Vi saluto, sudditi di ogni dove, conscio che indipendentemente dalla vostra attuale posizione starete dando il peggio di voi come al solito. Come promesso (e sorprendentemente prima del previsto) il nostro Bardo ha completato il nuovo capitolo della saga principale! E poi dicono che le minacce di morte non servono a niente...
Ad ogni modo, avete scelto di scoprire cosa ci facesse una donna travestita da maschio in un covo di cultisti psicopatici. Oggi avrete la vostra risposta e a quanto pare inizieremo a scoprire qualcosa sul passato burrascoso di uno dei personaggi principali. Chi è Esthiari? E cosa vuole? Se ricordate era apparsa fugacemente nell'immagine di coda di uno dei capitoli precedenti, che riproponiamo qua sopra. Qualcosa mi dice che un certo elfo nero non dormirà tranquillo, stanotte.
Con malcelata assenza di curiosità riguardo questo o altri argomenti del blog, vi saluto cordialmente, invitandovi a espatriare quanto prima verso regni con meno senso estetico del nostro.
Vostro selettivo,
Archibald Lecter, Segretario Particolare del Re
dai Canti del Bardo
Cercando
di dissimulare la sorpresa, Ferianthalas si siede a un tavolo e
continua a tenere d'occhio la donna travestita da cultista.
Sentendosi osservata, quella accelera il passo e si affretta al
bancone, dietro al quale un sacerdote polipato sta distribuendo
grandi quantità di sbobba: pesce (prevalentemente lische) già ben
oltre la data di scadenza, affogato in una disgustosa brodaglia di
cavolo e olio di fegato di merluzzo.
-
Che fai, elfo beota? - sussurra Bajyna, avvicinandosi. L'elfa è
splendida nel suo abito da sera. - Non vorrai mica mangiare qui,
vero?
Lui
le fa cenno di avvicinarsi e si protende per sussurrarle
all'orecchio. - Quella laggiù è una donna.
Lei
aggrotta le sopracciglia e guarda nella direzione che lui le sta
indicando. - E allora? - sibila - Ti avviso che se hai in mente una
cosa a tre te la puoi scordare, perverso elfo nero che non sei altro.
Lui
fa una smorfia. - Ma che dici, per la Dea? Sono già indeciso per una
cosa a due, con te, figuriamoci a tre. Adesso ascoltami, quel tale
Duballe non aveva detto che le donne non erano ammesse, qui?
Lei
ci riflette su, poi si sedette. - Sì, gli fa impazzire i polpi, o
qualcosa del genere.
Lui
annuisce - Dunque? Che ci fa una donna travestita da novizio in un
posto del genere?
-
Secondo me dovremmo evitare di fare troppe domande - mormora
DarkShield, lugubre, scivolando sulla panca accanto all'elfo. Rowena
si siede accanto a lui, abbracciandolo felice.
Il
mago sospira e in quel momento il novizio incaricato di scortarli dal
Grande Maestro si appropinqua e fa un mezzo inchino - desiderate
mangiare, graditi ospiti? Abbiamo ottime branchie di Zelot in succhi
gastrici di capodoglio. Una prelibatezza. C'è solo il giovedì,
perciò fossi in voi ne approfitterei.
-
Preferirei morire d'inedia che mang... AHIA! - fa Bajyna,
massaggiandosi la caviglia dolorante. Ferianthalas le scocca
un'occhiata penetrante.
-
Ripensandoci - dice lei, esibendo un sorriso smagliante - mi
andrebbero proprio delle branchie in succhi gastrici. Per la Dea, è
una vita che non ne mangio. Che fortuna arrivare proprio di giovedì.
Usi creativi della donna nel culto di Gburhulg |
Il
novizio fa un altro inchino. - Permettetemi dunque di portarvi la
cena al tavolo, signori. Il Grande Maestro ha insistito che foste
trattati con tutti i riguardi.
Non
appena il novizio si allontana Ferianthalas scivola via dal suo
posto, sotto lo sguardo preoccupato dei suoi compagni di viaggio. -
State tranquilli, voglio solo scoprire chi è e perché è qui.
Potrebbe tornarci utile. Non combinerò casini, non preoccupatevi.
-
Preoccuparci? - dice DarkShield con un alzata di spalle - E perché
dovremmo? Quando mai hai combinato un casino compotandoti in maniera
avventata e irresponsabile, tu?
Ferianthalas
gli scocca un'occhiataccia e sgattaiola verso il tavolo dove la donna
sta mangiando da sola. Con la coda dell'occhio vede Mohamet, la
faccia attaccata al vetro di una vasca di pesci, intento a parlare
con un pesce pagliaccio dall'espressione terrorizzata. In fondo non
può certo biasimare il druido: lì dentro il pesce è sicuramente
meglio come interlocutore, che come cena.
Non
appena lo vede arrivare, la donna distoglie lo sguardo assumendo la
classica espressione da "merda, e ora che faccio?".
Sorridendo, Ferianthalas le siede davanti e decide di prendere
direttamente l'argomento, senza girarci intorno.
-
Dunque - sussurra - che ci fa una donna in un posto dove le donne
sembrano essere proibite?
Lei
lo fissa di sottecchi e si umetta le labbra.
-
Se fai saltare la mia copertura morirò, ma giuro che ti porterò con
me. - sibila, fissandolo con determinazione.
Ferianthalas
alza le mani. - Non preoccuparti, non sono un nemico. Almeno credo.
Sei una ladra?
-
No - sussurra lei dopo un attimo - Sono Lissay Van Rooten, Capitano
dell'Aringa Nera. Sono a capo dell'intelligence, qui a Puerto del
Muerto.
-
Una spia?
-
Abbassa la voce, idiota. - ringhia lei - Non lo sarò ancora per
molto se continui a stare qui. Questo culto puzza.
-
Sì, di merluzzo marcio. - borbotta l'elfo, fissando con disgusto la
ciotola di cibo dal quale la donna sta mangiando.
-
C'è gente che scompare, in questa città, Ferianthalas. E io sono
stata incaricata di sapere perché.
L'elfo
s'irrigidisce e cambia espressione, mettendosi sulla difensiva. -
Come sai il mio nome?
La
donna sogghigna. - Sono il capo dell'Intelligence, l'hai dimenticato?
So tutto di voi da prima che metteste piede qui. Avete combinato un
sacco di casini, in giro per l'Imperium. Inoltre c'è una della tua
razza che ti cerca, in città. Non si vedono molti come voi, da
queste parti.
Pallido,
Ferianthalas deglutisce a fatica e cerca di fermare il tremore della
mano. - Una... una come me? E mi sta cercando? Ti... ti ha detto il
suo nome, per caso?
-
Esthiari, mi pare. La conosci?
Ferianthalas
si afferra al tavolo, mentre la testa gli gira vorticosamente e il
cuore salta un battito. La paura gli stringe lo stomaco, il colorito
della pelle vira repentinamente al grigio e per la prima volta da
quando sono penetrati in quella gabbia di matti, l'essere circondato
da cultisti pazzi lo fa sentire stranamente al sicuro.
-
Dalla tua espressione direi di sì. - conclude lei - Non c'è bisogno
di essere così spaventati. Mi sembrava una brava persona, gentile ed
educata.
-
Oh, sì, lei fa sempre quest'impressione - deglutisce l'elfo - è
questo a renderla più spaventosa. Devo abbandonare questa città il
più in fretta possibile. Se dovessi incontrarla dille che non mi hai
visto, d'accordo? È una questione di vita o di morte. La mia, tanto
per essere chiari.
Lei
lo guarda negli occhi, torva. - Solo se tu prometti di non far
saltare la mia copertura - sibila - questi cultisti saprebbero
elencarmi le caratteristiche fisiche di diciotto tipi diversi di
gamberi, ma non sembrano essere molto pratici di fisionomia
femminile. Non come te almeno.
-
Il tuo segreto è al sicuro, ma che hai intenzione di fare?
-
Devo trovare le persone scomparse. Ormai sono decine, quasi tutte
donne. Dì alle tue amiche di stare attente, stanotte. Questo posto è
un labirinto pieno di segreti innominabili.
Zuppa di Branchie, la specialità del Giovedì |
Lissay
si irrigidisce e inizia a mangiare quella poltiglia orribile con
costruito entusiasmo. A quel punto Ferianthalas si volta e vede
sopraggiungere il novizio assegnato alla loro sorveglianza. Sullo
sfondo, gli altri stanno osservando con malcelato disgusto il
contenuto delle loro zuppiere.
-
Ecco le vostre branchie, mastro elfo - dice con un mezzo inchino,
posandogli davanti una ciotola piena fino all'orlo di un liquido torbido dall'odore acido.
-
Gnam gnam... - mormora Ferianthalas, arricciando il labbro - ce
l'avete un po' d'olio piccante, almeno?
-
Solo olio di pesce, mi dispiace. Il piatto non è di vostro
gradimento?
L'elfo
esibì un sorriso tirato. - No, no, è solo che le branchie mi danno
un po' di acidità, la sera.
Il
novizio scruta Lissay con freddezza, ma la spia non ricambia lo
sguardo e continua a mangiare come se niente fosse.
-
State facendo conoscenza con i nostri giovani adepti, vedo.
-
Sì - Ferianthalas si sforza di mostrarsi allegro - io e...
-
Simon. - borbotta Lissay ingrossando la voce.
-
Simon, sì... stavamo chiacchierando un po' del più e del meno.
-
Ah. - dice l'adepto, scrutando Lissay con più attenzione - ed era
una conversazione interessante?
-
Non molto - si affretta a dire l'elfo - i vostri novizi sono molto
diligenti, non parlano granché.
Il
sorvegliante pare rilassarsi. - Devo chiedervi di tornare con i
vostri amici, ora. Il novizio Simon deve tornare alla preghiera
insieme ai suoi confratelli.
Ferianthalas
si affretta ad alzarsi. - Avete ragione. Bè, allora grazie della
compagnia, Simon.
Fadris è ancora single... |
In
quel momento s'ode un rumore di assi che si spezzano e un uomo grande
e grosso, sulla cinquantina, scende ruggendo dalle scale, irrompendo
nella sala mensa con un gigantesco randello in pugno. Ha i capelli
scarmigliati e una barba nera screziata di bianco. Sembra
l'incarnazione di Angrum, il Dio nordico delle tempeste, tranne per
il fatto che pare meno pazzo.
Due
adepti anziani si fanno avanti per fermarlo, ma quello sventola il
randello, spalmando le loro cervella qua e lá sulle pareti con un
rumore orribile di ossa sbriciolate.
-
Ecco, adesso mi è passato del tutto l'appetito... - borbotta Bajina,
mollando il cucchiaio con espressione infastidita.
-
Fadris - urla l'uomo - dove avete nascosto mia figlia, maledetti
seguaci del demonio? Che Thorm vi maledica, voi e le vostre infide
piovre.
Altri
seguaci si tuffano su di lui, armati delle prime cose su cui riescono
a mettere le mani: forchette, coltelli, bottiglie, sedie, ciotole.
Dopo una breve e furiosa lotta è più facile distinguere i singoli
ingredienti della zuppa di branchie, che i connotati dei loro volti.
L'uomo
possiede una forza prodigiosa e prima che qualcuno possa fare
qualcosa si tuffa in mezzo alla sala, sfondando ossa e tavoli con lo
stesso, rabbioso entusiasmo.
Regola numero 1: non aspirare. |
Ferianthalas
e DarkShield si scambiano un'occhiata. L'elfo nero vorrebbe
intervenire per aiutare il gigante, ma il necromante scuote
silenziosamente la testa.
Proprio
in quel momento fa il suo ingresso nella sala un sacerdote con una
lunga veste viola. Dopo aver dato una rapida occhiata allo scempio
che l'intruso ha combinato, estrae una cerbottana dalla manica e se
la porta alle labbra. S'ode un sibilo e subito dopo l'uomo si porta
una mano al grosso collo, barcolla, rovescia indietro gli occhi e
crolla gorgogliando su un tavolo, sollevando una pioggia di schegge,
assi frantumate e brodo di merluzzo.
-
Veleno di Pesce Birillo - spiega il novizio accanto a Ferianthalas -
paralizza come quello del Pesce Palla ma senza il fastidioso effetto
letale che caratterizza quest'ultimo. Ora, se volete scusarmi, vado a
fornire assistenza al maestro Scorfano.
Mentre
il novizio si allontana facendo cenni ad altri suoi colleghi, Lissay
si alza dal tavolo con espressione cupa.
-
Merda... avevo detto a quel grosso cretino di non fare imprudenze -
sussurra - Ora per colpa sua la sicurezza delle celle ai livelli più
bassi verrà decuplicata. Devo agire stanotte. Ricorda quello che ti
ho detto, Ferianthalas... prendi i tuoi amici e fuggi di qui il prima
possibile.
E
detto questo si dilegua in una fila di novizi tutti uguali.
Preoccupato,
l'elfo nero torna dagli altri e li trova seduti a parlottare tra
loro, le ciotole con il pasto rovesciate tutt'attorno.
-
Che avete combinato? - dice, sedendosi.
-
Purtroppo quel tizio ci ha rovinato il pasto - si lamenta DarkShield
senza battere ciglio - Tu guarda che disastro.
-
Ma che dite? - obietta l'elfo - Quel tizio non c'è neanche arrivato
al vostro tavolAHIA!
Bajyna
ritrae il piede, fissando con un sorriso il novizio che si avvicina
con espressione ossequiosa.
-
Mi spiace per questo inconveniente - sorride - vi faccio portare
subito altre cinque porzioni.
-
Eh? No, no, non serve - si affretta a dire Rowena - non vorremmo far
attendere oltre il vostro Gran Maestro.
-
Che succederà a quel tizio? - chiede Ferianthalas, serio.
Il
novizio sorride, sereno. - Oh, niente. Verrà riportato in superficie
e lasciato accanto alla locanda. L'aria della notte gli porterà
consiglio.
-
Capisco - dice freddamente l'elfo. Gli sguardi dei suoi compagni gli
comunicano che anche loro hanno notato che il gigante è stato
trascinato verso le scale discendenti e non verso la superficie.
-
Bene - conclude il novizio - vogliamo andare?
-
È già notte fonda - osserva Bajyna - non sarà tardi per disturbare
il Gran Maestro?
Quello
sorride con condiscendenza. - I sacerdoti non dormono, signorina.
Mai. È un privilegio dei portatori del sacro polpo.
Non tutti gli esperimenti escono con il buco... |
I
nostri recuperano Mohamet, che dopo la misteriosa conversazione con
il pesce nell'acquario pare stranamente turbato, e seguono il novizio
per un tortuoso labirinto di scale e gallerie, fino a una grande
caverna superbamente illuminata, al termine della quale sorge una
massiccia porta nera, alta e sottile.
-
Attendete qui di essere chiamati, per favore - dice con un inchino -
Se volete scusarmi...
Rimasti
soli in quella sala enorme, Ferianthalas racconta agli altri di
Lissay e del suo misterioso piano per salvare le donne rapite.
-
Non ci interessa un fico delle donne rapite - sbotta DarkShield
sottovoce - A noi ne interessa solo una, ed è quell'oca di
Cleofelia. E non la troveremo stando qui a farci ammazzare mentre
giochiamo a fare gli eroi.
-
Quel pesce detto me che un tempo lui si chiamare Claudius e essere
mendicante. Cultisti ha addormentato lui e usato come cavia in
esperimenti - interviene Mohamet, pensieroso - Alla fine messo lui in
corpo di pesce e messo pesce in suo. Questa cosa a me non piacere
affatto, pasticciare con animali è sbaglio.
-
Non vorrete abbandonare quelle povere donne al loro destino, vero? -
sibila Bajyna con decisione - secondo me dobbiamo aiutare quella
Lissay. Al diavolo il culto, potremo sempre attraversare il mare con
i piratini, mi stavano comunque più simpatici.
-
O noi potere rubare nave di culto dopo aver soccorso prigionieri... -
suggerisce Mohamet con inaspettato acume.
-
È una pazzia - scuote il capo DarkShield - e io sono contrario.
Volete girare per questo labirinto senza neppure un'idea di cosa ci
aspetti? Finora ci siamo infilati a testa bassa in un casino dietro
l'altro. Perché stavolta non facciamo le cose per bene e
comodamente?
Rowena
sorride con ammirazione, stringendosi al braccio del suo amore. - Io
voto DarkShield indipendentemente dalla sua proposta, ragazzi, mi
spiace.
-
Ah, è una questione di voti, allora? - sorride Bajyna con aria di
sfida - E sia. Io e Mohamet siamo per il salvataggio, invece. Tu che
vuoi fare, elfo beota?
Ferianthalas
sospira, sofferente. Anche lui vuole aiutare i prigionieri
(soprattutto per menare un po' le mani), ma è anche ben conscio che
più tempo rimane a Puerto del Muerto e più sono alte le probabilità
che Esthiari lo trovi.
Con
un brivido, Ferianthalas apre la bocca per parlare.
Cosa
dirà il nostro tenebroso muratore dalle orecchie a punta?
1.
No, no e ancora no. Gli spiace per i prigionieri, ma questa volta il
mago ha ragione. Inoltre Esthiari gli fa molta più paura di
qualunque culto. Attraverserebbe persino il mare a nuoto per mettere
più strada possibile tra sé e la propria persecutrice. L'idea
migliore e starsene buoni e attendere la chiamata del Gran Maestro.
2.
Al diavolo. Per la Dea, Esthiari lo terrorizza, ma l'idea che quei
bastardi fuori di testa rapiscano le persone per torturarle e farci
esperimenti gli dà sui nervi. In un certo senso non è un
trattamento diverso da quello riservato ai prigionieri di
Malallapanzan, la sua città natia. Inoltre da quando è stato
battuto dal taverniere polpo di Neronia, Ferianthalas ha sviluppato
una forte idiosincrasia per le piovre in genere. L'idea migliore è
farne a pezzi decine. Se poi ci scappa anche la liberazione dei
prigionieri tanto meglio. Alla traversata del mare ci penseranno
dopo.
3.
Non fa in tempo a dire nulla. La porta si apre e il Gran Maestro li
convoca alla sua presenza. Come direbbero i cultisti, sono organi
riproduttivi maschili in zuppa di succhi gastrici.
"... e Sabato sera "Sfinteri di Orca marinati in urina di Kraken"! Non mancate! YUM!"
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