel vivo della storia!
RispondiEliminaNonostante la curiosità sull'incendio, sopporterò la suspence se ci sarà un approfondimento con Sorella Elizaveta. Voto quindi la scelta numero 3.
Grazie! Saremo anche entrati nel vivo, ma la storia andrà avanti parecchio... quanto, dipende dalle scelte dei lettori ;) Wow, non pensavo che sorella Elizaveta riscuotesse tanto successo XD
Eliminaciao! sono una nuova utente e devo dire che la tua storia mi sta piacendo un sacco.
RispondiEliminaIo voto 1. Insomma, come hanno fatto ad incendiare un edificio in così poco tempo? :) (questa cosa di poter scegliere come far continuare le storie è davvero divertente, complimenti a tutti per l'idea!)
Bea.
Ciao Bea, grazie mille e benvenuta! L'idea delle storie interattive è tutta merito di Michele, io mi sono soltanto aggregata :)
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