venerdì 3 maggio 2013

Perché un elfo che sta troppo poco con la Famiglia non sarà mai un vero elfo...


Avieccoci nuovamente pev navvave le impavide gesta del quavtetto di evoi più fuovi dagli schemi che la fantasy abbia mai visto! Sono Vomualdo, il leggiadvo pvincipe elfo, e come sempve sono qui pev pvesentave con la mia voce avgentina il nuovo post del Bavdo Dolovoso! Vi annuncio che pvesto avvivevanno gvandi novità: il Logo Ufficiale del Bavdo, per esempio, il canale youtube e un set di magigvafie con i pvincipali pevsonaggi di queste splendide stovie! Gioite, volgo! Pev l'occasione mettevò la mia avmatura di paillettes, quella che tengo pev celebvave le festività! Enjoy!

Bajyna attende che la succube si allontani con la sua andatura sinuosa, poi chiude la porta a chiave e si libera finalmente del mantello impolverato e dell'inutile micro-armatura sexy. La tinozza è lì davanti a lei, colma d'acqua fumante (uno spreco di ottima acqua da bere, a detta dell'oste) e attende solo le membra stanche della giovane elfa.
C'è un grosso specchio, in un angolo della sala del barbiere (recentemente riconvertita a sala da bagno "per chi proprio non può trattenersi dallo sprecare litri di ottima acqua potabile"). Bajyna vi si avvicina e scruta la propria immagine riflessa. L'assenza totale di sole ha acuito il suo naturale pallore e questo le piace. Un'elfa bianca è un'elfa aristocratica. È lei è certamente aristocratica. L'unica cosa che la disturba è il non poterlo sbattere in faccia a quei bifolchi degli abitanti dell'Imperium.
Guardando il suo corpo perfetto, Bajyna fa un mezzo giro a destra, un mezzo giro a sinistra e sorride. Tutto quel camminare rassoda veramente i glu...
All'improvviso si paralizza e il suo cuore salta un battito. - Cosa diavolo... - mormora, sgomenta.
- Avete bisogno di qualcosa, mia signora? - chiama la succube, da fuori.
- Eh? - balbetta lei, incapace di credere a ciò che vede - Ma no, chi t'ha chiamata? Lasciami in pace.
- M'era sembrato di sentir chiamare "diavolo"... - geme lei, allontanandosi.
Ma Bajyna non l'ascolta più. La sua concentrazione è tutta per la sua chiappa destra e per la strana scritta che è misteriosamente apparsa sulla pelle.

Ferianthalas si avvicina con fare arrogante ad un tavolo dove siede un pericoloso Nano Nero. Non so perché negli universi fantasy tutto ciò che è nero sia automaticamente malvagio e pericoloso, ma immagino che questa credenza sia legata al fatto che la madre degli imbecilli è sempre incinta. Come nella realtà, del resto.
Ferianthalas molla un calcio ad una sedia, poi si accomoda senza invito e beve un sorso dalla birra del nano, cercando di attenersi il più possibile al galateo.
- Allora, mezza cartuccia - sogghigna - come butta?
Il nano solleva un sopracciglio cespuglioso e scruta l'elfo con l'aria di chi ha avuto una pessima giornata e non vede l'ora di restituire il favore. - Per te molto male, spilungone. - dice con uno strano accento. Con un rapido movimento estrae un grosso pugnale dal fodero appeso alla cintura e lo infilza con violenza nel tavolo. Gli altri avventori fanno prudentemente finta di niente. - Ché, ti puzza di vivere per venire ad importunare un membro del Sindacato dei Minatori? Mmm?
Ferianthalas impallidisce e si inclina lievemente all'indietro. - U... uno del Sindacato? - balbetta, cercando di dissimulare la paura - Veramente mi sembravate un Nano Nero, signor... ehm...
- Don Luciano Thunderhammer - sogghigna il nano - Ma tu puoi chiamarmi semplicemente Don Luciano Thunderhammer.
Infila due dita nella birra che ha di fronte e le passa sotto i propri occhi. La polvere di carbone viene via, rivelando uno scorcio di pelle chiara. - Pensavi che fossi nero, per caso?
- Ehm. Sì. Chiedo venia se mi sono permesso di comportarmi in modo irrispettoso, Don Luciano Thunderhammer. Credevo di farvi cosa gradita.
- Eh, non preoccuparti, picciotto. Sono cose che capitano. Se veramente avessi pensato che volevi insultarmi starei già usando le tue orecchie come sottobicchiere. Capisc?
- Ehm... sì, sì. Capiscio.
Il nano lo scruta con attenzione, grattandosi la barba. - Dì un po' picció, nonostante i tuoi patetici tentativi di passare inosservato noi del Sindacato abbiamo saputo del vostro arrivo in città prima ancora che tu e i tuoi amici ci metteste piede. Venite dal Lato Chiaro, vero? - dice.
Ferianthalas si sente morire. - Parlate piano, per carità.
- Non preoccuparti - lo tranquillizza lui, come se non ci fosse alcun problema - La gente qui ha la tendenza a non sentire nulla di quello che io dico.
- Err... chissà poi per quale motivo... - rantola l'elfo. Di tutti gli avventori proprio un nano mafioso gli doveva capitare?
- Allora rispondi solo a a questa mia semplice domanda - dice quello - che minchia siete venuti a fare in queste terre dimenticate dagli déi? Siete, che so, in missione segreta?
- Eh? Ma no, no... siamo qui per... turismo.
- Turismo? Qui? Siete come quei turisti del dolore che amano andare a magigrafare bambini poveri e tutto il resto? - sogghigna - Ti avverto che al mio paese raccontare balle a qualcuno equivale a mancargli profondamente di rrispetto - gli fa notare, arrotolando la R di "rispetto".
Ferianthalas deglutisce - Ho detto turisti? No, no, volevo dire che siamo in missione per conto del Re. Ma non è niente di particolare, dovete credermi. Una cosetta da niente, davvero.
- E tu chiami cosetta da niente sfidare inimmaginabili torture per rriportare a casa sana e salva la dolce erede al trono? Sei troppo modesto, figliolo.
Ferianthalas si accascia, depresso. - Ma se lo sapevate perché tutte queste domande?
- Minchia, per fare un po' di conversazione. Che diamine, voi giovani d'oggi volete tutto e subito, eh? Sempre di fretta...
Ferianthalas fa per alzarsi. - Il che mi ricorda che avrei una certa fretta anche ora, perciò... È stato bello parlare con voi, Don Luciano, ma adesso devo proprio anda...
- Parcheggia quelle chiappe, orecchieappunta, che ancora non ho deciso se rrinunciare a quel sottobicchiere.
- Certo, Don Luciano - dice Ferianthalas risedendosi in tutta fretta. Dopotutto è un piacere parlare con voi.
- E ci mancherebbe. - borbotta il nano - Ascoltami, ho da farti un'offerta che non puoi rrifiutare.
- Ah. Grandioso. - esulta l'elfo in tono piatto - Devo assassinare qualcuno?
- Noooo.
- Devo contrabbandare polvere di fata da qualche parte?
- Contrabbandare? No, no.
- Devo rapinare qualcuno? Raccogliere il pizzo?
Il nano lo fissa, sinceramente sorpreso. - Minchia, picciotto, hai avuto un'infanzia difficile, per caso? Che ti credi, che il Sindacato sia una specie di organizzazione criminale?
Ferianthalas solleva un sopracciglio. - Non lo è?
- Non è questo il punto, figliolo. Il punto è vuoi aiutarci o no? Ti posso assicurare che sarà un'impresa delle più nobili.
- Certo, lo immagino. Ma se non posso rifiutare ha senso chiedermi se voglio aiutarvi o no?
- Infatti era sempre per fare conversazione, rragazzo. - dice il nano, poi s'inclina verso di lui con fare cospiratorio - Il fatto è che il Sindacato non ha ancora nessuno infiltrato all'interno del Palazzo di Necropolis. A quanto pare Mors Tua ha fatto gettare ai suoi draghi zombie tutti quelli che gli abbiamo mandato.
Ferianthalas deglutisce a fatica. - Non vorrete mica che io...
- Tu? Noo. Senza offesa, rragazzo, ma tu e i tuoi amici fate schifo come infiltrati. Anzi, se fossi in voi starei attento a quell'oste ottumane. L'ho visto parlare con uno sbirro, poco fa, sul retro della locanda.
- Uno sbirro?
- Ma sì, un poliziotto, una guardia. Come diavolo li chiamate?
- Guardia andrà benissimo.
- Il punto è che voi siete diretti a Necropolis, giusto? Il sindacato non è al corrente dell'attuale posizione di Cleofelia, ma se davvero è stato Mors Tua a rapirla la terrà di sicuro nelle segrete del palazzo.
L'elfo si guarda intorno, sospettoso. - Ebbene?
- Ebbene, noi vogliamo che un certo oggetto che ci è costato un occhio della testa venga portato nel palazzo e attivato.
- Una bomba?
Il nano si acciglia - Forse ripensandoci dovrei assegnare questo compito a qualcuno meno disturbato.
- Non è una bomba?
- Certo che no - sbotta Don Luciano - È un semplice Occhio di Krutkon mimetico. Un lavoro facile facile.
- Una spia magica, eh? Se è così facile, perché non mandate uno dei vostri? - dice Ferianthalas, sempre più sospettoso.
- Le guardie di palazzo si aspettano dei nani con l'accento siculo. Né tu né i tuoi compagni desterete sospetti. Una volta dentro dovrai aprire questo scrigno - dice, poggiando sul tavolo un cofanetto rosa e ingioiellato. - Ehm... per inciso, il colore non l'ho ho scelto io.
- L'Occhio è qui dentro?
- Sì.
- E basta aprirlo?
- Sì.
- Spero capirete, Don Luciano, che un oggetto di questo tipo qualifica automaticamente il suo portatore come spia. Dovrei rischiare la mia preziosa vita e quella fondamentalmente inutile e dannosa dei miei compagni per fare un favore al Sindacato?
Lui annuisce. - Vedi, orecchieappunta, il Sindacato di solito riscuote i favori, capisc? Non capita spesso che sia in debbito con qualcuno. Abbiamo ramificazioni ovunque e ripaghiamo sempre chi si dimostra nostro amico. Quando avrete bisogno di aiuto potrete star certi che troveremo un modo per sdebitarci.
Ferianthalas guarda lo scrigno, poi il nano, poi di nuovo lo scrigno. Don Luciano sorride, sornione.
- Allora, affare fatto?
In quel momento nella sala grande riecheggia un urlo femminile. Bajyna.

Ferianthalas scatta in piedi e si lancia verso la stanza da bagno, la mano libera ben salda intorno al manico del pugnale. Raggiunge la porta prima di chiunque altro e la sfonda con una pedata, precipitandosi all'interno con l'arma sguainata.
Bajyna è in piedi davanti a lui, nuda, e si sta fissando il sedere allo specchio. Quando vede Ferianthalas caccia un altro urlo e l'elfo si volta convulsamente, richiudendo la porta. Per qualche oscuro motivo ha ancora con se il piccolo scrigno. Spera che Don Luciano non pensi che volesse rubarglielo.
- Che diavolo ti salta in mente di fare irruzione nel bagno di una signora? Sei un porco - sbotta Bajyna, cercando l'asciugamano.
- Io? Si può sapere che salta in mente a te, invece? Cos'era quell'urlo, maledizione?
- Ah, quello? - balbetta lei, imbarazzata - Ecco... ho urlato perché... beh, non credo siano affari tuoi, dopotutto. Mi hai già visto nuda, non dovrei nemmeno rivolgerti la parola.
Ferianthalas leva gli occhi al cielo. - Andiamo non farla tanto lunga. Era appena un po' di pelle in più rispetto a come ti vesti normalmente.
Nella sala grande risuona il gong metallico di un catino che viene lanciato contro qualcosa, seguito da un urlo. Questa volta maschile.
- Cretino. - dice Bajyna, seccata - Io ho un problema serio, qui. Ho... ecco... è apparsa una strana scritta sul mio sedere.
- Oh, quella. - dice Ferianthalas.
Nella sala comune si ode il rumore di una brocca di ceramica che va in mille pezzi, seguito da fantasiose imprecazioni in elfico.
- Come sarebbe a dire "Oh, quella"? - strilla Bajyna, furiosa - Da quanto lo sapevi?
- Mah, da quando abbiamo superato lo Spacco - mugugna l'elfo, massaggiandosi la gamba destra - E comunque non lo sapevo solo io. L'hanno visto tutti.
- E cosa aspettavate a dirmelo?
- E io che ne so? Ognuno è libero di tatuarsi sul sedere quello che vuole. E ad ogni modo se te ne avessi parlato ti saresti comportata da isterica proprio come ora, dicendo che ti avevo guardato il culo, eccetera eccetera. Vorresti negarlo, forse? Ho semplicemente supposto che, come tutte le persone normali, fossi conscia di avere un tatuaggio da qualche parte.
- Per tutti gli déi - geme lei, spaventata - cosa vorrà mai dire? Non sarà un'altra maledizione? Che sia magia nera? Non voltarti - intima, scostando lievemente l'asciugamano - Aittam... Odraccir... - mormora, leggendo le parole sul sedere.
- Aspetta, non pronunciarle! - le intima l'elfo, soffocando una risata - E se poi è davvero una maledizione? Magari leggendola ad alta voce si attiva...
Lei sbianca e cerca a tentoni lo sgabello, sedendosi. - Per tutti gli déi, hai ragione. Che ingenua sono stata.
- Finisci di fare il bagno in fretta, oca giuliva. - la avverte lui - Ho appena saputo che grazie alla tua ostentazione di ricchezza di poco fa il polpo si è insospettito e ci ha venduti alle autorità. Dobbiamo filare o verranno a prenderci.
Lei sospira, depressa, poi l'occhio le cade sullo scrigno rosa che Ferianthalas stringe in pugno. - È per me, quello?
Lui si affretta a nasconderlo dietro la schiena. - No, sei matta? È roba pericolosa, questa.
- Pericolosa? - dice lei, sollevando un sopracciglio sottile - In un cofanetto rosa?
- È una lunga storia. E ad ogni modo non ho intenzione di tenerlo. Vado a restituirlo. Tu sbrigati.
Detto questo riapre la porta del bagno e fa per uscire, ma la succube lo spinge nuovamente dentro e richiude l'uscio dietro di sé.
- Ma insomma, che significa? - sbotta Bajyna, furiosa - Questo bagno è più affollato di un ufficio postale.
- Un'elfa nobile! - sibila Rowena, agitando la coda come un gatto e fissando Bajyna con malcelato odio - Dunque era vero. E per giunta nuda davanti al mio uomo.
- Che vuol dire "il tuo uomo"? - protestano in coro entrambi gli elfi.
La succube spinge Ferianthalas contro la porta e avvicina le labbra rosse alle sue, fissandolo con adorazione negli occhi. - Amore mio devi fuggire. Quel bastardo di Golg ha chiamato le guardie dell'Imperatore. Se vi trovano qui saranno guai. Dovete fuggire dal retro, potrebbero essere qui a momenti.
- Ma io sono nuda - protesta Bajyna.
La succube la fissa con sdegno - Davvero? Non sembra che la cosa ti disturbi più di tanto. E ad ogni modo l'importante è che il mio tesoro riesca a salvarsi, tu puoi anche marcire all'inferno per quel che mi riguarda, sgualdrina.
- Sgualdrina a me? Che sia proprio una succube a dirmi...
- Ehm... senti, Rowena... - balbetta Ferianthalas, cercando di evitare quelle labbra come fossero un cobra pronto a colpire - ... tu sei molto carina, ma vedi, tra noi...
- C'è un grande feeling, lo so. - sussurra lei, carezzandogli la linea del mento con un dito. L'elfo deglutisce.
D'un tratto una voce perentoria risuona nella sala grande.
- Fermi tutti, in nome di sua Immensità Mors Tua. Stiamo cercando dei pericolosi terroristi e crediamo che si nascondano qui. Tutte le uscite sono sorvegliate. Collaborate ed eviterete spiacevoli conseguenze.
- Oh, no - scatta in piedi Bajyna - Sono già qui. Che si fa?

1. Si chiudono nel bagno e aspettano che la guardia Imperiale se ne vada. Non oseranno mai entrare mentre c'è una gentildonna che fa il bagno, perbacco.

2. Convincono Rowena la succube a distrarre le guardie mentre loro svicolano al piano di sopra, prendono le loro cose e fuggono dalla finestra correndo sui tetti.

3. Al diavolo tutto, escono allo scoperto e combattono per la loro vita, contando sul fatto che Mohamet e DarkShield odano il trambusto e arrivino a dar loro man forte. (Ah Ah Ah)

4. Non uscirebbero vivi dalla locanda. Meglio arrendersi ora e pensare a qualcosa dopo. In fondo Il druido e il necromante sono ancora liberi (forse).


"-Minchia, non ce l'avevano un altro colore?
-E' con grande ddisonore che vi porgo questo infame oggetto, Don Luciano. Chiedo perdono, ma l'ha fatto la figlia di Peppinuzzo Longbeard, che è da poco entrata nella pubbertà."

Don Luciano Thunderhammer e un picciotto


La puntata precedente la trovate QUI

9 commenti:

  1. Eheheh! Ricorda che c'è una femmina presente, si potrebbe scatenare l'inferno! ;)

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Numero tre! Non sia mai che Bajyna chieda l'aiuto di un'altra femmina!

      Elimina
  3. Hahahaha episodio divertentissimo, mi è piaciuto 1 casino!
    I dialoghi della scena di loro 2 in bagno sono epici :D
    Io dico 2... chiarooo? ;)

    RispondiElimina
  4. mi sto ancora spanciando dal ridere :D certo che far colpo su una succube, nonostante le mortali conseguenze, non è niente male ma sfruttarla per fuggire potrebbe essere un'ottimo modo di sfuggire "elegantemente" alle suddette conseguenze quindi voto 2!
    P.S. Grande Bardo!!!

    RispondiElimina
  5. ahahhahahaha perdonate il ritardo ma ahahahahah bellissimo episodio

    RispondiElimina
  6. Bravo Michele per le Tue performance di narrativa fantasy! Ginevra

    RispondiElimina
  7. Bravo Michele per le Tue storie fantasy che ci dilettano ogni volta. A volte anche la realtà può essere fantastica!Ginevra

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille! Spero di continuare a rallegrarvi scrivendo storie sempre migliori! ;)

      Elimina

Leali sudditi!
I commenti alla bacheca Reale sono assolutamente liberi, ma il Re ha ordinato espressamente che, qualora il o gli imbecilli di turno dovessero affiggere commenti inutili o lesivi dell'onore della corona, essi verranno immantinente rimossi insieme alla a testa del o degli autori, che in ogni caso non sentiranno molto la mancanza di un organo che non hanno mai utilizzato.

Con velenosa franchezza,

Archibald Lecter, segretario particolare del Re