martedì 1 ottobre 2013

Dio c'è. Ma in questo momento non è raggiungibile, lasciate un messaggio in segreteria e verrete richiamati al più presto.



Di nuovo qui a presentare il patetico tentativo del Bardo di sembrare arguto ed intellettuale. L'opzione del dibattito teologico è andata per la maggiore, durante la scorsa votazione. Il Bardo si è subito reso conto del ginepraio in cui si era cacciato, considerato che non poteva sviluppare troppo l'argomento senza far addormentare l'auditorio e che, allo stesso tempo, non poteva scriverlo troppo breve per non farlo sembrare ridicolo. Alla fine ha optato per farlo sia ridicolo che noioso, per non far torto a nessuno. 
So che lo spazio è tiranno e che l'argomento è complesso, perciò in teoria dovrei spendere qualche parola per giustificarlo, ma riflettendoci attentamente non vedo perché dovrei, visto che nei guai ci si è cacciato da solo.
Andate dunque a leggere ciò che attende i nostri eroi. Resurrezione o eterna dannazione (intesa come deportazione in Paradiso per un'eternità di noia)?
Io vorrei rimanere con voi a leggere, ma ho da fare cose molto più importanti, come ordinare i miei calzini per gradazione di colore.

Vi saluto con il consueto riflusso gastrico che la vostra semplice vista mi provoca. Vostro,

Archibald Lecter, Segretario Particolare del Re


dai Canti del Bardo

- A me questa religione sembra un'idiozia - dice l'elfo, a voce forse un po troppo alta, riflettendo - ma se proprio dovessi scegliere direi...
S'interrompe. Improvvisamente è calato un silenzio assoluto. Niente più urla, niente più invocazioni all'OverGod o all'ÜberDevil, niente più tonfi della spada fiammeggiante che si sfracella al suolo nel vano tentativo di convertire Rowena al Bene Supremo. Niente di niente.
Ferianthalas osserva il Gonzo guardare oltre la sua spalla e sollevare gradualmente gli occhi. L'elfo si gira e si trova faccia a faccia con un massiccio pettorale sudato.
Deglutendo, a disagio, fa un passo indietro per riuscire a comprendere nel proprio campo visivo la parte superiore dell'angelo. Almeno parzialmente.
Muriel lo fissa con l'aria del padre che osserva i cocci rotti della finestra dopo aver passato il pomeriggio a ripetere al figlio discolo di non giocare a pallone in casa. Nella mano destra stringe la propria arma divina, nell'altra sorregge Rowena, tenendola ben stretta per il collo. La diavolessa lotta, morde e scalcia, nel vano tentativo di respirare. Vano perché non ha i polmoni, più che altro.
- Permettetemi di dissentire - dice Muriel, rinsaldando di continuo la presa sulla spada con rapidi movimenti delle dita. É tornato alla forma di cortesia e questo suo essere formale lo rende in qualche modo ancora più spaventoso.
- Riguardo cosa, di grazia? - non può fare a meno di rispondere l'elfo, nel medesimo tono.
- Riguardo la religione. È una parte importante della nostra spiritualità e non saremmo esseri completi senza di essa. Non potete semplicemente liquidarla come un'idiozia.
- Ah, no?
- No.
- Se dico che è una componente importante della nostra spiritualità smetterai di perseguitarci e ci lascerai andare?
- Certo che no. Il Male è Male punto e basta. Va eradicato con decisione e senza traccia di compassione.
- Ah, ecco. Lo supponevo.
- Sto solo dicendo che prima di uccidervi andate convertiti, perché non sta bene giustiziare qualcuno in nome dell'OverGod, se quello non crede in lui. Non vi pare?
- Eh, immagino che sia maleducazione. - dice l'elfo, massaggiandosi stancamente la radice del naso. Da qualche tempo a questa parte sta cominciando a sentire l'irrefrenabile impulso di uccidere e spiumare.
- Prova a far vacillare la sua convinzione, elfo. Anche per un solo istante basterà. Può farcela anche uno come te, in fondo Muriel è un angelo di quarta categoria. Un pivellino di qualche secolo con le idee ancora piuttosto confuse. Approfittane.
- Piantala e fammi parlare, d'accordo? - dice, alzando le mani, poi torna a rivolgersi all'angelo - Senti, io vengo da un popolo fissato con la religione. E la Dea-Ragno di qua e la Dea-Ragno di là... Si parla solo di quello, si vive solo per quello. È pieno di sacerdotesse fanatiche che passano le giornate a violentare ed evirare maschietti, o a creare disgustosi ibridi elfo-ragno. Ci obbligano persino a vivere sottoterra dicendoci che Eldorath, il Dio Sole, ci odia e ci farebbe bruciare vivi se uscissimo. Ti pare giusto, questo?
- No - ammise lui, grave - soprattutto considerato che non esistono né la Dea-Ragno né questo Eldorath.
- Infatti io sono fuggito da Malallapanzan e a parte un lieve eritema solare che mi ha infastidito per giorni non ho subito alcun danno. Gli dèi non esistono, Muriel. Sono solo un'invenzione di qualcuno più furbo degli altri che li usa come rafforzativo del Potere. Sono uno strumento per dominare che fa leva sul naturale istinto degli esseri senzienti a cercare una guida e una risposta alle grandi domande. La paura della morte, la ragione per cui siamo vivi, il nostro posto nell'Universo. Sono tutte questioni che ci spingono a credere nel divino, che ci predispongono ad accettare le invenzioni di qualcun'altro, purché siano convincenti, apprezzabili e condivisibili. Purché donino speranza e un senso alla nostra vita.
- Cosa c'è di apprezzabile e condivisibile in una religione che ti obbliga a vivere sottoterra e ti fa adorare una Dea-Ragno cannibale? - borbotta Rabid Gonzo, grattandosi il mento con l'unica mano buona.
Ferianthalas gli lancia un'occhiataccia e gli fa cenno di stare zitto. - Di' un po', ma tu da che parte stai?
Gonzo lancia un'occhiata a Muriel e fa una smorfia, deluso. - Da quella sbagliata, a quanto pare.
- Sentite, tra gli umani faccio il muratore, ma ho studiato, d'accordo? Non sono un cretino. - protesta l'elfo, sotto gli sguardi dubbiosi dei due.
- L'importante è crederci, amico mio - sorride il Gonzo, comprensivo, confortandolo con un'amichevole pacca sulla spalla.
- Umpf. Quello che voglio dire è che il mio popolo è stato esiliato nel sottosuolo a seguito di una mostruosa guerra con gli altri elfi, quelli snob. Fummo decimati e stentammo a sopravvivere, per questo tra noi si instaurò una religione così crudele. Più le condizioni di vita sono dure, più la religione è violenta. Non ricordo dove l'ho letto.
- Non saprei. Forse sul muro di un cesso pubblico? - suggerisce il Gonzo.
- Vuoi smetterla? - ringhia Ferianthalas - Il mio dibattito teologico è con Muriel, non con te. - poi si rivolge all'angelo - Senti, potresti lasciare andare Rowena almeno finché stiamo parlando? Non riesco a concentrarmi su quello che devo dire con lei che geme e scalcia appesa al tuo braccio.
Muriel fissa la succube, sospettoso. - Ummm. Ci ho messo parecchio ad acchiapparla.
- Dove vuoi che vada? - l'elfo allarga le braccia - Qui c'è solo questo nulla lattiginoso per chilometri. Siamo morti, no? Beh... lei di certo lo è.
L'angelo socchiude le palpebre, poi però poggia delicatamente al suolo la diavolessa.
- Renditi utile e vai a vedere come sta - dice Ferianthalas al Gonzo.
- Agli ordini, saggio teologo - scatta lui.
- E vedi di smetterla con il sarcasmo o ti taglio anche l'altra mano e la uso per prenderci a schiaffi l'oca giuliva quando dice qualche bestialità. - poi si volge verso l'angelo, combattivo - Ora torniamo a noi...
Muriel scuote il capo, intransigente. - É tutto inutile, mortale. Non mi convincerai. Noi angeli siamo noti per essere tutti d'un pezzo.
- Sì. Di marmo - concorda Ferianthalas - l'avevo notato. Ma sai che ti dico? Non so niente di voi angeli, ma sono convinto che il vostro dio non sia più reale della Dea-Ragno. Quindi i casi sono due: o siete dei giganteschi esseri alati con i superpoteri più stupidi della media, che credono di aiutare l'universo allestendo questa specie di centro accoglienza per anime, oppure qualche sacerdote ha fregato anche voi, facendovi credere che esiste un dio, quando all'atto pratico non è vero.
- Bestemmia! - grida Muriel, agitando un pugno sotto il naso dell'elfo.
- Aspetta, prima di gridare alla bestemmia. Per prima cosa: hai mai visto il tuo dio?
- No, ovviamente. Non ne sono degno. Solo gli EpicAngels lo possono incontrare.
- Ecco trovati i tuoi sacerdoti - sogghigna lui.
- Le tue parole non hanno senso. Dio c'è. È reale. Io sento la sua voce, percepisco il suo potere.
- Io no. Dunque come posso crederti?
L'Angelo sbuffa. - E va bene, allora. Procederò secondo il Divino Manuale di Riconversione dei Miscredenti.
- Il cosa?
- È una raccolta di argomentazioni di ferro che possono piegare anche il più ottuso degli infedeli alla ragione.
- Guarda che qui stai confondendo i ruoli. - ringhia Ferianthalas - Quello ottuso sei tu, mentre quello che cerca di inculcarti la ragione sono io. Chiaro?
- Lo vedremo. - replica Muriel, cupo - Rispondi a questo, se sei tanto furbo: il mondo è governato da Leggi. L'uomo e la Natura stessa possiedono una naturale attitudine all'ordine. Se il mondo fosse stato generato dal caos e non da un intervento intelligente, non credi che sarebbe un ammasso inconoscibile? Il caso dominerebbe sopra ogni cosa.
Le sopracciglia di Ferianthalas si aggrottano - Sveglia, amico, guardati intorno. Ti rendi conto del genere di Leggi che dominano questo mondo? Forse dovremmo rivedere insieme il concetto di "intervento intelligente".
- Stai dando dello stupido al mio Dio, elfo scriteriato? - avvampa Muriel.
- Non entrerò nei dettagli di questo argomento - tossicchia lui - nonostante la forma spiritica ho ancora un certo, fastidioso attaccamento alla vita, come direbbe DarkShield. Però devi ammettere che il mondo non va esattamente come logica vorrebbe. Come definiresti il tuo Dio?
L'angelo loscruta, sospettoso. - Definirlo? - ringhia - Definirlo significa dargli dei confini. Limitarlo. E per sua stessa natura l'OverGod è onnipotente e illimitato.
- Sì, ma che tipo è? Voglio dire, se è illimitato vuol dire che si comporta in tutte le maniere possibili? Può comportarsi in modo malvagio? O invece è un dio buono?
- Misericordioso - annuisce Muriel - Alle persone piace così, gli EpicAngels dicono che mette meno ansia. Ma io credo che sia un Dio giusto. Uno che dà ai malvagi quello che si meritano.
Ferianthalas sbuffa. - Insomma, è giusto o misericordioso? Non può essere entrambi, perché i due concetti si annullano a vicenda.
- E chi lo dice? Lui è l'OverGod, può essere giusto e misericordioso allo stesso tempo, se gli va. - ci riflette un lungo istante, grattandosi pensosamente il mento prominente. - Ma se proprio devo scegliere direi che è misericordioso. Con chi se lo merita.
- Quindi è giusto.
- No. È misericordioso con chi se lo merita. Gli EpicAngels dicono che un Dio giusto non sarebbe molto apprezzato dai fedeli e ci incoraggiano a estirpare il timore dalle menti facilmente influenzabili.
- Sì, ma essere misericordioso con chi se lo merita significa in pratica essere giusto, non ti pare?
L'angelo lo fissa in silenzio, monolitico e Ferianthalas ne deduce che la risposta sia no.
- D'accordo - sospira - ma se il tuo dio è onnipotente come spieghi la presenza del Male? L'OverGod è forse un sadico?
- Certo che no, malnato blasfemo - ruggisce lui.
- Allora è un indifferente.
- No. Il male esiste nel cuore degli uomini e delle altre creature a cui l'OverGod ha concesso il libero arbitrio. Dio non c'entra niente con esso.
- Ah sì? Ma se è onnipotente e assoluto come può esistere qualcosa di esterno a lui? - riflette l'elfo - Se io ho realmente potere decisionale allora il tuo OverGod non è più onnipotente, se invece egli mi ha donato il libero arbitrio, ma poi tira comunque le fila dell'universo per far sì che tutto vada ugualmente come dice lui allora è un mentitore e il Male che c'è nel mondo è opera sua. Che mi dici, ora?
L'angelo sorride e apre la bocca per rispondere, poi aggrotta le sopracciglia bionde e l'attimo dopo al suo posto c'è solo una tenue aura di luce evanescente.
- Pazzesco, ce l'hai fatta. Scacco in poche mosse. - ride il Gonzo, poi grida all'aria tutt'attorno - Divertiti al campo estivo, perdente - poi il mago aiuta Rowena ad alzarsi. Caracollando verso di loro, Mohamet si massaggia la testa.
- Uff, io non pensava che testa fare male anche da morto... - mormora, deluso dalle evidenti limitazioni del suo nuovo stato di esistenza.
- Bel lavoro con l'angelo, elfo. - si congratula il Gonzo - Ma se vuoi la mia opinione sei riuscito nel tuo intento così in fretta perché Muriel è un novellino. Un EpicAngel ti avrebbe tagliato la testa per riflesso quando hai messo in dubbio l'intelligenza dell'OverGod.
Ferianthalas fa una smorfia. - Il motivo non mi interessa. Voglio solo fuggire il più lontano possibile da questo pallosissimo limbo e dai suoi guardiani fondamentalisti. Puoi portarci fuori, ora che Muriel non c'è più?
- Certo che posso. Sono il Gonzo, ricordi? Entrare e uscire dal regno dei morti è una sciocchezza, per me. Vi manderò indietro uno alla volta. Io verrò per ultimo. Per primo andrai tu, elfo. Sei l'unico qui che non è ancora morto del tutto.
Il Gonzo solleva la mano buona e la poggia sul petto di Ferianthalas, poi inizia a cantilenare un'arcana formula in latino:
-Alea iacta est veni vidi vici verba volant sed scripta manent si vis pacem para bellum...
Un'aura di luce circonda la figura ectoplasmatica di Ferianthalas e l'elfo percepisce il proprio corpo disperdersi in tutte le direzioni. Tutto intorno a lui si fa buio come la notte più nera e così rimane. A lungo. Ferianthalas rimane in silenzio ad aspettare che succeda qualcosa. Sente il corpo pesante, fa fatica a muoversi, ma nondimeno aspetta fiducioso. Almeno per i primi dieci minuti. Poi comincia a farsi prendere dal panico.
- Quanto ci vuole, sciamano della malora? Dove mi hai mandato, maledizione? Tirami fuori da questa oscurità o giuro che ti taglierò le palle e le userò per costruirci due bolas da caccia. - urla. Ma nessuno gli risponde, solo l'assordante silenzio del nulla assoluto.
- Gonzo! Dove sei, maledetto bastardo? Cosa mi hai fatto? Tirami fuori da qui.
D'un tratto, al culmine dell'angoscia, ode una voce dolce e familiare.
- Mi senti, imbarazzante parodia di elfo che non sei altro?
Lui si guarda intorno, si agita. Sente su di sé il contatto di mani che cercano di afferrarlo, mani che si muovono nell'oscurità. La paura gli stringe lo stomaco in una morsa violenta.
- Bajyna? - sussurra - Bajyna, sei tu? Sento la tua voce così vicina...
- Certo che sono io, idiota. La smetti di dimenarti in questo modo?
- Il Gonzo mi ha mandato da qualche parte. È tutto buio e stretto. Un postaccio. Devi tirarmi fuori, ti prego.
- Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per rimetterti dentro? Non dire cretinate, per favore. Se vuoi uscire dall'oscurità ti basta aprire gli occhi.
In quel momento Ferianthalas si rende conto che il luogo stretto e buio in cui è prigioniero altro non è che il suo stesso corpo. Con l'impressione di stare sollevando un bove obeso, lentamente l'elfo solleva le palpebre e la luce penetra nelle sue iridi rossastre, ferendole.
Sopra di lui una macchia sfocata con due enormi occhioni e una scollatura da paura lo sta osservando con perplessità.
- Oh, sei tu, oca giuliva. - mormora stancamente.
- Già. Anche a me fa piacere rivederti, elfo della malora - sospira lei, delusa.
Lui scatta a sedere e una fitta di mal di testa gli strappa un urlo. - Gli altri? - dice poi.
Bajyna indica dietro di sé. Su una panca di pietra Rowena sta bevendo una tazza di qualcosa di caldo, avvolta in un asciugamano. È pallida e sconvolta, ma sembra stare bene. Seduto accanto a lei Mohamet sbadiglia ancora come gli ippopotami delle giungle meridionali, felice di essersi svegliato. Per i vivi svegliarsi dal sonno è una cosa normale, ma i morti non sanno molto bene come fare, se qualcuno non li aiuta.
In piedi, dall'altra parte della sala, DarkShield sta discutendo animatamente con uno scheletro monco e con gli occhiali.
- Quello chi è? - chiede l'elfo, cercando di mettere a fuoco l'ambiente circostante.
- Quello? - Bajyna si umetta le labbra, imbarazzata - Oh, quello è il Gonzo. DarkShield lo ha trasformato in uno scheletro mentre il suo spirito era con voi dall'altra parte.
Ferianthalas aggrotta le sopracciglia. - È completamente ammattito, per caso? Quell'uomo ci ha salvato la vita - protesta.
L'elfa fa spallucce. - Già. È quello che gli ho detto anch'io... Senti, non ricordi proprio nulla di quello che è successo tra l'Aldilà e il tuo risveglio qui, vero? - domanda, con un tono timoroso ma comunque velato di moderato ottimismo.
Lui si acciglia. - No, perché? Che è successo?
Bajyna avvampa e distoglie lo sguardo. - Niente. - si affretta a dire - Assolutamente niente di niente. Era solo una... ehm... semplice domanda.
Lui la fissa con sospetto, poi però viene distratto dalla discussione tra DarkShield e il Gonzo, che sta trascendendo in un vero e proprio litigio.
- Non puoi lasciarmi così, Dark! - supplica il Gonzo - Non è leale, maledizione. Io ho salvato i tuoi amici.
Il necromante solleva un pollice, gelido. - Punto primo: non sono miei amici. Punto secondo: tu volevi fregarmi e mettermi qui al tuo posto per l'eternità. Punto terzo: mi siete sempre stati antipatici, tu e il tuo  maledetto latino.
Lo scheletro scatta in avanti e afferra il necromante per il collo, furioso. - Ridammi il mio corpo, altrimenti...
- A-a-a - DarkShield solleva entrambe le mani - Io non farei sforzi se fossi in te. Oltre a trasformarti in scheletro ti ho anche maledetto con l'osteoporosi. - s'ode il "crac" dell'ulna sinistra che si rompe, giusto a sottolineare la veridicità di quest'ultima frase.
- Maledetto - ringhia lo scheletro - lo sapevo che non dovevo fidarmi di te.
- Tu non dovevi fidarti di me? Chi è che ha cercato di fare il furbo per primo, Enrique? - sbotta l'altro - Mi conosci, dovresti sapere che non concedo seconde possibilità. - aggrotta le sopracciglia - Ma non sono completamente senza cuore. In nome della nostra vecchia amicizia ti ho lasciato una via d'uscita.
Lo scheletro spalanca le orbite, speranzoso. - Ah, sì? E quale? Dove?
DarkShield sorride, già di per sé un brutto segno, e si aggiusta la veste sgualcita. - Ricordi il braccio che ti ho tagliato? Ti basterà trovare quello e riattaccartelo per tornare umano.
- Fantastico - trilla il Gonzo, afferrando DarkShield per le spalle e scuotendolo lievemente. Quello sforzo provoca la rottura dell'omero e del radio destri, ma ad Enrique non importa - e dov'è? Dov'è il mio braccio?
DarkShield fa spallucce. - E chi lo sa? L'ho materializzato a caso presso uno dei migliaia di sportelli del Limbo. Se vuoi trovarlo ti conviene metterti in coda subito. Ne hai tanti da controllare.
Lo scheletro cade sulle ginocchia, mettendosi le falangi tra quelli che una volta erano i suoi capelli. La consapevolezza di ciò che lo aspetta schiaccia il suo spirito, riducendolo in polvere. La terribile Maledizione del Pensionato: passare l'eternità in coda, vecchio, amareggiato e con l'osteoporosi. Sarebbe stata di gran lunga meglio una morte pietosa.
- Nuoooooooooooo! - il suo grido disperato riecheggia per le ricche sale della sua montagna solitaria e fa tremare di terrore gli spiriti dei defunti che vagano per la pianura circostante.
- Coraggio, signori - dice DarkShield, gelido, occhieggiando la triste figura del suo ex-compagno di studi accasciato sul pavimento - lasciamo questo posto, il mio vecchio e infido amico Enrique avrà parecchio da fare per i prossimi 14 secoli.
- 14 secoli? - ripete Mohamet, meravigliato.
- Esatto. Volendo essere ottimisti con la stima.
- È più o meno di intero anno?
- Un po' di più.
Ferianthalas si alza in piedi e lo raggiunge, aiutato da Bajyna.
- Non posso certo dire di essere lieto di vederti, necropazzo, ma ti devo comunque un grazie per avermi riportato qui dal regno dei morti.
DarkShield scocca un'occhiata involontaria alla succube tremante e poi fa spallucce. - Sì, come ti pare. Ora se non vi dispiace vediamo di muoverci. Questo posto è troppo vicino alla Morte. Personalmente non lo trovo sgradevole, ma non va bene per recuperare le energie.
- E dove mai dovremmo andare? - domanda Bajyna con un sospiro - Siamo in mezzo al nulla per chilometri.
- Miglia - puntualizza il mago.
- Sì, d'accordo. Miglia. - sbuffa l'elfa, sollevando gli occhi al cielo.
- Io direi di cercare... di cercare qui intorno - suggerisce Rowena, con voce tremante - di certo nell'antro di un mago ci saranno cose utili per trovare la strada giusta.
DarkShield fa una smorfia. - Detesto dirlo, ma... è un'ottima idea.

Dove devono andare i nostri eroi finalmente riuniti?

1. Ogni abitazione maghesca ha una biblioteca fornitissima: mappe, blu-ray, una collezione dei fumetti di Moebius... sicuramente nella Biblioteca ci sarà qualcosa che tornerà loro utile.

2. Biblioteca? Questo implica leggere! Mio dio, no! Molto meglio cercare un qualche dispositivo di teletrasporto. Enrique contava di andarsene di lì a breve, si sarà premunito. DarkShield sa che il teletrasporto funziona meglio se non c'è troppa materia tra il punto A e il punto B, perciò è propenso a credere che, se esiste, il dispositivo dovrebbe essere vicino alla cima della montagna.

3. Uscire di lì con tutta quella gente malferma? Non se ne parla. Non subito, almeno. Cibo e sonno, ecco quello che ci vuole. Quindi bisogna cercare cucina e camere da letto.

4. Rimanere ancora là dentro con decine di scheletri e un mago depresso e molto probabilmente incazzato come un ghiottone a dieta? Meglio affrontare la zona ad entropia negativa, piuttosto. Meglio vivere di caccia e pesca, accampati all'addiaccio come profughi, piuttosto che rischiare di finire nuovamente nel Limbo. Magari con la gola tagliata.

Votate, simpatici bricconi!

P.S: Il Bardo chiede umilmente venia per la superficialità con cui ha dovuto affrontare un argomento così complesso e delicato, ma lo spazio era tiranno. Egli spera che possiate apprezzare questo capitolo per quello che è. Grazie.

P.P.S: Il Re e la Corte si dissociano da quanto sostenuto dal Bardo, in quanto sue opinioni personali. La Segreteria.


Una bella veduta di Malallapanzan, la Capitale sotterranea degli Elfi Neri


Se volete l'episodio precedente lo trovate come sempre QUI

6 commenti:

  1. Daje de teletrasporto quindi la 2. Il dibattito teologico è stat fantastico. ;)

    RispondiElimina
  2. Anche se guardare un blurei potrebbe essere piacevole, anche io voto TP, 2!

    RispondiElimina
  3. Voto la 2 Teletrasporto anche io! Non potrei chiederti la 1 Biblioteca, dopo averti praticamente obbligato al dibattito teologico, difficile prova che hai superato con classe;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah! Grazie, temevo si sarebbe rivelato un osso troppo duro, ma me la sono cavata! ;)

      Elimina
  4. :-) a questo punto mi rimetto alla vostra volontà (cit. religiosa) e andiamo con la 2

    RispondiElimina
  5. Mi aggrego alla volontà popolare e voto la 2.

    RispondiElimina

Leali sudditi!
I commenti alla bacheca Reale sono assolutamente liberi, ma il Re ha ordinato espressamente che, qualora il o gli imbecilli di turno dovessero affiggere commenti inutili o lesivi dell'onore della corona, essi verranno immantinente rimossi insieme alla a testa del o degli autori, che in ogni caso non sentiranno molto la mancanza di un organo che non hanno mai utilizzato.

Con velenosa franchezza,

Archibald Lecter, segretario particolare del Re