Riportato fedelmente, con l'ausilio di qualche lazzo artistico di irrisoria entità, dalla penna d'oca di Michele D'Angelo, il vostro Bardo.
Il
re sta dormendo della grossa ben oltre il limite consentito dalla
regal decenza, quando Archibald irrompe nella camera da letto e
sposta la tenda dal baldacchino con la consueta grazia militaresca.
-
Sire, abbiamo un problema. - annuncia.
Il
Re sobbalza, sbuffa e si mette stancamente a sedere, grattandosi la
nuca. - Adoro quando mi svegli con le buone notizie, Archie. Che c'è,
stavolta?
-
C'è stato un incidente aereo, sire. - spiega il segretario.
-
E che diavolo è un "incidente areo"?
- sbotta il sovrano, ancora non del tutto sveglio.
-
Aereo, sire. - precisa
lui - Vuol dire che è avvenuto in aria.
Il
Re lo fissa in cagnesco. - E io che c'entro? Si sono scontrate due
rondini?
-
No, sire, un drago dell'Alidrago si è schiantato fuoripista mentre
cercava di atterrare nel dragoporto, poco lontano dalla Capitale.
Il
Re sospira e abbassa le spalle. - Uff. Ci sono feriti?
-
Qualcuno. Il vano con i passeggeri che il drago stringeva tra le
zampe ha ruzzolato un paio di volte sull'erba.
-
Gente importante?
-
No, sire.
Il
Re si rilassa e tira un sospiro di sollievo. - Grazie al cielo! Ma se
nessun nobile si è fatto male perchè diavolo mi hai tirato giù dal
letto così presto?
-
È mezzogiorno, sire. E ad ogni modo è richiesta la vostra augusta
presenza sul sito dell'incidente. Pare che il suddetto drago non
appartenesse alla scuderia Alidrago, ma alla Dragonescu, una
compagnia di Valgordia non esattamente famosa per i propri standard
di sicurezza.
Il
Re lo fissa di sottecchi. - Parli difficile, oggi, eh?
Archibald
solleva gli occhi al cielo. - Il drago era denutrito, sire. - spiega
- Durante l'atterraggio le zampe non hanno retto.
Il
Re si alza e si veste controvoglia, di pessimo umore. - E non abbiamo
dei maledettissimi draghi, in questo Regno? Dobbiamo usare quelli di
Valgordia?
-
Proprio qui sta il punto, sire. Credo che la Alidrago abbia
subappaltato la tratta alla Dragonescu per risparmiare sui costi. E
senza comunicarlo ai passeggeri.
-
Ma è legale?
-
Pare sia prassi comune, sire, anche se credo che non comunicarlo ai
passeggeri possa essere considerato reato. Frode
in Commercio, per la precisione. Sostituire
un bene acquistato con un altro bene all'insaputa dell'acquirente.
Pensate se qualche nobile si fosse malauguratamente trovato su quel
volo. Ora saremmo sommersi dalle critiche in un periodo in cui
abbiamo bisogno di tutto il sostegno possibile per la guerra ai nani.
Scuro
in volto, il Re si sistema il farsetto, poi ringhia: - portami sul
posto. Voglio vederli di persona i responsabili di tutto questo
casino.
Giunti
al dragoporto a bordo della Real Carrozza, il sovrano segue Archibald
fino alle pendici di una collina, dove finisce la pista. Il drago è
ancora riverso nell'erba con il collo rotto, la coda avvitata e le
ali scomposte. A poca distanza il grande cesto per i passeggeri
emerge tristemente da un torrente. Accanto al cadavere del velivolo
ci sono svariate persone.
-
Chi sono quelli? - fa il Re, indicando con un cenno il capannello di
ricchi commercianti che parlottano furiosamente tra loro - E perchè
c'è anche il Bardo Stagista?
-
Ho riunito qui i responsabili del dragoporto e il consiglio
d'amministrazione della Alidrago, signore. Ho pensato che volesse
interrogarli di persona. Il Bardo è qui per documentare la cosa con
una ballata, o qualcosa del genere...
Il
sovrano fa una smorfia e raggiunge il gruppo. Il brusio cessa
immediatamente e i ricchi amministratori della Alidrago si prostrano
dinnanzi al re, porgendo i loro viscidi omaggi.
-
Che diavolo è successo, qui? - sbotta il Re, poco propenso ai
convenevoli - Cos'è questa storia dei draghi di Valgordia?
Gli
amministratori si ergono, indignati. - Ma Sire, non è nulla di che,
davvero. Una prassi comune, utilizzata da svariate altre compagnie!
Se potessimo sederci intorno ad un tavolo sono sicuro che...
Il
Re gli gira intorno come se non esistesse e si avvicina al drago,
scrutandolo con occhio critico. Archibald lo raggiunge, lento e
dignitoso come un sacerdote. A una certa distanza trotterella il
Bardo, scrivendo furiosamente sulla pergamena con una penna d'oca.
-
Archie... - sussurra il Re - Non sono molto esperto di queste cose,
ma non voglio farlo capire a quelle sanguisughe. Non dovrebbero
esserci delle insegne sul drago? Che so... l'emblema della compagnia,
per esempio?
-
Dovrebbero, sire. Ma da quanto mi hanno detto alcuni uomini
dell'Alidrago sono venuti qui nottetempo e hanno rimosso gli emblemi.
-
Voialtri! - ruggisce il Re, voltandosi verso gli amministratori. La
vivace discussione che stava avendo luogo cessa di colpo e il gruppo
di ricconi si irrigidisce. - Chi vi ha dato il permesso di rimuovere
delle prove dalla scena dell'incidente? Dove sono le vostre insegne?
-
Temevamo la cattiva pubblicità, sire. Cosa penserebbero i passeggeri
degli altri draghi se atterrando vedessero un cadavere con le nostre
insegne? Saremmo rovinati! E ad ogni modo è ancora presente
l'emblema di Valgordia, sulla coda.
Il
Re si volta a scrutare il drago per un lungo istante, poi, non
trovando nulla, lancia un'occhiata ad Archibald, che indica con un
dito ossuto una grossa macchia nera alla base della coda.
-
Quella macchia? Che razza di emblema è?
-
Pipistrello nero in campo nero, signore. È il vessillo di Valgordia.
-
A me sembra solo una macchia. E rispetto al drago è minuscola. Si
può sapere perchè non avete comunicato questo particolare nel
biglietto di viaggio?
Uno
degli amministratori si avvicina, mellifluo. - Ma sire, è
indicato. Posso assicurarglielo.
Archibald
estrae dalla manica un biglietto e lo porge al Re, che lo scruta per
lunghi istanti.
-
E dove, di grazia?
L'amministratore
si avvicina e indica la parte inferiore del biglietto. - Beh, c'è un
codicillo proprio qui, che...
-
Questa sequenza senza senso di simboli? - sbotta il Re, sgranando gli
occhi, incredulo - Volete prendermi in giro, per caso? Come può un
cittadino comune sapere che significa? E poi che razza di prezzo è,
questo? Per questa cifra potrei affittare un drago solo per me! - poi
il Re pare ricordarsi una cosa e il colorito abbandona il suo volto -
Dite un po', ma la Alidrago non è quella compagnia privata in cui
abbiamo versato un sacco di soldi prendendoli dalle casse Reali?
-
Invero, sire. - conferma Archibald - Tempo fa la società era in
crisi e minacciava fallimento. Una sera voi avete firmato un decreto
per versare cospicui fondi sul conto della compagnia e salvarla così
dal baratro.
-
Sì, ricordo qualcosa... vagamente.
Ma perchè abbiamo pagato noi se ora l'Alidrago è privata?
-
Non chiedetelo a me, sire. Quella sera eravate ubriaco.
Il
Re agguanta per il bavero il primo amministratore che gli capita a
tiro e avvicina la sua faccia fino ad alitargli sul naso. - Dite un
po', razza di imbroglioni... sapete che ho dovuto aumentare le tasse
ai cittadini per salvare la vostra
maledettissima azienda? Sapete che per colpa vostra mi sono
indebitato con gli stessi nani contro cui ora mi tocca scendere in
guerra? Lo sapete? - urla - Mi sono svenato per salvare un'attività
che non mi appartiene nemmeno e voi che fate? Volate al risparmio
mettendo a rischio la vita di centinaia di persone?!
Accanto
a lui Archibald srotola con enfasi un papiro con la casistica degli
incidenti della Dragonescu.
-
Ma io vi ammazzo, maledette sanguisughe! - ruggisce il Re, paonazzo,
mentre il Bardo trascrive parola per parola. - Che ne avete fatto dei
soldi del Regno?
Folle
di paura, l'allampanato amministratore solleva le mani, balbettando:
- Ma Sire... c'erano da pagare gli stipendi arretrati, i pezzi di
ricambio, i permessi... i soldi non bastavano e...
-
Non bastavano? Ma se erano il prodotto interno lordo di un piccolo
paese? - sbotta il sovrano, basito.
Accanto
a lui Archibald tossicchia, estraendo dalla manica un'altra
pergamena. - Ehm... Sire, se posso... vorrei portare questo documento
alla vostra attenzione. Ho fatto alcune ricerche sul nostro consiglio
di amministrazione, qui presente. Pare che in corrispondenza della
vostra... ehm... cospicua donazione, alcuni dei dirigenti abbiano
effettuato acquisti di ingente frivolezza ed entità. Leggo: una
villa con piscina sulla Collina D'Oro, un panfilo privato ormeggiato
sul Mare Tenebrarum, alcuni appezzamenti di terra, una statua in
platino della dea Delibria alta 15 metri, una scuderia di cavalli di
fuoco dalle isole dell'Est, un tomo magico stampato in due sole
copie...
Ad
ogni voce dell'elenco gli amministratori si fanno sempre più piccoli
e il Re sempre più livido.
-...
Una miniera di diamanti sulle Montagne di Cristallo, un harem, un
vaso rarissimo...
-
Basta così! - tuona il Re - Credo che il quadro della situazione mi
sia abbastanza chiaro, adesso... - poi si rivolge agli amministratori
con il sorriso di un coccodrillo - Vi farò pentire di essere nati,
maledetti ladri incapaci!
Uno
degli amministratori lo fissa con disprezzo e cerca di riacquistare
la propria dignità, pur sudando vistosamente. - Non potete
intervenire, Sire! Mi spiace, ma le leggi che voi stesso avete
promulgato ci consentono di...
-
Io le ho fatte e io le cambio! - ruggisce - E per iniziare che ne
dite di un bel decreto che obbliga tutte le compagnie a scrivere bene
in vista la provenienza del drago? Dopo la pubblicità che vi farò
voglio proprio vedere chi vorrà ancora viaggiare con voi o con
chiunque voli al risparmio rischiando vite innocenti!
Un
dirigente sviene sul posto, gli altri rimangono a bocca aperta,
incapaci di replicare.
Archibald
fissa il suo Re con un sopracciglio alzato. - Davvero un discorso
eroico, Sire. Popolare, oserei dire. Quasi non vi riconosco più.
Il
Re lo fissa di rimando, pensoso. - Troppo, eh? - poi si rivolge al
Bardo - Tu, ragazzo! Quest'ultima parte toglila. Se si sparge la voce
che ho a cuore l'interesse del volgo la mia carriera di Re è finita!
E ora andiamo, devo ancora fare colazione, poffarre!
Ideato e scritto da Michele D'Angelo. Tutti i diritti riservati.
Conceived and written by Michele D'Angelo. All rights reserved.
Noi Cavalieri della terra di Orchiferro hisperimentammo la histessa storia con le strade ferrate che portano alle millenarie miniere di Francia, con l'Orcomotiva e tante Orcarrozze piene di nani e folletti puteanti...le profezie del Mago Orchite parlano di un Drago proveniente dalle lontane Terre di Anatolya che liberera' le Terre dalle iniustitie e liberera' il vile volgo dalla tirannide del Re e dei protervi cortigiani commercianti in oro e spezie.Vostro Servitore Cavalier caanza dalle Terre Iteramniae
RispondiEliminaNobile Cavaliere, come ben saprete la protervia delli nobili e delli sovrani non cognosce misura alcuna. Quivi lo dico et quivi lo nego poiché giammai lo Re, Signore mio, dovrebbe saper ch'io favello in tal guisa, pena la perdita dello mio già ignominioso salario. Ben venga dunque lo drago d'oriente a ravvivar la speme, sebbene sia noto alli saggi che le profezie del Mago Orchite rechino più spesso dolori che gioie, come lo nome dello mago stesso darebbe ad intendere.
EliminaServo Vostro.
Lo Bardo