Bentrovati, insulsi licheni tenacemente e insensatamente aggrappati al muro della vita. Spero che questa mia vi trovi in forma, pronti a essere precettati nel caso si arrivi alle mani con i nani (se mi passate il gioco di parole). Dunque, oggi diamo l'arrivederci alle nostre tre piccole streghette di campagna, Amelia, Agatha e Petronilla. Si CONCLUDE infatti IL SEGRETO DELLA SFERA, la storia di Clara su come Brave e la maga Dulcina si siano incontrati per la prima volta.
Nemmeno io sapevo tutta la storia e devo ammettere che gli ultimi, imbarazzanti particolari verranno raccontati e ridicolizzati nelle taverne del Regno per parecchio tempo a venire. A Brave verrà un colpo quando saprà che ora tutti sono a conoscenza della sua incapacità nel gestire il gentil sesso.
...
Come dite? Senti da che pulpito? Vorrei ricordarvi che il sottoscritto era un discreto sciupafemmine, in gioventù. Ho smesso perché gli impegni di Stato si sono fatti pressanti e non avevo più tempo da dedicare a feste ed eventi mondani. Sono un uomo impegnato io, cosa credete?
Ora, se volete scusarmi, devo finire di costruire la mia nave in bottiglia, da solo, nel mio studiolo per il modellismo. Clara tornerà presto con noi con le sue ottime recensioni! Voi continuate pure con le vostre insulse esistenze, piccoli licheni. Nessuno vi disturberà.
Vostro creativo,
Archibald Lecter, Segretario Particolare del Re
di Clara
- E ti lamenti?- obiettò Agatha:- Insomma, non è così scontato che
debba bloccarsi tutte le volte.-
- No, ma...- l'altra ragazza lasciò sfumare la voce, senza saper
spiegare quella strana sensazione che ci fosse stata una pausa.
Scrollò le spalle: la magia faceva strani effetti, era risaputo.
Peccato che non fossero mai quelli desiderati.
Petronilla roteò gli occhi, facendo notare:- Intanto vi siete persi
tutta la scena della corsa a perdifiato attraverso i labirintici
meandri della torre che crollava.-
- Ma che... sono passati pochi secondi! Come facciamo ad essercela
persa?- protestò Agatha.
- E che ne so io? O la sfera ha accelerato l'azione, oppure loro
corrono molto veloci.-
Dulcina
si piegò in due, le mani sulle ginocchia, e si ripromise di
riprendere a fare esercizio fisico. Quando ancora viveva in città
una corsa come quella sarebbe stata una passeggiata, ma da quando si
era trasferita all'Accademia doveva ammettere che aveva un po'
trascurato l'allenamento. A parte nel laboratorio di alchimia,
ovviamente, dove le esplosioni erano all'ordine del giorno.
Una Torre Oscura che crolla... |
Alle
loro spalle, una scenografica nube di polvere e ceneri nascose
l'implosione della Torre Oscura, che si ripiegava assai meno
scenograficamente su se stessa. Il Manuale per costruttori di Torri
Oscure, consultabile in molte biblioteche di magia ma sconsigliato
per la sua tendenza a far impazzire i lettori con termini tecnici e
perfide note a piè di pagina, spiegava che l'implosione era di gran
lunga preferibile all'esplosione, visto che non coinvolgeva il
territorio circostante e diminuiva il rischio di dover pagare spese
legali a qualche vicino di casa infastidito. Sul serio, ribadiva il
Manuale, la gente diventa molto suscettibile quando si trova l'orto
ricoperto di cenere. E pensare che è un ottimo fertilizzante.
- Verissimo.- commentò Amelia, pensierosa:- E poi, perché qualcuno
dovrebbe mettere su un orto accanto ad una Torre Oscura? Magari le
energie magiche fanno crescere verdure più grandi?-
- In effetti... C'era quel tizio che vendeva zucche gigantesche alla
fiera dell'anno scorso, ricordate? Poi tutti quelli che le hanno
mangiate sono stati ammalati per settimane, e si è scoperto che le
aveva raccolte in un cimitero maledetto.- raccontò Agatha.
Ci fu un istante di silenzio, poi Amelia domandò:- E cosa è
successo al mercante?-
Agatha aggrottò la fronte, cercando di ricordare:- Credo che alcune
delle vittime lo abbiano trovato a tentare la truffa in un'altra
fiera. Non ci ha più provato, dopo essersi ritrovato una delle
famose zucche su per...- si interruppe di colpo, e lei e Amelia
gettarono un'occhiata allarmata all'innocente Petronilla. Per fortuna
la bambina era troppo concentrata sulla sfera per chiedere ulteriori
delucidazioni.
Storm
Brave attese che la confusione si riducesse, poi scoppiò a ridere:-
Bene, suppongo che la missione sia terminata. Possiamo tornare alla
Capitale e festeggiare.-
Dulcina
lo fissò per un istante, poi sorrise a sua volta:- Sai, non è male.
Non pensavo che queste imprese eroiche dessero tante soddisfazioni,
potrei anche fare l'eroina a tempo pieno.-
-
Beh, ci sono delle eroine in effetti, ma non è proprio un mestiere
da ragazze...- iniziò il cavaliere, prima di interrompersi di nuovo
nel percepire un leggero cambiamento di atmosfera. Da dove proveniva
quella sensazione di pericolo? Oh, giusto...
Il
goblin, ancora una volta dimenticato, fece un sospiro ed approfittò
della tempesta di proteste appena scatenatasi per dileguarsi nella
foresta. Con un po' di fortuna, sarebbe riuscito a superare di nuovo
lo Spacco e tornare a casa senza farsi beccare da qualche altro
paladino, o peggio ancora dall'esercito di Mors Tua. Almeno un
paladino lo avrebbe ammazzato.
Non
degnò di un'occhiata la scena alle sue spalle. La gente tendeva a
non considerare i goblin esperti in campo sentimentale, ma questo
goblin in particolare era assolutamente certo che quei due avrebbero
continuato allo stesso identico modo per anni.
Ed
in effetti, fu proprio quello che avvenne.
- Che... che cosa?- balbettò Amelia, resistendo alla tentazione di
prendere la sfera e scuoterla fino a far riapparire un'immagine.
All'interno, macchie di colore indefinito continuarono a turbinare
pigramente, coprendo i personaggi e la lussureggiante foresta in cui
si trovavano.
- Non può essere finita così.- protestò a sua volta Agatha:- Non
abbiamo neanche visto un bacio!-
- Che c'entrano i baci? Io volevo vedere quel dannato libro!- ribatté
Amelia imbronciata:- Ed altri incantesimi! E come usare la sfera!-
Petronilla sospirò e decise di contribuire: si avvicinò alla sfera,
sussurrando pianissimo:- Stupida palla, se non ci fai vedere
qualcos'altro adesso, ti butto nel porcile appena Amelia non guarda.-
Amelia ed Agatha emisero un'esclamazione di sorpresa nel vedere la
rapidità con cui nuove immagini si stavano formando. La strega più
giovane si limitò a sopprimere un ghigno soddisfatto.
Erano
passati pochi giorni da quando Dulcina era tornata alla Capitale ed
all'Accademia, ed ancora l'euforia non era passata. Il fatto che
tutte le sue compagne di studi, comprese le viziate marmocchie nobili
che erano lì solo per noia e che fino a quel momento l'avevano
guardata dall'alto in basso, l'avessero ora festeggiata come la
miglior maga di sempre aveva contribuito. Ancor più significativa
era stata la faccia fatta dagli aspiranti maghi di sesso maschile,
che avevano dovuto ammettere loro malgrado la superiorità delle
ragazze in campo magico. E la faccia del professore di Demonologia
quando lei aveva consegnato il miglior saggio della classe su un
Tentacolarius Horripilans era stata impagabile.
In
confronto a questo, l'annuario in sé era stato quasi un fattore
secondario, anche se l'immagine del rettore travestito da donna in
cima alla torre più alta della città l'avrebbe perseguitata a
lungo. E non aveva mai neppure pensato che il laboratorio di alchimia
potesse avere ospitato feste del genere. In ogni caso, la prossima
volta che i professori avessero tentato di assegnar loro dieci esami
in una settimana avrebbero avuto qualcosa su cui riflettere.
Dopotutto, il regolamento non vietava esplicitamente il ricatto,
giusto?
- Mi piace questo regolamento, potrei averlo scritto io.- fece notare
Petronilla annuendo soddisfatta. Amelia evitò di rispondere,
riflettendo tra sé che la sua cara sorellina aveva tutte le
caratteristiche in regola per essere un diavolo, altro che una
strega.
Quella
mattina, comunque, l'euforia della vittoria aveva lasciato il posto
ad un martellante mal di testa. Dulcina si rigirò tra le lenzuola,
mugolando un'imprecazione contro la luce del sole. Non poteva essere
già mattina, giusto? Non ricordava neppure di essere andata a
letto...
Ricordava
di essere uscita attraverso un passaggio segreto per bere qualcosa
insieme alle compagne dell'Accademia, però. La birra la ricordava,
anche se non era del tutto sicura di chi avesse avuto l'idea di
mischiarla ad un paio di pozioni non identificate... ah, giusto, era
stata lei. Mai più.
E
ricordava che le avevano cacciate fuori dalla taverna dopo che
avevano congelato un tipo che si stava facendo un po' troppo audace
nelle sue battute verso di loro. L'oste aveva borbottato qualcosa sul
fatto che non bastavano i maghi, ora ci si mettevano anche le
femmine, ed era evidente che studiare faceva male alla salute
mentale. Dove erano finite poi? Se non ricordava male, una delle
ragazze aveva insistito per andare a...
Dulcina
gemette di nuovo, ricordando improvvisamente che in qualche modo
erano finite nella taverna frequentata dai cavalieri della città.
Maledette ragazze nobili che studiavano la magia per divertimento,
loro e la loro fissazione per i cavalieri, che cosa ci trovavano?
Anche se doveva ammettere che non era stato spiacevole rivedere
Storm.
-
Sì, è stata una bella sorpresa.- commentò una voce, mentre la
porta della stanza si apriva.
In
quel momento, Dulcina realizzò tre cose: non era nella sua stanza
all'Accademia, l'ultima volta che aveva controllato la sua compagna
di camera non aveva una voce maschile, ed alzarsi di scatto con i
postumi di una sbornia era una pessima idea.
-
Che cosa ci faccio qui?- urlò all'indirizzo del cavaliere che non
avrebbe dovuto essere di fronte a lei. La mente di Dulcina si
rifiutava di ricordare oltre, ma stava realizzando che era ancora
vestita, e questo era un buon segno, giusto? Giusto?
Storm
appariva sinceramente perplesso, mentre posava un vassoio con una
tazza fumante sulla sedia di fianco al letto:- Beh, ieri sera non eri
proprio in condizioni di lasciare la taverna da sola, quindi... -
-
Ero con le mie compagne.- obiettò lei, prendendosi la testa tra le
mani.
-
Non esattamente. Alcune erano già uscite a vomitare, un paio erano
addormentate, e le altre non avevano intenzione di lasciare la
compagnia.-
Il rapporto di Storm con le donne (secondo lui) |
- E
quindi?- lo sollecitò la maga, appuntandosi che aveva trovato
l'incentivo perfetto per dare il massimo alle prossime esercitazioni
di magia da combattimento.
- E
quindi ho pensato di prestarti il mio letto. Hai dormito e basta.- la
rassicurò il cavaliere.
Dulcina
tirò un sospiro di sollievo:- Oh, grazie! Grazie, grazie, grazie!
Per un attimo avevo pensato che avessimo...-
Ci
fu un silenzio imbarazzato, poi Storm ribadì in fretta:-
Assolutamente no! Non mi è neppure passato per la testa!-
-
Certo, neanche a me. Non avrei mai e poi mai...-
-
Insomma, non voglio dire che tu non sia bella...-
-
Insomma, non è che tu non sia il mio tipo...-
-
Cioè, io non avrei niente in contrario ovviamente, ma...-
-
No, certo, neanche io, ma...-
Ancora
una volta, calò il silenzio, mentre le due persone nella stanza
ripercorrevano la conversazione.
-
Allora, stai dicendo che vuoi...-
Per
essere un cavaliere, Storm avrebbe dovuto essere più rapido a
schivare il cuscino che Dulcina gli tirò addosso, oppure la tazza
che lo seguì subito dopo, accompagnata da una sequenza di minacce
alla sua persona ed alla sua assoluta incapacità di comportarsi da
persona normale. Il cavaliere proprio non riusciva a capire cosa
avesse fatto di sbagliato.
E la giusta reazione di Dulcina. |
La sfera si spense ancora una volta, ma stavolta Agatha ed Amelia
erano troppo impegnate a ridacchiare senza freno per lamentarsi. Dopo
qualche minuto, Petronilla decise che ne aveva abbastanza, ed adottò
una strategica espressione confusa.
- Ragazze... io non ho capito che cosa sia successo. Che cosa pensava
che avessero fatto?-
Le risate si fermarono, sostituite da due facce imbarazzate. Amelia
le arruffò ancora una volta i capelli, con un po' più forza del
solito.
- Petronilla, non ci pensare. E' un ordine. Ed è anche ora di andare
a dormire.-
Petronilla omise di precisare che sapeva esattamente di cosa stavano
parlando: dopotutto, vivere in una fattoria è molto istruttivo. Ma a
volte era conveniente che sua sorella se ne dimenticasse. Gettò
un'ultima occhiata alla sfera, e rifletté che quella volta la storia
era stata davvero interessante.
- Chissà cosa stanno facendo ora quei due...- commentò Agatha con
aria sognante.
Amelia alzò le spalle:- Beh, questa sfera pare decisa a non
mostrarci il presente, quindi dubito che lo sapremo. E' una storia
che racconterà qualcun altro.-
- Uh?-
- Che hai detto?-
La ragazza scrollò le spalle:- No, non so perché l'ho detto. Penso
che sia proprio ora di andare a dormire, e fine della storia.-
Amelia, Agatha e Petronilla quando saranno grandi (o almeno come si immaginano). Per la gioia dell'Inquisizione e dei maschietti del villaggio.
Ricordatevi di visitare il blog di Clara, ANIMULA SOLIVAGA!
e per i capitoli precedenti come al solito vi rimando all'Indice!
Peccato, mi mancheranno le tre streghette-bambine:)
RispondiEliminaComunque grazie a Clara per i divertenti episodi e auguri per tutti i suoi prossimi progetti!
H.G.
Spero che tornino presto... Ma tornano, vero?
RispondiEliminaE' Clara l'unica che può saperlo! ;) Per ora credo abbia intenzione di tornare sulle recensioni, ma in futuro chissà... ^^
RispondiEliminaNon preoccupatevi, le streghette rimarranno, solo che per un po' si occuperanno delle recensioni invece che di un arco narrativo vero e proprio. Però non si può mai sapere ;)
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