(Nota ufficiosa della Segreteria Reale: i misteriosi inviati dell'ancor più misterioso Alchimista tengono d'occhio i nostri eroi a distanza ravvicinata, ma un misterioso nemico si fa avanti per affrontarli in questa misteriosa notte del mistero! Riusciranno a venirne fuori vivi? Un nuovo capitolo delle misteriose cronache del misterioso PM!)
di PM
Il
Falco guardava le nuvole passare davanti alla luna, dall’alto di un
albero della Foresta Logorroica. Appollaiato su uno degli ultimi rami
si godeva la brezza notturna, inspirando lentamente l’aria umida
della notte. Poteva vedere le nuvole cariche di pioggia scendere dal
fianco dei Monti Canuti, poteva sentire il profumo dei funghi e degli
aghi di pino bagnati molti metri sotto di lui, poteva udire gli
Allegri Bricconi intonare rime davanti al fuoco dal loro covo nella
radura al limitare della Foresta.
Era
contento, lassù, come non lo era da tempo. Pensò al caos multiforme
della città, all’Alchimista, e alla quiete di quel momento. Si
rese conto amaramente che, per quanto amasse starsene solo in cima a
quell’albero, non avrebbe mai potuto rimanere a lungo lontano dagli
altri.
E
sapeva anche che tutto quello che la Foresta poteva offrirgli non
sarebbe bastato a placare la sua sete per molto.
Sentì
nel petto un'ormai familiare fitta gelida, e cercò di lenirla con un
respiro profondo. Espirò lentamente e vuotò la mente da quei
pensieri, riprendendo ad osservare la notte. Un accenno di sorriso
gli si disegnò sulle labbra.
“Scendi”
gli sussurrò nell’orecchio la Serpe. Un brivido di paura
accompagnava il messaggio. Il Falco corrugò la fronte e socchiuse
gli occhi per scrutare la Foresta intorno all’albero: niente.
Mentre si laciava scivolare di ramo in ramo, la preoccupazione
aumentava. Non aveva visto ne sentito nulla avvicinarsi al loro
campo, eppure il messaggio della Serpe poteva significare una cosa
solamente.
Atterrò
ai piedi dell’albero fra la Serpe, che con la spada sguainata
puntava il buio, e il Nano, chino sul suo totem.
-
Sta arrivando qualcosa – sussurrò la Serpe.
-
Non vedo nulla – rispose il Falco – niente fino a dove mi regge
la vista.
-
Non è ancora qui,
ma lo
sarà fra poco, e fareste meglio a essere pronti - disse il Nano
-
Che cos'è? – chiese il Falco, aprendo il lungo soprabito di pelle
per meglio muoversi. Le cinture colme di fialette tintinnarono nella
notte.
-
Non lo so, ma e’ qualcosa di strano... beh, piu’ strano di voi –
rispose con un ghigno il Nano – forse è il Conte – aggiunse
con poca convinzione.
Il
Conte poteva essere un incontro interessante, penso’ immediatamente
il Falco, non aveva mai visto un vampiro così vecchio, e l’idea
di testarne
uno era pericolosamente attraente...
Il
flusso di pensieri si arresto’ improvvisamente, congelato da
un’ondata di terrore. La mente gli si svuoto’ completamente, i
pensieri risucchiati via con forza irresistibile, per essere
sostituiti dal nero più assoluto e da una gelida linea bianca che
andava da orecchio ad orecchio, offuscandogli la vista.
Prima
di vederlo, lo sentirono.
La
foresta si fece fredda, l’aria immobile. Le piante al limite della
piccola radura cominciarono ad appassire, per poi marcire e
trasformarsi in una poltiglia marrone ad ogni passo della creatura.
Il
Falco non riusciva a muoversi, le gambe pesanti e le mani premute
sulle orecchie, nel tentativo di fermare la fitta lancinante alla
testa. Quando rialzo’ lo sguardo, la creatura era ormai a pochi
passi da loro.
Sembrava
un uomo, ma solo nelle fattezze. Niente nel modo di muoversi
innaturale né nell’aura che quella creatura emanava poteva essere
umano. Il corpo, esile e completamente ricoperto di strisce di cuoio,
dava l’impressione di dover cadere a pezzi da un momento all’altro,
ma in quell’incedere strascicato c’era un senso di inesorabilità
che nessuna creatura vivente avrebbe potuto emanare. Quando parlò,
con la bocca sdentata aperta fra le bende di pelle che gli
ricoprivano il volto, una cacofonia di suoni assordò il Falco, che
si strinse ancora di più la testa.
-
Sei tu....? – sembrava chiedere la creatura fra il gracchiare dei
corvi e lo stridere delle locuste.
Il
Falco cadde in ginocchio, con il fiato corto per l’aria ormai
nauseabonda. Girò lentamente la testa, e vide la Serpe, ancora
immobile con la spada puntata alla creatura, e il Nano, con le
braccia scosse dai tremiti mentre si aggrappava al totem. Il tempo
sembrava essersi fermato in quell'attimo di terrore. Chinò la testa
e vomitò.
“Alzati”
gli sussurro’ la Serpe. Il tocco della sua mano sulla spalla gli
diede il coraggio necessario per alzare di nuovo la testa. Fra le
lacrime vide due stiletti piantarsi negli occhi bianchi della
creatura, seguiti dalla Serpe che si lanciò verso il mostro.
“No!!”
pensò, ma le parole gli morirono in gola. Il Nano al suo fianco
stava mormorando qualcosa. Il Falco cercò di rialzarsi per andare
ad aiutare la Serpe, puntando le braccia contro il terreno
putrescente. Lottando contro la nausea e il terrore si rimise in
piedi, in tempo per vedere la Serpe pendere inerme da un braccio
della creatura, che fissandola dal basso verso l’alto con gli occhi
vuoti mormorava – Non sei tu.... –
Poi
la creatura girò lentamente la testa verso il Falco, scagliò la
Serpe con noncuranza nel fitto del bosco, e riprese ad incedere
dritto verso di lui.
-
Scappa, Falco! – sentì qualcuno urlare, ma le gambe si erano fatte
di nuovo fredde e pesanti, e quando ormai poteva sentire il respiro
fetido della creatura sul volto, chiuse gli occhi gonfi di lacrime e
sprofondò nel gelido buio.
Continua...
Mmm... la foresta misteriosa sembra ancor più misteriosa del solito, stanotte... perché mai la chiameranno "logorroica", poi...
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Con velenosa franchezza,
Archibald Lecter, segretario particolare del Re