venerdì 31 maggio 2013

Rave di Morte, di Mario Gazzola: Una Recensione dalle Tenebre!



Bentrovati, ignobili insetti. Ancora una volta il qui presente Mors Tua ha deciso di intervenire di persona sulla vostra ridicola bacheca per recensire alcune opere di un autore che, come pochi altri, sa trasmettere l'orrore e la disperazione che tanto piacciono a noi dell'Imperium.
Quest'oggi parleremo di Rave di Morte, primo romanzo di Mario Gazzola, edito da Mursia. Un viaggio allucinante in un futuro prossimo che rispecchia la naturale evoluzione di quanto di peggio possiamo osservare oggi nella società umana dell'Altrove. Gazzola intreccia un'oscura vicenda di messaggi subliminali, pirateria musicale e brutali omicidi, sullo sfondo di un'America che sembra scavata in una trincea. Continui attentati terroristici tengono la popolazione paralizzata in una paura stordente che genera follie, mostruosi abomini sociali e cinica indifferenza, mentre le multinazionali diventano veri e propri Stati nello Stato, mafie dotate di tecnologie, armamenti ed eserciti di sicari che partecipano attivamente al reclutamento di nuova carne da cannone per le numerose guerre che l'America combatterà anche in futuro, prima fra tutte la Quinta Campagna Irachena.
Il protagonista, Lester Peels, è un giornalista musicale che riesce a mettere illegalmente le mani sul master superprotetto del nuovo disco di Yorki Amor, la stella emergente della canzone. Tuttavia ascoltandolo attentamente si accorge che in sottofondo ci sono suoni misteriosi che non dovrebbero esserci. Invischiato in qualcosa di molto più grande di lui, Lester viene arrestato e gettato come un rifiuto in un enorme carcere a cielo aperto che pare una versione dantesca della New York di John Carpenter, dove gruppi settari di mostruosi criminali vagano, perduti nella loro follia, predando su quanti sono così sventurati da finire in quell'inferno nell'inferno. Dopo soltanto un giorno di permanenza nel carcere Lester si rende conto che l'unico modo di uscire da lì e sopravvivere è arruolarsi nei Marines. Ciò equivale praticamente a firmare la propria condanna a morte in un paese straniero, ma il protagonista della storia di Gazzola non ha scelta. Meglio rischiare e sopravvivere un altro giorno che morire certamente tra le rovine del carcere.
Nemmeno io sono così malvagio da rovinarvi il finale bomba di questo romanzo così avvincente. Alle vicende del protagonista si alternano quelle di un comprimario femminile con cui il nostro giornalista condividerà solo pochi momenti dell'intera storia: la stessa Yorki Amor, autrice in fuga dell'ossessivo brano patriottico che sta al centro di tutta la vicenda.
Il futuro dipinto da Gazzola appare realmente disturbante a causa delle analogie con il mondo attuale di voialtri miserabili esseri umani. Chiunque di voi lo leggerà non potrà non provare un brivido nella consapevolezza che quel futuro potrebbe davvero essere dietro l'angolo, con tutta la sua inarrestabile e soverchiante carica di follia, la sua riduzione dell'essere umano a mero strumento in un mondo sull'orlo del baratro.
Diverse sono le tematiche che il romanzo affronta, sia direttamente che indirettamente: le luci e le ombre dell'industria discografica, che l'autore conosce molto bene essendo stato egli stesso un giornalista musicale; lo stato costante di paura che serve a tenere docile la popolazione e quello di guerra che ha ormai perso ogni significato ma che nonostante questo continua ad infuriare e a venire alimentato come parte del Sistema di potere, come in 1984 di Orwell; il velo sottile che separa uno stato di civiltà da uno in preda al caos e come questo possa spezzarsi senza far troppo rumore, nell'indifferenza generale; la solitudine del singolo nella sua lotta individuale e fondamentalmente senza speranza contro gli ingranaggi che vorrebbero schiacciarlo.
Ah, provo una diabolica soddisfazione solo a parlarne. Tutti argomenti che personalmente imporrei di studiare nelle nostre scuole, se non le avessi gia fatte chiudere per far lavorare i bambini in miniera.
Questo Gazzola sarebbe un'ottima fonte di idee per migliorare la qualità della mia tirannia, anche se poi temo che dovrei darlo in pasto ai miei draghi zombie per via di quella fastidiosa vena di critica al Potere che si legge tra le righe dei suoi romanzi. Forse il suo unico difetto, dal mio punto di vista. Oh, beh, nessuno ci vieta di ammazzarlo e poi resuscitarlo come non-morto. Magari ne risentirebbe un po' la vena creativa, ma sarebbe senz'altro più docile. Abbiamo zombie-guerrieri, zombie-cuochi, zombie-falegnami, ma nessuno zombie-scrittore. Per ora.

Procuratevi subito una copia di Rave di Morte, quindi. Lo trovate ad un prezzo abbordabile anche per voi miserabili pezzenti e posso assicurarvi che vale molto più di quello che costa. Fantascienza social-musicale d'alta qualità! Ora vi saluto con il consueto, disgustato disprezzo che riservo alle nullità che non sono fastidiose a sufficienza da meritare l'intervento del boia imperiale.

Odiosamente vostro,

MORS TUA



Mario Gazzola (prima della trasformazione in zombie)



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Con velenosa franchezza,

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