Bentrovati, disordinati ammassi di materia grigia malfunzionante altrimenti noti come "sudditi". Qui è il vostro Lecter che parla. Sono state settimane convulse, tra il progetto con la scuola media di Mortara e lo speciale per il Cinquantesimo di Doctor Who, ma ora siamo tornati all'insulsa programmazione ufficiale di questo blog e per la precisione ad un nuovo capitolo della più divertente saga fantasy dopo i libri di Melissa P.
I nostri "eroi" sono giunti a Puerto del Muerto e si stanno confrontando con il tradizionale benvenuto locale. Avete optato per una soluzione pacifica (una volta tanto) e per l'uso della magica moneta d'oro che torna sempre dal suo possessore. Rimango di volta in volta sempre più stupito di fronte al netto miglioramento delle vostra capacità cerebrali e vi promuovo seduta stante da protozoi a organismi pluricellulari.
dai Canti del Bardo
dai Canti del Bardo
-
Signori, per favore - sorride Bajyna, ancheggiando sinuosamente verso
il funzionario portuale, come un gatto che si struscia contro la gamba
del padrone per ottenere dei crocchini extra. Con una mano sposta la
spada di Ferianthalas mentre l'elfo si fa indietro di malavoglia -
che ne dite di abbassare il livello di testosterone nell'aria?
-
A chi hai dato del testone,
schiava elfica? - ringhia uno dei pirati, avvicinandosi
minacciosamente con il coltello in pugno.
-
Testosterone
- puntualizza lei, irritata - è l'ormone della stupidità. E per tua
informazione non sono una schiava, ma un'elfa libera, indipendente e
bellissima, a tratti letteralmente irresistibile.
I
ringhiosi lupi di mare si scambiano un'occhiata scettica riguardo
l'essere libera e indipendente, ma paiono concordare visibilmente e
ostentatamente riguardo la parte estetica.
-
Siete stati voi a cominciare, orecchie a punta - dice il funzionario,
sputando a terra.
DarkShield
arriccia il naso, orripilato. - Comincio a capire il linguaggio
locale. - geme - Emettere effluvi corporei è l'equivalente della
nostra punteggiatura...
-
A quanto pare... - mormora Bajyna, sforzandosi di non concentrarsi
troppo sul rivoletto di bava rimasto a penzolare lungo il mento del
pirata. - Quello che voglio dire è che non ha senso ricorrere alle
armi quando possiamo pagare la tariffa, giusto?
Ferianthalas
si acciglia. - Ah,
sì? Possiamo?
E da quando?
Bajyna
s'infila due dita nel decolleté, suscitando un elegante coro di
fischi da parte dell'auditorio, per poi sollevare una grossa moneta
d'oro. I fischi si intensificano.
-
Ma quella è la moneta con cui abbiamo tirato a sorte quella volta - nota Ferianthalas - sei pazza? È oro vero, non puoi
consegnarlo a questi bifolchi.
Lei
lo fulmina con lo sguardo. - É la mia
moneta e la do a chi mi pare e piace, capito?
Il
funzionario sogghigna ferocemente e si avvicina all'elfo, baldanzoso,
puntandogli un dito contro.
-
Ti conviene ascoltare la signora, nero di seppia. O preferisci pagare
con un paio di testicoli? E guarda che intendo i tuoi, stavolta...
L'elfo
socchiude minacciosamente gli occhi. - Provaci pure, vecchio rudere.
Finirai sbudellato prima di rendertene conto.
-
Vuoi tacere, Ferianthalas? - sbotta Bajyna, allungando una mano con
la moneta verso il pirata - E tu, smettila di fare il gradasso e
prendi il tuo pedaggio. E ti avverto che se stai pensando di
rapinarci comunque per vedere se abbiamo altro addosso sprechi il tuo
tempo. Non abbiamo altri soldi all'infuori di questa.
Il
funzionario la fissa negli occhi per un lungo istante, poi fa
spallucce e agguanta la grossa moneta, soppesandola.
-
Bene - dice infine - potete andare. Ma non causate guai, o non posso
garantire che uscirete vivi da qui.
I
pirati abbassano le sciabole e i coltelli, delusi dal mancato
spargimento di sangue ma ansiosi di dividere il bottino con il loro
capo. Una moneta d'oro vero è più di quanto abbiano mai visto in
tutta la loro vita.
I
nostri eroi superano il blocco e si dirigono cupamente verso il fondo
del molo, dove si apre la prima caverna.
-
Si può sapere cosa c'è sotto? - mormora l'elfo a Bajyna, mentre si
allontanano.
-
Non capisco di che parli. Dev'esserci per forza sotto qualcosa? -
replica lei, infastidita.
Lui
sbuffa, soffocando una risata. - Andiamo, tu
che paghi una cifra simile senza fiatare? - poi torna serio - E poi
non mi hai mai chiamato per nome, prima d'ora.
Lei
avvampa, ma non risponde.
Sebbene
a prima vista non sembrino molto popolate, le caverne di Puerto del
Muerto sono brulicanti di vita, anche se non sempre esattamente
intelligente o gradevole alla vista. L'interno della scogliera è
illuminato da miriadi di torce e lampade ad olio, ed è percorso da
migliaia di caverne naturali, artificiali, passerelle, impalcature,
soppalchi, ponti di legno e di corda, reti da pesca e funi sistemate
strategicamente per raggiungere posti altrmenti inaccessibili:
negozi, case, taverne, cantieri navali, piazze e intere vie sospese.
Puerto del Muerto è un capolavoro di ingegneria, ancor più
sorprendente se si pensa che la città è abitata quasi
esclusivamente da pirati e tagliagole con il quoziente intellettivo
di una murena.
-
Questo posto è... fantastico... - mormora Rowena, guardando per aria
come una bambina a un luna park.
-
Non ci vedo niente di eccezionale - commenta Ferianthalas, molto più
abituato a vedere meraviglie architettoniche sotterranee - sembra il
quartiere dei pezzenti di Malallapanzan.
-
Una diavolessa di mondo come te che non ha mai visto una squallida
accozzaglia di rifiuti come questa in vita sua? - ridacchia Bajyna,
punzecchiando la succube - Da non credere...
-
Sembra cimitero di navi... - fa notare Mohamet, indicando
distrattamente il paesaggio davanti a loro - come se centinaia di
galloni
sbattuto uno contro l'altro e rimasti incastrati.
-
Galeoni.
- lo corregge DarkShield, piatto - E non credo che tu sia poi così
lontano dalla verità. Da quello che so Puerto del Muerto è stata
costruita negli anni con il materiale recuperato dai relitti e dalle
navi saccheggiate. In un certo senso questa città è
un'accozzaglia di navi incastrate insieme.
Ferianthalas
si guarda intorno, sospettoso. Ci sono moltissime persone che
lavorano, indaffarate, ma diverse paia di occhi sono fissi su di loro
e molte fanno parte della stessa creatura. Sembrano essere tutti
interessati all'unico membro del gruppo che, oltre a risaltare come
un diamante tra i sassi, è anche l'unico con il culo tatuato.
-
Mmm. Forse avremmo dovuto coprire l'oca giuliva - mormora - almeno le
parti più provocanti. Se i soldati dell'Imperium dovessero
accorgersi che c'è un'Elfa Nobile in città per noi sarebbero guai.
-
Tu è geloso? - lo canzona Mohamet, sornione.
-
Vuoi morire? - lo minaccia l'elfo, rendendosi conto immediatamente
della stupidità di quella domanda.
DarkShield
si dà un'occhiata in giro, poi scrolla le spalle. - Non credo che
corriamo pericoli immediati, almeno per ora. Puerto del Muerto è una
città indipendente. Mors Tua non mette mano nelle questioni di
ordine pubblico e il Consiglio dei Sette gli fornisce navi per il suo
esercito.
-
Il Consiglio... dei Sette?
-
Sì, ne ho sentito parlare - Rowena spalanca gli occhi - è un gruppo
di capitani leggendari che governa su questo posto. Anche se Mors Tua
venisse a sapere che c'è un'Elfa Nobile in città dovrebbe attendere
che metta piede fuori dalla giurisdizione di Puerto del Muerto per
intervenire.
-
Detto questo sono convinto che ci siano comunque abbastanza pericoli
per tutti, in questa fogna - osserva il necromante - perciò fate
molta attenzione. Qui i fessacchiotti come voi se li mangiano a
colazione.
-
... disse il furbastro che si è trovato sposato a una succube -
conclude Ferianthalas con un sogghigno.
Il
mago gli riserva un'occhiata che in alcuni mondi è effettivamente in
grado di uccidere sul colpo.
-
Matrimonio unilaterale, prego. Non ho mai voluto prender moglie e se
anche fosse di certo non lo farei con una creatura in grado di
uccidermi sul colpo.
-
Oh, sì - geme Rowena, strusciandosi contro di lui - Adoro quando mi
fai sentire sporca.
-
Ehm... - DarkShield si scosta di colpo, facendola incespicare - Mi fa
piacere che tu ti senta sporca, ma evita di pulirti contro di me ogni
volta.
-
Sei crudele... - ansima lei, felice.
-
Mi sembra che tu ti sia messo nei guai piuttosto bene, caro il mio
sapientone. - ride l'elfo.
Ferianthalas
scurisce, l'equivalente tra gli elfi neri dell'imbarazzo. - Io...
guarda che non hai capito. Noi non...
Un
bambino trotterella verso di loro, agitando una sciabolina e salvando
l'elfo in extremis da una figuraccia.
-
Ehi, voi - li apostrofa il bambino. È vestito da pirata e ha quella che sembra una
barba finta intorno al volto paffuto.
-
Ciao piccolino - sorride dolcemente Bajyna, chinandosi in avanti
verso di lui per accarezzargli la testolina.
Quello
si scosta, squadrandola in malo modo. - Non sto parlando con te,
sgualdrina. Mi chiamo Ray Golgotha e sto cercando uomini per la
ciurma di Tiny Morgan. Tizi dalla crescita abnorme come la vostra, per raggiungere
luoghi dove non riusciamo ad arrivare. Il Capitano ha in mente
qualcosa di grandioso, un tesoro come non se ne sono mai visti, da
qualche parte nell'Arcipelago Galleggiante. Se vi unirete a noi vi
ricoprirà d'oro, parola mia. Allora, che ne dite?
-
Sgualdrina?
- ripete Bajyna, a denti stretti - Come ti permetti, ignobile
nanetto?
Lui
la fissa con disprezzo. - Dove hai gli occhi, femmina? Non sono uno
di quei bastardi ipofisari scavabuche. Sono un piccolo
uomo.
-
Un Halfling - azzarda DarkShield, ricevendo un'occhiata altrettanto
pungente.
-
No. Un piccolo uomo. - insiste il piratino, cocciuto.
-
Facciamo un
tappo
e non se ne parla più - grugnisce Ferianthalas, che ha già poca
pazienza con i bambini, figurarsi con i piccoli uomini. - E adesso
sparisci, a meno che tu non conosca qualcuno che possa farci
attraversare il Mare senza Fondo gratis. O quantomeno un luogo dove
possiamo dormire senza sborsare un centesimo, visto che un'elfa dalle
mani bucate di mia conoscenza ha dato via l'unica moneta che avevamo.
Bajyna
incrocia le braccia sul petto e inizia a mormorare una poco elegante
sequenza di improperi appresi qua e là nei migliori salotti elfici
di Caracas.
Ray
Golgotha fissa Ferianthalas con una certa ammirazione e annuisce - Mi
piace la tua lingua pungente, amico. Qui a Puerto del Muerto di
gratis abbiamo solo la forca, ma se vi accontentate di una branda in
una stiva puzzolente piena di piccoli uomini sudati allora noi
potremmo aiutarvi. Ma come dice il vecchio adagio "non si fa mai
niente per niente".
-
Senti, siamo appena arrivati - sospira Ferianthalas - e siamo esausti
a causa... del lungo viaggio. Vogliamo dare un'occhiata in giro,
prima.
Il
piccoletto fa una smorfia. - D'accordo, ma non metteteci troppo. A
Tiny Morgan non piace aspettare.
-
Non ce ne frega un fico secco di quello che piace o non piace al tuo
capitano, bimbetto antipatico - sbotta Bajyna, di pessimo umore - e
adesso smamma, prima che ti sculacci.
Ray
Golgotha si acciglia, poi solleva un sopracciglio e la sua
espressione si fa maliziosa. - Ci stai provando, bella?
-
Sì - dice lei, piatta - sto provando
a cacciarti via. Ma senza successo a quanto pare.
-
Scusate, ma che fine ha fatto il Forrest? - domanda Rowena d'un
tratto, guardandosi intorno.
Concentrati
com'erano sul piccolo uomo, nessuno si è accorto che Mohamet non è
più con loro.
-
Eccolo là - dice Ferianthalas dopo un attimo, indicando un punto
oltre la folla - sta parlando con degli strani tizi.
-
Vi aspetterò al molo del Teschio Ridente, quando deciderete di
unirvi a noi - grida Ray Golgotha, mentre si allontanano.
-
Pirati in miniatura - borbotta DarkShield, scuotendo il capo - come minimo ci faranno viaggiare in una nave in bottiglia...
I
quattro si fanno largo tra la folla, raggiungendo Mohamet proprio
mentre uno dei tre strani individui che l'hanno fermato gli sta
mostrando un opuscolo. Sono tutti impaludati in lunghe vesti verde
alga, i volti smunti incorniciati dai tentacoli violacei e umidicci
di un polpo vivo e pulsante, che sta avvinghiato al loro cranio come
una piattola con carenza d'affetto.
-
Ecco, signore - sta dicendo quello più vicino a Mohamet - come può
leggere qui noi predichiamo il ritorno dell'uomo alle profondità
marine cui appartiene.
-
Me non sa leggere - taglia corto Mohamet.
-
Oh, non importa - sorride l'altro, gelido - posso rispondere io a
tutte le sue domande.
-
Ma me non ha domande. Davvero.
-
Per esempio, lei si chiederà quale grande Dio veneriamo - insiste
l'uomo, senza batter ciglio.
-
Veramente preferisce chiedere per quale motivo voi ha piovra in
testa.
L'uomo
sorride comprensivo e per un attimo Mohamet ha la netta sensazione
che gli occhi del polpo lo stiano studiando come fosse una cavia sul
tavolo operatorio.
-
Naturalmente. Dunque, noi...
In
quel momento Ferianthalas li raggiunge in tutta fretta, seguito dagli
altri. - Che sta succedendo, qui? - domanda, sospettoso - Chi sono
queste persone, Mohamet? Non avrai mica comprato qualcosa per
corrispondenza, vero?
-
Oh, me non capito esattamente. - spiega il druido con un gesto vago -
Sa solo che puzzare di pesce e avere polpo su testa. Me trova buffi.
Il
capo dei misteriosi individui fa un mezzo inchino, mentre i suoi due
solerti compagni distribuiscono loro un opuscolo ciascuno.
-
Come potete leggere non siamo venditori porta a porta, ma adepti di
un culto.
-
Posso averne un altro? - domanda Bajyna, aggrottando le sopracciglia
- Il mio è stampato male. C'è scritto "I Testimoni di
Gburhulg". - ridacchia - Ma non può esistere un dio con un nome
così idiota.
I
tre si scambiano un'occhiata imperscrutabile. - No, non è stampato
male. Il Grande Gburhulg è a tutti gli effetti il nostro Dio. Colui
che dorme sul fondo del Mare senza Fondo, attendendo in eterno il
momento di svegliarsi e dominare questo mondo di insulsi e
irrispettosi
terricoli.
-
Oh. - mormora Bajyna, imbarazzata - Beh, in fondo non è poi male
come nome. È forte, altisonante. Ricorda un po'... beh... il vomito.
-
Un culto. Lo sapevo. Possibile che tutti i pazzi finiamo per
raccattarli noi? - sospira l'elfo, affranto.
Alle
sue spalle DarkShield e Rowena sono impalliditi più del solito e si
stanno scambiando un'occhiata preoccupata. Gli Occhi della Morte
della Succube si attivano all'improvviso, illuminandosi di un tenue
bagliore bluastro.
-
Il vostro compagno Mohamet ci ha detto che necessitate di un ricovero
gratuito per riprendervi dalle vostre fatiche - dice l'Adepto di
Gburhulg - saremo felici di ospitarvi nella foresteria del nostro
Tempio, se ce lo concederete.
-
Sì, certo - dice Ferianthalas, scettico - e magari in cambio
potremmo unirci al vostro culto, giusto? Scusate, ma ci hanno già
informato che la morte qui è l'unica cosa distribuita gratuitamente.
I
tre si irrigidiscono, e il loro sguardo si fa vacuo, come se
all'improvviso ascoltassero voci lontane, voci da un altro mondo. Poi
all'improvviso il sorriso torna a dipingersi sul volto scavato del
loro capo.
-
Vedo che siete uomini e donne di una certa intelligenza, me ne
compiaccio. - dice - ebbene sì, lo ammettiamo. Speriamo che possiate
unirvi a noi dopo aver visto le meraviglie riservate agli adepti del
Grande Gburhulg. O che quantomeno possiate aiutarci con una
situazione... diciamo... spinosa.
DarkShield
si affretta ad intervenire. - Perdonateci, ma non credo che sia il
caso. E poi noi stiamo cercando un modo per attraversare il mare. Non
ci fermeremo qui a lungo. Ora, se volete scusarci...
-
Perché continuare a cercare quando avete già trovato? - sorride
l'adepto-capo - Il nostro è un culto antico e potente. Abbiamo i
nostri mezzi per spostarci a piacimento attraverso il Mare senza
Fondo. E rispetto agli altri capitani che bazzicano questo posto noi
possiamo garantirvi un passaggio privo di pericoli, siano essi mostri
marini, navi pirata o navi fantasma.
-
Na... navi fantasma? - ripete Bajyna, ridacchiando nervosamente.
-
Un classico della letteratura piratesca... - commenta DarkShield a
mezza voce - sono normali, da queste parti.
-
Forse io può trasformare in capodoglio e portare voi su dorso -
suggerisce Mohamet.
Gli
altri rabbrividiscono. - Per carità - commenta Ferianthalas - sono
appena tornato dall'aldilà. Vorrei rimanere nell'aldiqua
almeno mezza giornata, se permetti. - poi si rivolge ai tre adepti -
Sentite, non vi promettiamo niente, ma ci penseremo. D'accordo?
Quelli
fanno un inchino, i tre polpi che pulsano incessantemente intorno ai
loro crani.
-
Se deciderete di godere della leggendaria ospitalità dei Testimoni
di Gburhulg ci troverete al Tempio Principale, galleria Merluzzo,
terzo corridoio a destra, accanto alla darsena. Bleargh!
Bleargh! Gburhulg ftaghn!
E
dopo un altro inchino svaniscono tra la folla, lasciando i nostri
eroi a bocca aperta.
-
Persino quando parlano sembra un errore di battitura - mormora
Bajyna, scioccata.
-
Per essere un covo di pirati dove niente è gratis abbiamo incontrato
un sacco di gente sorprendentemente disponibile... - commenta
Ferianthalas, sospettoso.
-
Quei tre... - DarkShield sembra preoccupato - Ho già sentito
nominare questo Gburhulg da qualche parte, ma non ricordo dove...
-
I loro impulsi vitali erano strani - aggiunge Rowena - ma non sono
ancora molto abituata a questo nuovo potere e potrei sbagliarmi.
Certo, attraversare il Mare non visti sarebbe un vantaggio non
indifferente, soprattutto considerando che ci stiamo avvicinando
pericolosamente a Necropolis. Mors Tua ha occhi e orecchie
dappertutto, fuori da questa città, e terribili creature al suo
comando.
Ferianthalas
rabbrividisce. - Per la Dea. Ma li hai visti? Quelli hanno scritto
"psicopatici" in fronte a lettere dorate. - sbotta - E quei
polpi, poi... li avete visti i polpi?
-
Era difficile non notarli - commenta Bajyna, piatta.
In
quel momento un normale ragazzo vestito da mozzo si avvicina e
consegna un volantino a DarkShield che si ritrae immediatamente per
evitare il contatto. Rowena si frappone tra loro e afferra il
volantino. Il ragazzo si allontana subito tra la folla.
-
Che c'è scritto? - domanda il necromante.
-
Sembra un'offerta di lavoro - Rowena si schiarisce la voce e legge -
"Siete combattenti esperti? Non temete nulla o quasi? Capitan
Fintus sta
cercando proprio voi. Imbarcatevi con noi sul Merluzzo da Sfondamento
e aiutateci a proteggere l'oro del Capitano. Quello stesso oro verrà
usato per pagare i vostri servigi. Rivolgersi presso il molo Narvalo,
ore pasti."
Ferianthalas
si gratta il mento. - Per lo meno sembra una normale offerta di
lavoro. Cosa vogliamo fare?
Cosa
faranno i nostri eroi?
1)
La mini-ciurma di Tiny Morgan sta per salpare verso chissà quali
mirabolanti e minuscole avventure. Meglio andare con i piccoli uomini
e raggiungere sani e salvi (forse) l'altra sponda del Mare. Magari dopo aver
esplorato un po' l'Arcipelago Galleggiante e aver scovato quel
misterioso e quasi certamente maledetto tesoro che i nostri piccoli
amici stanno cercando.
2)
I Testimoni di Gburhulg sembrano persone a posto (ahahaha) e
certamente saranno in grado di procurare loro un passaggio comodo e
sicuro per l'altra sponda (del Mare, ovviamente). Bisogna solo
mettersi d'accordo sul prezzo. Certo, i cultisti sono inquetanti e
hanno dei polipi avvinghiati al cranio, ma come diceva il saggio
Nyarlatothep "chi non risica non rosica"!
3)
Questo Capitan Fintus è un nome conosciuto e a differenza di Tiny
Morgan l'oro con cui promette di pagarli sembra già in mano sua.
Solido. Concreto. E considerato che i nostri eroi sono in bolletta
dall'inizio di questa avventura non sarebbe male se arrivassero un
po' di soldi. Non si vive di sola aria, a questo mondo.
4)
Piratini? Testimoni di Gburhulg? Merluzzo da Sfondamento? Andiamoci
piano! Laggiù, in fondo alla caverna, c'è un mercato e si vede
chiaramente la tenda di una cartomante. È il momento di interrogare
gli astri sulla cosa migliore da fare, prima di buttarsi a capofitto
in un'altro stupido casino.
"Arrrr! Prenda bene la mira, signor Threepwood, poi pianti una bella palla nello scafo di quelle carogne. Questa sera ci scoleremo Rhum come se non ci fosse un domani, parola mia!"
Captain Tiny Morgan
Se volete leggere l'episodio precedente lo trovate QUI o nell'Indice